Assemblea Assarmatori

Assarmatori contro la Ue: “le nostre tasse non utilizzate per rinnovare le flotte”

di Antonino Pane
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Il Mediterraneo è la vera ricchezza dell’Europa, anche se la Ue stenta a capirlo. L’assemblea annuale di Assarmatori ha riproposto con forza la questione dell’Ets, la tassa imposta dall’Europa agli armatori per accompagnare la transizione ecologica e “che in realtà sta diventando solo un altro balzello per ripianare i bilanci pubblici. Così - ha spiegato il presidente Stefano Messina - il rinnovo delle flotte non si potrà fare”. 

Di tutt’altro tenore il rapporto col governo italiano. Là premier Giorgia Meloni, intervenuta con un videomessaggio ha messo le cose in chiaro; il trasporto via mare è troppo importante e la posizione dell’Italia al centro del Mediterraneo è strategica. Il nostro mare contiene solo l’1% dell’acqua salata del globo ma ci passa il 20% del traffico marittimo mondiale. Il governo è al fianco degli armatori e la blue economy è una priorità assoluta”.

Stefano Messina ha chiesto anche l’immediato superamento della distorsione per cui l’Italia sostiene economicamente i marittimi extracomunitari impiegati nei servizi internazionali e di crociera e non i marittimi italiani imbarcati sulle navi che effettuano i collegamenti di corto raggio. E definizione di un intervento mirato dello Stato per favorire il rinnovo e il ringiovanimento delle flotte dei traghetti in un mercato che non può essere supportato economicamente solo da finanziamenti privati; quindi, un nuovo schema di aiuti pubblici per i cantieri europei per rilanciare concretamente la cantieristica del continente senza ricorrere a insensate misure protezionistiche”.

Ma Messina all’Europa rimprovera non solo l’Ets. Muove circostanziate critiche alla politica marittima, industriale e ambientalista seguita negli ultimi anni dall’Unione europea. Assarmatori aderisce  Conftrasporto-Confcommercio che è riunisce armatori italiani, europei e di Paesi terzi cheoperano regolarmente in Italia. Convinti apprezzamenti per le battaglie portate avanti  sono arrivati dal ministro per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, dal  ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso; dal ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci; dal ministro della Salute Orazio Schillaci e del vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi. L’assemblea ha ricevuto anche il messaggio del Vice Presidente Esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto.

“La più grande flotta di traghetti al mondo, quella italiana, - ha sottolineato Messina - non potrà essere rinnovata esclusivamente con le risorse degli armatori ed è ora di dire la verità sulla favoletta dell’Ets, il prelievo ecologico su merci e passeggeri che avrebbe dovuto produrre proventi per il comparto marittimo al fine di finanziare innovazione, rinnovo della flotta, sicurezza. Non è così - ha rivelato Messina - perché il 50% di questi fondi è oggi destinato a tamponare il debito pubblico. Una modalità che deve essere cambiata, reindirizzando quelle risorse al settore che le ha generate e affrontando così, in modo concreto, il tema del rinnovo della flotta traghetti; rinnovo per il quale è indispensabile un intervento concreto dello Stato che affianchi le iniziative degli armatori”.

Messina ha quindi acceso i riflettori sull’urgenza di una massiccia opera di sburocratizzazione dell’ordinamento della navigazione e di digitalizzazione, fattori che rilancerebbero la competitività di una bandiera italiana che invece continua a perdere tonnellaggio a causa del flagging out verso bandiere di altri Stati, anche comunitari, che offrono tempi ridotti e procedure semplificate. 

Il Presidente dell’associazione armatoriale si è quindi concentrato sul tema del lavoro marittimo. “È mai possibile – la provocazione di Messina – che il nostro Paese sostenga economicamente i marittimi extracomunitari nei servizi internazionali e di crociera e non i marittimi, quasi tutti se non tutti italiani, che lavorano sulle navi impiegate nei servizi di corto raggio e in particolare nei collegamenti con le isole che assicurano la continuità territoriale?  È forse questa la ragione per cui abbiamo rinunciato a misurare il fenomeno dei marittimi non europei non dotandoci di un’anagrafe digitale dei marittimi? Di certo è una stortura inaccettabile, su cui si è pronunciata la Commissione Europea invitando l’Italia a rispettare le regole europee. Noi ci batteremo per far rispettare queste regole e per portare un beneficio concreto ad un comparto che ha bisogno di essere messo al centro delle politiche di sostegno all’occupazione”.

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mercoledì 2 luglio 2025 - Ultimo aggiornamento: 17:08 | © RIPRODUZIONE RISERVATA