Andrè Lotterer, il pilota Porsche è il più anziano dei piloti in attività in Formula E

Lotterer (Porsche), già due volte sul podio a Roma: «Tracciato stimolante e senza vie di fuga. La gara più importante è sempre la prossima

di Mattia Eccheli
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STOCCARDA – Con i suoi 40 anni, Andrè Lotterer è il più anziano dei piloti in attività in Formula E, campionato nel quale ha preso parte a 54 gare, senza mai vincerne una. Con il connazionale Nick Heidfeld condivide il primato di podi, 8, fra chi non è riuscito ad arrivare primo. Ma Lotterer è uno che non molla e che non si tira indietro, nemmeno quando si tratta di fare a “sportellate”. Il tedesco torna a Roma per la quarta volta, la seconda con il team Porsche Tag Heuer. Nella capitale, dove si corre sabato 9 e domenica 10 aprile, è già stato sia secondo (2019), sia terzo (2018). 

«A Roma sono già salito due volte sul podio – ricorda Lotterer – e ci vengo con buone sensazioni perché mi è andata bene. Non l'anno scorso, purtroppo, anche se le qualifiche erano state buone. Correre a Roma è speciale perché è una città ricca di storia e c'è il supporto dei tifosi italiani. E poi mi piace molto il tracciato, il più lungo del campionato. È vario con molti muri e senza vie di fuga: è estremamente stimolante».

Le manca ancora il successo: ha rimpianti per un paio di vittorie mancate?

«Nel motorsport conta sempre la gara successiva. È ovvio che ci siano sconfitte e che ci siano cose che rimangono nella testa, ma quelle vanno analizzate alla fine per trarne le giuste conclusioni. Solo così si migliora».

Com'è nella squadra: è Wehrlein che impara da Lotterer o il contrario?

«Direi che c'è una reciprocità. Siamo molto diversi, ma funzioniamo bene assieme. Abbiamo punti di forza differenti: una volta uno è più veloce in una curva, un'altra l'altro frena meglio. Al simulatore Pascal è velocissimo in partenza, mentre io impiego un po' più di tempo perché mi manga la risposta della monoposto e così mi guardo cosa fa lui. Siamo entrambi molto ambiziosi, motiviamo la squadra e contribuiamo allo sviluppo della macchina, e siamo anche rivali. Ma andiamo nella stessa direzione e ci scambiamo molte informazioni per far primeggiare la squadra».

Qual è la marcia in più della Formula E?

«È una competizione con un senso. Con i motori elettrici contribuiamo allo sviluppo di una forma di mobilità del futuro: sono fiero di far parte di questo processo. Parlano a favore della Formula E anche l'elevata competitività: ognuno può vincere e per questo abilità nella guida e giusta tattica contano molto. E poi ci sono i circuiti cittadini nelle città più belle al mondo e la grande vicinanza dei tifosi».

Quindi non le manca il rumore dei motori?

«Nella monoposto noi ne percepiamo comunque, anche se non è lo stesso delle vetture con motore termico. Il vantaggio è che le comunicazioni con il muretto, fondamentali nella Formula E, diventano più facili».

La più importante serie del motorsport sarà elettrica o sarà la Formula 1 ad elettrificazione spinta?

«Difficile dirlo. I motori elettrici faranno sicuramente parte del futuro, ma nel motorsport possono convivere entrambe. Vedo però in leggero la vantaggio la Formula E, perché accanto alla sostenibilità ha anche la vicinanza agli appassionati grazie alle corse urbane. Portare le gare dove c'è la gente è un'idea geniale».

Cosa si aspetta dalle monoposto Gen3?

«L'evoluzione sarà maggiore rispetto al salto tra la Gen1 e la Gen2: le monoposto saranno più leggere, più piccole, la ricarica sarà più veloce e ci saranno soste ai box. Ogni pilota è contento di maggiori prestazioni e più velocità e anche di un'efficienza superiore. Sarà molto interessante scoprire come saranno».

Alla Porsche ha “ritrovato” Tag Heuer, marchio con il quale ha un lungo legame...

«A parte il fatto che quando vado in bici, gioco a tennis, vado con gli sci e pratico il fondo porto il loro Connected Watch con il cardiofrequenzimetro che mi fornisce anche altri dati, sì, è vero. Sognavo un Tag Heuer fin da quando ero piccolo e seguivo Ayrton Senna, che ne aveva uno. Ho infastidito talmente tanto i miei genitori, che al diciottesimo compleanno me ne hanno regalato uno, era un cronografo».»

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Martedì 5 Aprile 2022 - Ultimo aggiornamento: 08-04-2022 09:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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