Tommaso Volpe, a capo di Nissan Motorsport

Volpe, Nissan Motorsport: «Negli E-Prix di Roma voglio un regalo dai nostri piloti»

di Nicola Desiderio
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Tommaso Volpe è da un anno il direttore di Nissan Motorsport e per la sua prima corsa in patria ha un sogno nel cuore.
«Sono l’unico italiano a capo di un team – dice sorridendo il numero uno di Nismo – dunque per la mia prima gara in Italia, mi attendo un regalo dai nostri due piloti».


Lei viene da un mondo altamente professionale come la Formula 1. Quale livello ha trovato in Formula E quali sono le differenze?
«La mia prima esperienza personale in Formula E è stata a Pechino nel 2014. Lo scorso anno, al mio debutto nel mio nuovo ruolo a Berlino ho trovato un mondo completamente diverso. Il livello di professionalità in 7 stagioni ha fatto passi avanti incredibili e credo che sia ormai comparabile. La complessità invece è inferiore perché in Formula E sono standard parti come lo chassis e l’aerodinamica che in Formula 1 è decisiva».


Tecnicamente qual è l’anello di congiunzione tra le monoposto di Formula E e le Nissan elettriche stradali?
«Per noi il trasferimento tecnologico finora è avvenuto dalla strada alla pista sfruttando l’enorme esperienza accumulata con la Leaf. Ovviamente l’obiettivo è compiere l’inverso in due aree fondamentali: il software per la gestione dell’energia e l’efficienza del powertrain, dove il trasferimento è possibile in entrambi i sensi».


I regolamenti tecnici per la Gen3 sono stati praticamente definiti. È soddisfatto o avrebbe voluto qualcosa di diverso?
«Io credo che la Gen3 sia un passo avanti notevole perché è più leggera, più potente e le gare saranno più spettacolari. I pit stop aumenteranno quel livello di complessità del quale parlavo prima e renderà questo sport più interessante, competitivo ed incerto di quanto non lo sia già. La Formula E è inoltre la categoria più interattiva verso il pubblico e la più aperta all’innovazione perché si corre in città. E nel futuro potrebbe accogliere anche tecnologie che hanno a che fare con la guida autonoma e la connettività che sono i campi di innovazione principale per l’automobile».

Allora perché case attente all’innovazione, come Audi e BMW vogliono abbandonare questa categoria?
«Non posso commentare le decisioni di altre case. Noi di Nissan consideriamo la Formula E la piattaforma di motorsport più importante e siamo, in termini di volumi, il costruttore più grande e globale coinvolto».

Non ha il timore che la Gen3 possa essere difficile da gestire sui percorsi cittadini per le prestazioni e le potenze di ricarica in gioco?
«Queste tematiche sono sicuramente fondamentali, ma credo che dare loro soluzioni sia parte del progresso tecnologico e fornirà ulteriori motivazioni alla diffusione e all’accettabilità della mobilità elettrica. C’è inoltre l’impegno a mantenere un buon numero di gare in città che rendono la Formula E unica nel suo genere».

C’è una platea di campionati elettrici sempre più ampia. Le state considerando o rimarrete solo in Formula E?
«La Formula E si adatta perfettamente alla nostra strategia perché è una categoria prototipale che non ha affinità dirette con il prodotto di serie, ma ha una visibilità globale. Per quelle invece in cui tale vicinanza è maggiore come le GT, sono necessari prodotti specifici. Quando li avremo, prenderemo in considerazione anche tali categorie».

Permettere lo sviluppo della batteria ai team ne accelererebbe il progresso tecnologico?
«Da un certo punto di vista, la risposta è sì, ma bisogna anche pensare che una batteria per un’auto da corsa sarebbe molto diversa da quella di un’auto da strada e dunque la sua tecnologia poco trasferibile. Credo che il valore tecnologico maggiore sia rappresentato dalla gestione dell’energia e dall’efficienza del powertrain».

Nissan si è dimostrata molto veloce sin dal debutto in qualifica, meno efficace in gara. Quest’anno puntate a migliorare in questo aspetto?
«Abbiamo corso due stagioni eccellenti raggiungendo come squadra il 4° posto al debutto e 2° posto lo scorso anno. Abbiamo fatto errori, ma il bilancio è sicuramente positivo. Dobbiamo invece imparare ancora nella gestione e nella definizione della strategia di gara».

Nei primi due round abbiamo rivisto un livello di combattività notevole. Probabilmente perché i piloti hanno più energia e possono andare di più all’attacco. È d’accordo?
«Sì, ma anche l’antagonismo è cresciuto. Il livello dei piloti sale costantemente e non dimentichiamo di quali e quante siano le case costruttrici coinvolte».

Il circuito di Roma piace molto ai piloti e ora è ancora più veloce e probante. Che cosa ne pensa?
«Penso che sia un tracciato molto bello e selettivo, con un tratto di piena accelerazione molto lungo. Per questo sarà importante capire come gestire al meglio l’energia. Ci aspettavamo qualcosa di più dai primi due round in Arabia Saudita, ma speriamo di riscattarci a Roma e di fare bene per tutto resto del campionato».

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Martedì 13 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 17:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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