Nella foto, Perez in lotta con Russell

Perez entra in gioco per il titolo iridato, ma la Red Bull... gli tarpa le ali

di Massimo Costa
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Arrabbiato, deluso anche. Ma essendo in F1 da oltre un decennio, precisamente dal 2011, sa come gira il mondo e con i media non ha mancato di essere diplomatico, come piace alle squadre. Sergio Perez a un certo punto del GP di Spagna pensava che la vittoria fosse nelle sue mani. Ma in Red Bull hanno messo subito le cose in chiaro, adottando una strategia gomme che ha favorito inevitabilmente il compagno Max Verstappen “Sono contento per il team per il risultato ottenuto, ma dobbiamo parlare”. Così, lapidario, Sergio Perez si era pronunciato via radio con gli uomini Red Bull appena tagliato il traguardo in seconda posizione. Sceso dalla monoposto, toltosi il casco, scuro in volto, si è avvicinato a Christian Horner ed Helmut Marko i quali ci hanno provato a complimentarsi e a sorridergli, ma Perez non ha replicato rimanendo serio e balbettando qualcosa.

Durante il Gran Premio, altri messaggi radio. Quando Verstappen lottava duramente con George Russell non riuscendo a superarlo, DRS o non DRS, Perez si è avvicinato di gran carriera e ha cominciato a suggerire al team di dire a Verstappen di farlo passare: “Ho le gomme migliori, supero Russell in un attimo”. E questo lo ha dimostrato successivamente, ma al primo invito di Perez il team non ha risposto positivamente. E nel prosieguo della gara, quando Sergio era davanti a Verstappen e poteva anche pensare di puntare alla vittoria giocandosela con il compagno di squadra, che con gomme fresche si avvicinava rapidamente, gli è stato detto di alzare il piede e farsi da parte. Senza se e senza ma. “Non è giusto”, ha detto angosciato Perez.

Questo accade in Red Bull da sempre, o meglio, da quando c’è l’olandese. Lo sa bene Daniel Ricciardo, che ha fatto le valigie anni fa quando aveva intuito che tutta la squadra era concentrata su Verstappen, se ne è accorto Pierre Gasly, bruciato in pochi mesi al pari di Alexander Albon, anche se per altri motivi, mancanza di competitività. Perez è un pilota che dopo una stagione in Red Bull in cui si è dovuto adeguare ad una monoposto completamente cucita per Verstappen, e in più di una occasione ha giocato perfettamente il ruolo del compagno di squadra perfetto aiutandolo in alcune circostanze, non ultima la gara finale di Abu Dhabi, quest’anno ha cominciato la stagione con mire ben diverse.

Le nuove regole tecniche, una RB18 disegnata partendo da un progetto su carta bianca, non ha fatto trovare impreparato Perez. Certo, in qualifica appare evidente che non ha il passo sul giro secco di Verstappen, ma in gara il messicano ha grandi capacità di gestione delle gomme e di leggere con lucidità lo svolgimento dei Gran Premi. Il suo avvio di stagione è veramente eccellente tanto che conta ben 85 punti che lo posizionano al terzo posto della classifica piloti. In pratica, a un soffio da Leclerc e Verstappen. Per questo, Perez è apparso assai dispiaciuto di dover alzare il piede, anche se in Red Bull non ci hanno pensato, lui si sente in piena corsa per il titolo iridato. Basta poco, pochissimo, per entrare nel duello tra il monegasco e l’olandese.

Ma la Red Bull domenica gli ha fatto capire che lui non deve intromettersi. Un brutto risveglio per Perez che dopo il ritiro di Sakhir per problemi tecnici, che avevano fermato anche il campione del mondo, ha inanellato una serie di risultati notevoli come tre secondi posti e due quarti. Ma Perez poteva realmente vincere il GP di Spagna? Con una strategia migliore probabilmente sì. Sarebbe bello vedere i due piloti Red Bull liberi di giocarsela. Perez è un tipetto che nei duelli non teme nessuno, lo abbiamo conosciuto bene nei suoi 219 GP disputati. E quindi, decretare che Verstappen facilmente si sarebbe liberato di Perez anche in situazione di parità gomme, senza l’ordine arrivato da Horner, non è scritto da nessuna parte.

E proprio il team principal Red Bull ha voluto gettare acqua sul fuoco: “Sergio non può vedere quel che leggiamo noi dai dati che emergono durante la gara, come il consumo gomme eccetera. Max era più veloce, c’era l’opportunità affinché conquistasse il Gran Premio e non ce la siamo fatta scappare”. Opinione rispettabilissima, ma quando afferma che Verstappen era più veloce, dimentica che nella fase del duello Russell-Verstappen era Perez a viaggiare più rapido, ma non gli è stata data alcuna possibilità.

Poco male, Sergio ha ricevuto il messaggio, probabilmente non pensava di dover mettere la freccia a destra dopo appena sei gare, e per non creare inutili frizioni interne si è adeguato. Questo non vuol dire che condivida quanto richiesto da Horner. Ma alla fine ci sono contratti in essere e futuri, e per Perez quello che sta vivendo in un top team come la Red Bull non gli era mai capitato prima nella sua lunga carriera spesa tra Sauber, McLaren, Force India poi divenuta Racing Point.

Una situazione che non può permettersi di gettare via per capriccio a 32 anni e che in passato è già stata vissuta in altre squadre da piloti come Rubens Barrichello, per esempio, costretto con brusche maniere a cedere li passo in alcune corse a Michael Schumacher, pena la revisione o addirittura la rescissione del contratto, come ha recentemente raccontato il brasiliano. Perez vivacchierà, aspetterà la sua occasione, cercherà di continuare a portare punti importanti per la Red Bull e conquistarsi anche per il futuro un buon contratto dalla Red Bull. Del resto all’orizzonte non si vede un pilota del gruppo Red Bull in grado di sostituirlo. Pierre Gasly ci crede sempre, ma le sue prestazioni non sono granché ultimamente, Yuki Tsunoda deve ancora maturare non poco, quindi Perez può stare tranquillo. Sempre che si faccia da parte.

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Giovedì 26 Maggio 2022 - Ultimo aggiornamento: 27-05-2022 14:51 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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