La Jaguar FE di Evans

Jaguar, orgoglio tutto britannico. Il brand presto diventerà solo elettrico, il trionfo in FE è considerato la ciliegina sulla torta

di Nicola Desiderio
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ROMA - C'è un felino che ha dichiarato il suo futuro, vuole andare all’assalto del primo campionato mondiale di Formula E ed è alla sua quinta stagione tra le monoposto elettriche. I glorioso brand a brevissimo produrrà solo vetture a batterie. Il nome è – manco a dirlo – Jaguar e ha tutta l’intenzione di cambiare passo per raggiungere finalmente una dimensione vincente, degna del costruttore che ha vinto 7 edizioni della 24 Ore di Le Mans (1951, 1953, 1955, 1956, 1957, 1988 e 1990). Il primo elemento di continuità è sicuramente Mitch Evans, il pilota neozelandese che da sempre è il portabandiera della casa britannica in Formula E con la quale ha corso 48 E-Prix collezionando 6 podi, 2 pole e altrettante vittorie: una a Roma nella stagione 5 e l’altra a Città del Messico lo scorso anno che lo proiettò in testa al campionato. Sembrava il coronamento di una crescita costante dopo il 14° posto nella sua prima stagione con 22 punti, 68 nella seconda (7°) e 105 nella successiva con il 5° posto. Ed invece il kiwi, protetto da Mark Webber, e la Jaguar non sono riusciti a dare continuità chiudendo la scorsa stagione al 7° posto con 71 punti. Piazzamento identico al team che ha conquistato in tutto 81 punti, sommando i 10 di James Calado.

Il britannico non ha corso gli ultimi due round a Berlino: ufficialmente per andare a guidare la sua Ferrari 488 GTE della AF Corse, condivisa con Alessandro Pier Guidi, alla 6 Ore di Spa-Francorchamps nel WEC; più probabilmente perché non è mai entrato in sintonia con le monoposto ad emissioni zero. A tappare il buco è stato chiamato Tom Blomqvist. Evans invece ha basato tutta la sua carriera sulla Formula E ed è sicuramente uno dei piloti più stimati per il suo equilibrio tra velocità, affidabilità e agonismo, ma la sua forza è la simbiosi con il suo team conquistata nel tempo. Quando il neozelandese infatti ebbe l’occasione di confrontarsi con un nome ingombrante come quello di Nelson Piquet Jr, storicamente primo campione di Formula E, conquistò più punti del figlio del 3 volte campione del mondo di Formula 1. Piquet poi, alla vigilia dell’E-Prix di Roma del 2019, abbandonò polemicamente la Jaguar accusando la vettura di essere un secondo più lenta delle altre.

La risposta di Evans e del team arrivò forte e chiara qualche settimana dopo nei pressi dei Sette Colli: miglior tempo in qualifica e vittoria di prepotenza. Caso o destino, il pilota di Auckland avrà quest’anno come compagno di squadra l’altro vincitore dell’E-Prix di Roma, Sam Bird. L’inglese è un altro mattatore della categoria visto che vi corre dall’inizio e non ha mancato nessuno dei 69 E-Prix disputati finora collezionando 5 pole, 19 podi e 9 vittorie. Meglio di lui hanno fatto solo Buemi (13) e Di Grassi (10), come lui solo Vergne che però ha vinto anche due titoli ed invece a Roehampton, zona Ovest di Londra, la bacheca ha ancora un posto vuoto. Insomma, un re senza corona che cerca sorte a lui degna dopo la sua peggior stagione in Formula E: solo 63 punti e il decimo posto, ma senza mai mancare l’appuntamento con la vittoria (round 1, ad Ad-Diriyah).

Bird è infatti l’unico pilota ad aver vinto almeno un E-Prix in ogni campionato disputato e lascia dopo 6 stagioni la Virgin, un team verso il quale il britannico ha avuto parole di gratitudine, così come per la categoria nella quale ha raccolto 604 punti. «La Formula E per me è molto speciale e ha un posto speciale nel mio cuore perché mi ha dato qualcosa indietro quando ero in ginocchio. Il mio sogno di correre stava per finire. La Formula E mi ha resuscitato e salvato» ha dichiarato il driver inglese che anche quest’anno potrebbe correre, per la settima volta, con una Ferrari 488 GTE della AF Corse alla 24 Ore di Le Mans dove al massimo è arrivato 2° nel 2015, ma con una Ligier-Nissan LMP2 del team G-Drive che alla fine della stagione gli ha consegnato il titolo WEC di categoria. James Barclay si aspetta ovviamente tanto dal nuovo arrivato e pensa di avere la migliore coppia che gli sia mai capitata: «Sam ha dimostrato di essere sin dall’inizio della Formula E uno dei piloti migliori del campionato. Crediamo – ha detto il numero uno del team Jaguar – che insieme potremo fare grandi cose e che abbiamo probabilmente una delle formazioni più forti della griglia». Barclays pensa che i suoi ragazzi siano capaci di portare finalmente la Jaguar al titolo perché «possono lottare per il podio in ogni gara e hanno dimostrato di poter vincere sempre e ovunque».

Sensazioni e ambizioni condivise anche con Evans che sa di essere ad un punto cruciale della propria carriera: «Questa è la mia quinta stagione con la squadra – ha detto – e siamo determinati più che mai a farne insieme il migliore anno che abbiamo mai avuto». Il duo avrà a disposizione la nuova I-Type 5 dotata di nuove sospensioni, per offrire ai piloti maggiore libertà di regolazione, e un nuovo powertrain, interamente sviluppato in casa e caratterizzato dall’utilizzo dell’oro per l’inverter, per aumentare la conduttività dei componenti. Evans a Valencia ha completato 176 giri ottenendo il 5° tempo mentre Bird ha effettuato 197 tornate senza andare oltre il 23° rilevamento, ma i due avevano obiettivi diversi: il primo voleva verificare i progressi della nuova monoposto, l’altro invece aveva la necessità di prenderci confidenza. Che sia l’anno del Giaguaro?

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Venerdì 11 Giugno 2021 - Ultimo aggiornamento: 10:14 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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