Nella foto, Yuki Tsunoda

Il team principal Alpha Tauri, Tost, non ha dubbi: «Tsunoda sarà il nostro futuro pilota»

di Massimo Costa
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Sarà Yuki Tsunoda il prossimo pilota giapponese a correre nel Mondiale F1? Il buon rapporto tra la Honda e il gruppo Red Bull, non consiste solamente nella fornitura delle power unit alle RB16 di Max Verstappen ed Alexander Albon e alle due Alpha Tauri di Pierre Gasly e Daniil Kvyat. Negli ultimi due anni, si è esteso anche ai piloti, coinvolgendo in particolare Tsunoda. Campione della F4 giapponese nel 2018, Yuki è entrato nelle grazie della Honda, che ha una propria Academy per giovani piloti, la quale non ha perso tempo nel convincere Helmut Marko, responsabile del programma Junior Red Bull, nell'unire le forze per spingere il 20enne giapponese verso la F1.

Tsunoda nel 2019 ha fatto il salto notevole nel FIA F3, dai 200 cavalli di una F4 ai 450 della serie cadetta, dovendo imparare tutte le piste europee. Cosa non semplice, eppure si è piazzato nono in campionato (su trenta) e vincendo anche una gara. Marko e Honda non hanno avuto dubbi nel buttarlo nella Formula 2 e il ragazzino dagli occhi a mandorla sta convincendo tutti: è quarto nella classifica generalee ha già messo a segno un successo e una pole.

Non scherza Tsunoda, tanto che Franz Tost, team principal dell'Alpha Tauri, lo vede come prossimo pilota della squadra che dirige, dove potrebbe rilevare dal prossimo anno Kvyat. Lo vuole la Honda, lo vuole la Red Bull, il buon Yuki non poteva avere sostenitori migliori. L'ultimo giapponese a disputare Gran Premi di F1 è stato Kamui Kobayashi, onorata carriera la sua, culminata con un podio a Suzuka nel 2012 con la Sauber-Ferrari. Nel 2019 invece, la Honda ha regalato a Naoki Yamamoto, già oltre i 30 anni e bandiera delle corse nazionali, la possibilità di disputare il turno libero del venerdì con la Toro Rosso (ora Alpha Tauri) a Suzuka.

In F1, hanno ottenuto podi altri due piloti giapponesi: Aguri Suzuki (che poi è stato anche costruttore con la Super Aguri), al volante della Lola-Lamborghini nel GP del Giappone del 1990, e Takuma Sato con la BAR-Honda nel GP degli USA a Indianapolis nel 2004. E proprio a Indianapolis, il 43enne Sato domenica scorsa ha vinto per la seconda volta in carriera (la prima fu nel 2017) la mitica 500 Miglia. Ovviamente motorizzato Honda.

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Lunedì 24 Agosto 2020 - Ultimo aggiornamento: 26-08-2020 20:23 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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