Formula 1, Mazepin il Terribile al debutto tra le critiche: «Pronto a dimostrare che non sono così»

Formula 1, Mazepin “il Terribile” al debutto tra le critiche: «Pronto a dimostrare che non sono così»

di Benedetto Saccà
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ROMA – Illudendosi forse di potersi permettere di tutto, giacché in possesso di enormi quantità di denari, Nikita Dmitryevich Mazepin si distingue puntualmente dalla massa poiché bravissimo a dimostrare di non aver capito un bel nulla. Male? Malissimo. Per i miliardi di persone che non l’hanno mai sentito nemmeno nominare per sbaglio, Mazepin è un ragazzotto russo di 22 anni che – solo grazie al ricchissimo papà Dmitry – nella vita fa, o gioca a fare, il pilota di Formula 1. O meglio. Fino alla scorsa stagione lo si riconosceva per gli atteggiamenti da bulletto in Formula 2, mentre da sabato sarà alla guida della Haas in F1. Ma si rende necessaria, a questo punto, una premessa. E cioè. Papà Dmitry non è semplicemente ricco tipo Leo Messi. No. È ricco sfondato tipo Zio Paperone, dato che è il chairman – il presidente – della Uralchem, un mastodonte che produce nitrato di ammonio e fertilizzanti di ammoniaca e azoto in Russia, e ha nel portafoglio giusto alcuni spicci da 1,5 miliardi di dollari. Ah, è anche amicone di Vladimir Putin – il che non guasta mai, a certi livelli.

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Dunque. Ecco Mazepin figlio. L’ultima volta che è stato simpatico è stato a quattro anni, raccontano gli amici che (chissà come mai...) ormai parlano solo in presenza dei loro avvocati o direttamente coperti da anonimato. Poi aggiungono: forse, a quattro anni. Insomma. Con i soldi Nikita probabilmente crede di poter comprare tutto, compresa la prepotenza di poter combinare qualsiasi cosa. La sua unica legge è il proprio desiderio. Brividi.

Inutile fingere. Mazepin, in Formula 1, non lo vuole praticamente nessuno. Sovverrà la domanda: e allora perché è lì? Facile: perché il padre ha una slavina di soldi, la Haas versa(va) in condizioni tragiche e i rubli di papà Dmitry (che – ricordiamo – è pur sempre un amico di Putin) possono tornare, andremo a dire, molto utili... 

Adesso. Se Mazepin nuocesse soltanto a se stesso, be’, sarebbe un problema molto serio ma quanto meno circoscritto. Il vero dramma è che Mazepin arreca sovente disturbi anche al prossimo. Il che è francamente intollerabile. Le sue malefatte riempiono due pagine di quaderno, anzi, di quadernone di quinta elementare, a dire il vero, quelli a righe larghe. Una sorta di disdicevolissimi cahiers de doléances

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Ad esempio. Alcuni mesi fa è apparso su Instagram un video (onestamente) esecrabile che ritraeva Mazepin intento a palpeggiare in auto una ragazza – per l’esattezza la modella Andrea D’Ival. Un gesto di violenza. Punto. E tuttavia. Prima la donna ha difeso Mazepin sostenendo di esserne amica (ah, così farebbero gli amici?), poi ha ritrattato la tesi scrivendo a una follower sui social (ma più probabilmente parlando a se stessa): «I corpi femminili non sono lì per accogliere i pensieri maschili e nemmeno le azioni. Non lasciare che nessuno ti tocchi o ti tratti in modo irrispettoso». Immediatamente la scuderia di Mazepin ha condannato il gesto, sia pur con poca convinzione. E con lievissimo ritardo (cioè tipo 96 ore fa), impacciatissimo, lui ha frenato in bilico sul cornicione: «Ho sbagliato, sono pronto a dimostrare che non sono così». Staremo a vedere.

Al proposito, per tenersi in forma nei mesi passati, il ragazzotto con il cognome da ansiolitico ha anche pensato bene di rilasciare sprezzanti dichiarazioni sul nuovo compagno di squadra, ovvero Mick Schumacher, il figlio di Michael il grande. «Onestamente il suo nome non mi importa...», ha tenuto a farci sapere per forza. Finita qui? Macché. Non fosse già abbastanza, durante una diretta social di George Russell, talento (lui sì...) della Williams, Nikita ha commentato credendo forse di far ridere qualcuno: «Amico, ho un segreto che ti riguarda che molti chiamerebbero coming out». Come se, pure fosse, nel 2021 il coming out possa essere motivo di ironie. 

Infine. Tanto per impreziosire la galleria degli orrori, Mazepin junior ha nell’ordine richiesto foto intime a ragazze su Instagram; tentato di amministrare giustizia da sé dopo un Gp di F3 nel 2016, al culmine di un tesissimo tafferuglio con il collega Callum Ilott; scarabocchiato qua e là commentini vagamente razzisti. 

Siccome (anche se talvolta non si direbbe) nel mondo ci sono pure un sacco di persone perbene, il pianeta dei social ha avuto un sussulto di dignità e ha coniato un hashtag (e cioè WeSayNoToMazepin) per chiedere l’allontanamento del pilota dalla Formula 1. La Haas, in chiaro e tragico imbarazzo, ha sorvolato. O, meglio, ha solo evitato di esporre il viziatissimo russo ai media. E i colleghi piloti? Ne temono le follìe e la guida inutilmente arrogante in pista. Forse, ecco, Nikita potrebbe e dovrebbe imparare da Lewis Hamilton. Classe, talento, altruismo ed eleganza. Un signore. In pista e, soprattutto, fuori.

 

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Mercoledì 24 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 03-06-2021 17:11 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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