La flotta del Ferretti Group

Ambiente, svolta nella nautica da diporto: Ferretti Group ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità

di Sergio Troise
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FORLI’ - A differenza del settore automotive, ormai avviato a pieno regime verso un modello di sviluppo sempre più rispettoso del pianeta, il mondo della nautica da diporto procede a rilento sul versante dell’innovazione responsabile: se è vero, infatti, che le attività di ricerca e sviluppo sul versante della compatibilità ambientale sono abbastanza ben avviate anche nel mondo della marina mercantile, con navi di ultima generazione capaci di entrare e uscire dai porti a emissioni zero, i cantieri produttori di yacht più o meno grandi e più o meno lussuosi sembrano ancora lontani dall’imboccare con convinzione la rotta della sostenibilità ambientale. In questo scenario non proprio incoraggiante, però, ci sono eccezioni di sicuro interesse. Alcune provengono dal mondo dei motori, con lo sviluppo di soluzioni ibride, in qualche caso anche full electric (in particolare per i catamarani e per piccole imbarcazioni adatte alla navigazione lacustre o nelle aree marine protette), altre coinvolgono invece l’intero processo produttivo.

In anticipo su tutti, su questo versante virtuoso, si segnala il Gruppo Ferretti, titolare di ben otto brand di prestigio (Ferretti Yacht, Pershing, Riva, Itama, Mochi Craft, CRN, Custom Line, Wally), che per primo tra i grandi nomi della nautica da diporto ha pubblicato il bilancio di sostenibilità delle sue attività d’impresa: un modo concreto per testimoniare formalmente l’avvio di un percorso che punta a minimizzare l’impatto ambientale delle attività produttive e delle imbarcazioni stesse.

“Per crescere e mantenersi stabilmente ai vertici è fondamentale lavorare sugli impatti economici, ambientali e sociali che la nostra attività produce sui territori in cui operiamo. Non c’è successo di vendite che non debba andare di pari passo con la responsabilità nel fare impresa” ha tenuto a dire l’avvocato Alberto Galassi, amministratore delegato di Ferretti Group, nel commentare la pubblicazione del rapporto.

“Sono tanti - ha aggiunto Galassi - gli stakeholder che ci guardano e interagiscono con noi: le loro esigenze e aspettative sul tema della sostenibilità sono importanti nella definizione delle azioni che attuiamo quotidianamente per gestire e mitigare l’impatto delle nostre strategie di crescita. Per questo motivo, e per testimoniare la nostra responsabilità nel fare impresa, abbiamo deciso di avviare un processo formale che ci ha portato alla redazione del primo bilancio di sostenibilità, primo per Ferretti Group e primo nel settore della nautica italiana.”

L’attività di ricerca e sviluppo dei cantieri controllati dalla holding italo-cinese è stata concentrata dunque sull’impiego di materiali performanti e sostenibili e sulla riduzione dei consumi energetici. Più in dettaglio: nell’interior design, il legno utilizzato proviene da foreste certificate, gestite secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Sembrerebbe non coerente l’impiego della fibra di carbonio, materiale inquinante di cui si fa largo uso su molte imbarcazioni del Gruppo; ma viene spiegato che c’è un rovescio della medaglia: “L’impiego della fibra di carbonio permette di ottenere un notevole alleggerimento dello scafo, così da realizzare yacht più efficienti e in grado di consumare meno carburante”. Per la riduzione dei consumi risulta determinante, inoltre, la ricerca sui motori ibridi e su nuove tecnologie che consentono di incrementare ulteriormente l’alleggerimento.

Il rapporto Ferretti sulla sostenibilità ambientale riguarda anche l’efficientamento delle attività dei cantieri. In questo senso, la certificazione ISO 14001 sui sistemi di gestione ambientale, ottenuta per il sito di La Spezia, rappresenta il punto di partenza verso una gestione integrata degli impatti ambientali di tutti i processi produttivi, così come la certificazione IMO Tier III ottenuta da CRN, primo cantiere navale in Italia a raggiungere questo risultato, per un megayacht di 62 metri. Da citare, inoltre, l’installazione, ad Ancona, dell’impianto di trigenerazione per la produzione pulita di energia elettrica, termica e frigorifera.

Il primo bilancio di sostenibilità ambientale di Ferretti Group riguarda anche aspetti fondamentali come l’impatto sul territorio, la sfera sociale, la catena di fornitori e la centralità del capitale umano. Un valore importante, quest’ultimo, in quanto Ferretti Group conta oltre 2.500 lavoratori complessivamente (tra diretti e indiretti), per oltre l’85% impegnati sul territorio italiano, dove viene distribuito oltre il 75% del valore economico generato.

Per tutelare questo determinante capitale umano in tempi di pandemia, e mettere i cantieri in condizione di produrre senza rischi barche da consegnare perfettamente sanificate agli armatori che le acquistano in tutto il mondo, Ferretti Group ha adottato misure specifiche, tra cui la completa sanificazione del processo produttivo fino alla consegna della barca. E per questo motivo la holding ha ottenuto la Biosafety Trust Certification RINA, la prima certificazione volontaria per la prevenzione e il controllo delle infezioni, a tutela de lavoratori e dei clienti.

Se non bastasse, è stata attivata nel 2020 anche una polizza assicurativa che copre tutti i dipendenti, per tutelarli in caso di positività al virus. La polizza, riconfermata anche per il 2021, si unisce a un altro gesto di attenzione: i 1.500 saturimetri distribuiti ai dipendenti diretti. La consegna è stata decisa con la consulenza del professore Luca Richeldi, primario di pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico, che già a marzo aveva predisposto, assieme a Ferretti Group, il piano sanitario con cui è stata affrontata in sicurezza la fase più critica della pandemia.

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Martedì 19 Gennaio 2021 - Ultimo aggiornamento: 21-01-2021 14:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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