Jean-Éric Vergne festeggia il titolo sul podio di New York con il suo team

Vergne, finalmente “le roi c’est moi”. Dalla F1 all’Endurance: un driver totale

di Nicola Desiderio
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NEW YORK - Le roi c’est moi, ma il re non è nudo, anzi è vestito del tricolore francese nel giorno in cui i “bleu” hanno conquistato la Coppa del Mondo di calcio. Il re delle stagione 4 di Formula E 2017-2018 è Jean-Éric Vergne e, se anche il titolo di Campione non è formalmente “mondiale”, il transalpino lo ha conquistato contro 19 piloti di livello assoluto che si sono sfidati sui circuiti di quattro diversi Continenti. Una vittoria incontestabile, resa perfetta dal capolavoro tattico di New York City dove Vergne ha pensato dapprima ad archiviare la pratica titolo e poi ha chiuso in bellezza facendo sentire la voce del padrone con una vittoria delle sue. «Fantastico! Sono dispiaciuto per il team che ha perso il titolo all’ultima gara – ha affermato il neo campione – ma penso che possiamo essere comunque contenti per quello che abbiamo ottenuto. Ho già fame per la prossima stagione e non vedo l’ora di ricominciare di nuovo insieme con la Techeetah!».
 

Nato il 25 aprile del 1990 a Pontoise, a Nord Ovest di Parigi, Vergne è nato per guidare: «Se non avessi fatto il pilota – ricorda il francese – avrei fatto il tassista!». Inizia nei kart a 5 anni, passa in Formula Renault e nel 2010 si trasferisce nel Regno Unito per correre il campionato nazionale di Formula 3 dove chiude i conti già a metà stagione vincendo tutte e 6 le gare iniziali delle 12 in totale. Nel 2012 arriva alla corte di Helmut Marko, chioccia dei piloti destinati alla Red Bull. Dopo però 3 stagioni alla Toro Rosso e 51 punti conquistati in 58 Gran Premi, invece di essere promosso, nel 2014 viene messo alla porta. Ma ecco che si apre il fatidico portone: diventa collaudatore della Ferrari fino al febbraio del 2017. Proprio negli stessi mesi è partita l’avventura della Formula E e al pilota di Pontoise viene offerto un volante dal Team Andretti per sostituire il connazionale Franck Montagny. L’esordio è per il round 3 a Punta de L’Este ed è di quelli scoppiettanti: pole position e, anche se in gara non va oltre il 14° posto, arriva 7° in campionato.
 

 

La stagione successiva passa alla Virgin e si piazza 9° e l’anno dopo approda finalmente alla Techeetah e, dopo 5 piazzamenti, ottiene la sua prima vittoria in occasione dell’ultimo round, a Montreal. Ma è nella stagione appena conclusa che Vergne consacra il proprio talento: nessuno è stato più veloce di lui in qualifica (4 pole position) e altrettanto vincente (4 vittorie) conquistando lo scettro simbolico dell’unico pilota capace di andare a punti in tutti e 12 i round della stagione 4. Ma quel che ha fatto davvero la differenza è la sua capacità nei duelli che gli ha permesso di guadagnare posizioni su posizioni in caso di rimonta e di arginare i tentativi degli avversari mentre era in testa. Eppure per il pilota Vergne la stagione non è finita. Nel WEC, dove corre nella classe LMP2 con la sua Oreca-Gibson, ha già vinto la 6 Ore di Spa-Francorchamps e avrebbe fatto lo stesso alla 24 Ore di Le Mans: peccato che all’arrivo il suo team, la G-Drive Racing, sia stato squalificato per irregolarità del sistema di rifornimento. Insomma, un pilota completo che ha ritrovato se stesso.
 

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Giovedì 26 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 18:39 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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