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AUSTIN – Il FIA WEC è tornato in America ma, a differenza degli ultimi anni, il teatro di sfida si è spostato dallo storico e affascinante circuito di Sebring al tecnico e avveniristico COTA di Austin. Cambiano i tracciati, ma a siglare la pole position in USA è sempre una Ferrari. Se la scorsa stagione era toccato ad Antonio Fuoco firmare la prima Hyperpole della 499P LMH, quest’anno a mettere tutti in riga è stato Antonio Giovinazzi.
Dopo aver preso le misure, ottenendo il riferimento in occasione delle seconde prove libere di ieri, il pugliese della Ferrari quest’oggi è subito salito in cattedra. Unico a scendere sotto il muro del minuto e cinquanta secondi nella prima sessione di qualifica, Giovinazzi ha messo immediatamente in chiaro le cose. L’alfiere della Ferrari ha poi stampato un crono di 1’50”390 conquistando l’Hyperpole. A completare la festa in Ferrari ci ha pensato Robert Kubica che, al volante della 499P gestita da AF Corse, proprio nel suo ultimo tentativo ha artigliato il secondo crono.
A scattare dalla seconda fila della Lone Star Le Mans ci sarà la Cadillac V-Series.R, con Alex Lynn che si è visto strappare per soli tredici millesimi la seconda piazzola da Kubica, e l’Alpine di un velocissimo Charles Milesi. Quinto crono per Fuoco che nell’ultimo giro non è riuscito a dare la zampata vincente. Matt Campbell, sesto, è stato il più veloce tra i piloti Porsche, ma in generale le 963 LMDh sinora ad Austin hanno sofferto problemi di assetto.
Per la prima volta, dall’inizio della stagione del WEC, entrambe le BMW M Hybrid V8 sono riuscite a entrare nella Hyperpole. Siglando il settimo tempo, Robin Frijns ha avuto la meglio sul compagno di squadra Dries Vanthoor per appena cinquantasei millesimi. Qualifiche deludenti per Toyota che, complice un BoP (Balance of Performance) non favorevole, sono sprofondate a metà classifica. Se Kamui Kobayashi ha salvato l’onore, siglando il nono crono, Sebastien Buemi non ha passato la tagliola della prima qualifica chiudendo dodicesimo.
Sessione dal doppio volto anche per il Team Jota. Se Norman Nato ha completato la top 10, il compagno di team Jenson Button si è reso protagonista di un testacoda proprio nelle ultime battute chiudendo la qualifica diciassettesimo. Condizionato dalla portiera della sua Alpine A424 difettosa, Mick Schumacher non è andato oltre il tredicesimo crono. Per appena venti millesimi Mikkel Jensen non è riuscito a portare la Peugeot 9X8 nell’ultima sessione, mentre Paul di Resta ha terminato quindicesimo alle spalle della Porsche di Kevin Estre. A chiudere la classifica delle Hypercar la Lamborghini SC63 LMDh portata in pista da Daniil Kvyat.
Prima Hyperpole nel Mondiale Endurance per Ian James (nella foto sopra). Il pilota angloamericano ha siglato il riferimento di classe LMGT3 al volante dell’Aston Martin Vantage GT3 gestita dal suo team Heart of Racing. Doppia soddisfazione per James che ha fermato le lancette del cronometro in 2’05”587 battendo, per soli diciassette centesimi, Sarah Bovy costretta ad alzare bandiera bianca negli ultimi istanti per noie al servosterzo della sua Lamborghini Huracán GT3.
François Heriau ha portato la Ferrari 296 GT3 in terza pozione. Il francese scatterà dalla seconda fila affiancato dalla Porsche 911 GT3 del leader di campionato Alex Malykhin. Top 5 per Tom Van Rompuy che ha piazzato la sua Corvette Z06 davanti la Ferrari di Thomas Flohr e la McLaren 702S di James Cottingham.
Clement Mateu, al volante dell’Aston Martin, è riuscito a tenere dietro il campione in carica Ben Keating, per l’occasione alla sua prima presa di contatto con la Ford Mustang del Proton Competition. A chiudere la top 10 delle LMGT3 ci ha pensato l’alfiere BMW Darren Leung. Mentre la M4 GT3 numero 46, portata in pista da Ahmad Al Harthy, scatterà dalla quindicesima piazzola.
FIA WEC – 6 Ore COTA Austin: Risultati Qualifica