Sebastian Vettel

L'allarme non è rosso, la Ferrari guarda avanti: l'affidabilità c'è, i guasti una casualità

di Claudio Russo
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«La Ferrari non ha ancora dimostrato quello che è in grado di fare, questo mi sembra chiaro. Hanno avuto tanti guai che sono costati un prezzo molto caro, Ma si sta avvicinando in modo rapido». L'analisi è di Nico Rosberg, vincitore domenica in Bahrain, al suo quinto successo consecutivo se si considerano anche le tre affermazioni dell'ultima parte della stagione passata e il trionfo nella prima gara di quest'anno in Australia. L'attuale leader del Mondiale lancia una specie di proclama, sostenendo che la Mercedes deve continuare a impegnarsi a fondo per non essere raggiunta e magari superata dal Cavallino. Quello del pilota tedesco è un utile ottimismo nei confronti della Scuderia di Maranello. Sinora la nuovissima SF156-H ha mostrato un buon recupero nelle prestazioni ma non è riuscita, per molti motivi, a raggiungere quegli obiettivi richiesti dal presidente Marchionne, che puntava su inizio di campionato ben più rampante.

COLLEZIONE DI IMPREVISTI
A Melbourne il cedimento della turbina sulla monoposto di Raikkonen, una strategia non perfetta e il rallentamento subito per l'interruzione della corsa dovuta all'incidente di Alonso, avevano impedito a Vettel di battersi ad armi pari con le «frecce d'argento». Nel circuito di Sakhir il tedesco non è neppure riuscito a prendere il via a causa di un problema legato alle componenti del motore, probabilmente una disfuzione dell'iniettore, più che la rottura di una valvola (da confermare dopo le analisi). Raikkonen ha invece sbagliato la partenza, è stato costretto a inseguire e alla fine non ha mai raggiunto Rosberg in fuga dal primo giro. L'affidabilità dunque è ancora tutta da raggiungere, come si era capito nei test di Barcellona.

OPERAZIONE REMUNTADA
Quando si è costretti a partire da un foglio bianco e a ricomporre una vettura tutta nuova, power unit, meccanica e aerodinamica, è il minimo che può capitare. Alla Ferrari comunque c'è più rabbia per le cose andate male che allarme. Si fa rilevare che Sauber e Haas, che montano le stesse power unit made in Maranello, non hanno incontrato il minimo inconveniente, e poi i guasti riscontrati sinora non sono strutturali, ma di origine sempre differente.

APPUNTAMENTO IN CINA
Per questi motivi a Maranello non sono preoccupati più di tanto per la prossima gara che si svolgerà a Shanghai fra due domeniche, in Cina. Nel 2015 vinse Hamilton davanti a Rosberg, con Vettel e Raikkonen subito dietro, staccati di pochissimi secondi. Poi, altri 14 giorni il 1° maggio, si tornerà a Sochi, per il GP di Russia. Storia quasi analoga, ma in quell'occasione la Ferrari, con Rosberg ritirato per una guasto all'acceleratore, dovette battersi con Williams e Force India. Bisognerà attendere il GP di Spagna del 15 maggio per avere riscontri importanti. Perchè si correrà a Barcellona dove la Ferrari ha dominato a livello di tempi sul giro nei test invernali (la Mercedes se ne stava nascosta). Nel circuito di Montmelò le «rosse» non brillarono, anche se Vettel riuscì a conquistare il terzo posto: un distacco di circa 45 secondi lo separò dal vincitore, Rosberg. In tutto l'anno, anche se Sebastian fu capace di ottenere tre vittorie (Malesia, Ungheria e Singapore) il vantaggio delle Mercedes fu sempre molto elevato. Situazione che ora sembra comunque essere nettamente migliorata, malgrado le disavventure.
 

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Martedì 5 Aprile 2016 - Ultimo aggiornamento: 10:13