Sebastian Vettel

L'esperienza di Vettel ha fatto la differenza in Ungheria, Leclerc è affondato come nel GP di Stiria

di Massimo Costa
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Dal giorno in cui la Ferrari ha deciso di non rinnovare il contratto con Sebastian Vettel (e solo il futuro ci potrà dire se è stata una scelta intelligente), è partita sui social e qualche mezzo di informazione la corsa nel denigrare il pilota tedesco. Al contrario, è cominciata l'esaltazione di Charles Leclerc, un pilota di grande talento come evidenziato nella prima corsa 2020, ma che evidenzia ancora notevoli limiti, deflagrati nel GP della Stiria e in quello di Ungheria. Cerchiamo di analizzare. Nel secondo appuntamento stagionale in terra austriaca, in qualifica con pista bagnata Leclerc ha fallito l'accesso alla fase finale della sessione, la Q3, mentre Vettel è entrato nella top 10. Leclerc, undicesimo, è poi anche stato penalizzato per una leggerezza commessa nel Q1, ostacolando Daniil Kvyat, e così si è ritrovato quattordicesimo. Al via della corsa, dopo due curve ha clamorosamente centrato la Ferrari del compagno di squadra tentando un improbabile sorpasso a tre vetture. Troppa, inutile, fretta. Risultato: sia lui sia Vettel subito ritirati e l'impossibilità di verificare in gara le nuove componenti aerodinamiche che erano state portate per quel Gran Premio.

Ungheria: Leclerc e Vettel si guadagnano l'ingresso nel Q3 della qualifica (con pista asciutta), ma il tedesco è nuovamente più veloce del monegasco, seppure di pochi centesimi. Vettel è quinto, Leclerc sesto. La gara di Budapest parte con l'asfalto umidiccio che rapidamente si asciuga. Al 2° giro, il box Ferrari chiama Charles per il cambio gomme, da wet a slick, e optano per le soft. Leclerc non dice nulla e torna in pista. La tornata seguente viene invitato in corsia box Sebastian, ma il tedesco dall'alto della sua esperienza, via radio dice no alle soft, l'asfalto è oramai asciutto e servono le medie. I meccanici sostituiscono rapidamente le Pirelli soft con le medie che avevano preparato e così Vettel rientra in gara con gli pneumatici "gialli". Morale: Leclerc con le soft soffre enormemente perdendo posizioni per l'eccessivo graining determinato dalle basse temperature, al contrario di Vettel. All'arrivo, Seb è sesto, Charles fuori dai punti, undicesimo, lamentando un bilanciamento anomalo della sua SF1000. Inutile nasconderlo, ma c'è stato molto del tedesco nel piazzamento conseguito dalla Ferrari a Budapest, seppur un risultato tristemente inferiore al blasone della Scuderia.
 
"Il tempismo per il pit-stop è stato buono, ma quando sono tornato in pista la linea asciutta era solo una, e le gomme hanno dato il meglio quando era impossibile superare. Per questo direi che le soft si sono dimostrate una scelta non azzeccata. Da quel momento in poi siamo sempre stati piuttosto lenti", ha raccontato Leclerc. Vettel, criticato (giustamente) per il testacoda nel GP d'Austria, poi incolpevole nel pasticcio al via del GP di Stiria, all'Hungaroring ha tirato fuori il possibile da una macchina mediocre. Senza dimenticare i parecchi secondi persi ai box, dovendo ritardare la ripartenza per far transitare le altre macchine in pit-lane. "Il massimo a cui potevamo ambire era il quinto o il sesto posto", ha poi commentato il quattro volte iridato. "Nei giri conclusivi ho faticato molto con i pneumatici e non ho potuto lottare con Albon, come mi sarebbe piaciuto. Purtroppo non siamo dove vorremmo essere, ma almeno possiamo dire di aver veramente dato tutto quello che avevamo". Il dubbio che la Ferrari abbia deciso di scaricare Vettel troppo presto, pur tenendo conto dei molti errori compiuti da metà 2018 in avanti, tutto sommato resta. E ci si chiede se Leclerc abbia le spalle abbastanza grosse per caricarsi tutta la Ferrari nel 2021, di certo il 2020 gli sarà utile per maturare ulteriore esperienza.  

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Giovedì 23 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 24-07-2020 13:46 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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