Un bozzetto di ipotesi per una vettura basata sul regolamento LMDh che andrà in vigore nel 2022 e sarà in comune tra i campionati WEC e IMSA

WEC e Imsa d’accordo: con il nuovo regolamento LMDh le stesse vetture a Le Mans e a Daytona

di Nicola Desiderio
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I campionati WEC e IMSA vanno verso la convergenza e il primo passo sarà il regolamento LMDh che consentirà di vedere le stesse vetture schierate nei due campionati di durata a partire dal 2022. Il regolamento oramai è pronto e per presentarlo insieme a Le Mans, insieme al presidente dell’ACO Pierre Fillon, c’era il suo omologo John Doonan in carne ed ossa, circostanza tutt’altro che trascurabile di questi tempi.

Le LMDh saranno prototipi che avranno lunghezza massima di 5,1 metri, una larghezza di 2 e un passo di 3,15 metri. Il peso minimo sarà di 1.030 kg e l’aerodinamica avrà un indice pari a 4 cioè la deportanza sarà 4 volte superiore alla resistenza all’avanzamento. Per il telaio ci si potrà rivolgere a 4 costruttori: Dallara, Ligier, Multimatic e Oreca. Il fondo vettura sarà praticamente unificato mentre la parte superiore potrà essere adattata maggiormente tenendo conto anche delle esigenze estetiche e del brand. Tutta la vettura dovrà avere un costo non superiore al milione di euro, comprendendo i 300mila della parte elettrica del sistema ibrido e i 345mila del telaio.

Il powertrain sarà invece da acquistare a parte. Potrà essere quello standard fornito dalla Gibson (fornitrice di alcuni team di LMP1 e di tutti quelli di LMP2) oppure avere un sistema ibrido la cui parte termica potrà essere scelta o sviluppata internamente, utilizzando però componenti ibridi standard. La trasmissione è infatti della X-Trac e include il motore elettrico Bosch, fornitore anche dell’elettronica di potenza (con software bloccato) mentre la batteria è della Williams, fornitore di Formula E per le vetture Gen1 e  le prossime Gen3. La potenza totale del motore è di 500 kW con una parte elettrica capace di erogare fino a 50 kW e recuperare 200 kW. Il sistema è concepito per durare 22.000 km.

Il nuovo regolamento sembra aver sortito già molto interesse. Lo hanno dichiarato in modo ufficiale la Ferrari, per bocca di Mattia Binotto e di Antonio Colletta, la McLaren attraverso Zak Brown e la Porsche con Fritz Enzinger che, in qualità di responsabile del motorsport, è anche vicepresidente e membro del consiglio di amministrazione. André Lotterer e Neel Jani, piloti della casa di Zuffenhausen in Formula E oltre che già vincitori della 24 di Le Mans e di titoli WEC, si sono detti già disponibili a guidare una LMDh della Cavallina. Si parla persino di Ford e Lamborghini. La speranza è reclutare tutti i marchi che oggi corrono nella classe DPi (con chassis derivato dalla LMP2) dell’Imsa ovvero Cadillac, Honda, Mazda e Nissan e coinvolgerne altri. Vedere le stesse vetture gareggiare alla 24 Ore di Daytona e a Le Mans sarebbe uno spettacolo.

Nel corso della conferenza stampa, Doonan non si è sbottonato ma, sorridendo sotto i baffi, ha ammesso di aver ricevuto diverse manifestazioni di interesse concreto da parte di marchi prestigiosi. Più complesso appare l’allineamento sportivo con la nuova classe LMH che, a differenza della LMDh, si basa su vetture senza parti standard e dunque è nettamente più costosa. Fillon ha fatto capire che tutte e due saranno incluse in una superclasse che conterrà la parola “Hypercar”. L’ACO preme per introdurre le LMDh dal 2022, dall’altra parte dell’Atlantico invece vorrebbero spostare tutto al 2023. Tutte da vedere infine le regole del Balance of Performance, che dovrebbe rendere simili le prestazioni delle due classi, e se ci sarà reciprocità, ovvero se le LMH potranno correre anche nell’IMSA.  

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Sabato 19 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 21-09-2020 10:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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