Un mega yacht di Azimut-Benetti

Azimut-Benetti si conferma 1° produttore al mondo di mega yachts

di Sergio Troise
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VIAREGGIO - C’è un settore dell’industria italiana che non conosce crisi, naviga in acque sicure, aumenta la produzione, le vendite, l’export, il fatturato, l’occupazione, e guarda al futuro con la consapevolezza che difficilmente questi primati possano essere scalfiti. E’ il settore della nautica, in particolare della grande nautica, quella dedicata alla produzione di super yacht e mega yacht, un comparto in grado di esaltare capacità ingegneristiche e design, oltre che valorizzare l’integrazione tra industria e artigianato.

In Italia se ne parla poco, spesso focalizzando l’attenzione su aspetti collaterali, che scalfiscono l’immagine reale del comparto (lusso sfrenato, esibizionismo, evasione fiscale). Ma la realtà è un’altra, e non mancano esempi virtuosi, capaci di regalarci consenso internazionale.

La prova più recente arriva dal Regno Unito, sede di Boat International, prestigiosa rivista nautica che dal 1992 analizza i dati del mercato dei superyacht per mostrare la portata di un settore dall’importante ricaduta a livello globale. Ebbene, per la 23ma volta consecutiva il gruppo Azimut-Benetti si è classificato al primo posto del Global Order Book, la classifica annuale dei più grandi costruttori di yacht (189 cantieri attivi nei 5 continenti). Un successo prestigioso, che coinvolge anche altri grandi nomi della nostra nautica, come Sanlorenzo (2°), The Italian Sea Group (8°), Overmarine (10°), Palumbo (12°), Baglietto (13°), Cantiere delle Marche (19°). Tra i primi tre cantieri più produttivi figurerebbe anche il Gruppo Ferretti, ma come già avvenuto in passato la holding guidata dall’avvocato Alberto Galassi è rimasta fuori dal ranking per non aver fornito dati precisi sull’entità del proprio orderbook. Stesso discorso per gli inglesi di Sunseeker e Princess.

Il primato di Azimut-Benetti si spiega con numeri da record: in cantiere ci sono 168 progetti in fase di realizzazione, equivalenti a 5.991 metri di lunghezza! E nell’ultimo anno – vale la pena ricordarlo - l’azienda fondata da Paolo Vitelli ha incrementato il proprio portafoglio ordini fino al 2027 registrando un valore della produzione superiore a 1.2 miliardi di euro per l’anno in corso.

Di questi autentici exploit, non solo di Azimut-Benetti, ma di tutto il comparto, si parlerà con ogni probabilità nel corso dell’assemblea di fine anno di Confindustria Nautica, in programma a Roma giovedì 15 dicembre, con la partecipazione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi e di numerosi esponenti della politica, invitati – come già avvenuto tante volte in passato – a sostenere l’ulteriore crescita del comparto, proprio partendo dalla giusta considerazione che merita chi ha resistito a tutte le emergenze (pandemia, crisi economica, crisi politica). Il titolo dell’assemblea di fine anno è “Valore nautica, patrimonio Paese”, e tra gli ospiti invitati ci sono alcuni esponenti del Governo come Nello Musumeci (ministro del Mare), Daniele Santanchè (Turismo), Edoardo Rixi (vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti) e alcuni parlamentari.

Il primato mondiale di Azimut-Benetti, in particolare, merita un approfondimento. Su quali basi poggia? E come affronta, un’azienda familiare, le grandi sfide imposte dalla competizione nei cinque continenti? La prima risposta non riguarda le strategie ma le persone: ai vertici del gruppo Azimut-Benetti c’è Giovanna Vitelli, figlia del fondatore, e al suo fianco Marco Valle, ceo che vanta 25 anni nel Gruppo, all’interno del quale ha ricoperto numerosi ruoli di crescente responsabilità. Sullo sfondo, la figura di Paolo Vitelli, dal 1969 fondatore e presidente dell’azienda, imprenditore illuminato e lungimirante, oltre che coraggioso.

Questo management ha puntato molto sull’innovazione tecnologica, uno dei pilastri su cui si basa il successo del Gruppo. Ne è testimonianza il piano di investimenti da 130 milioni di euro in ricerca e sviluppo programmato per i prossimi 3 anni. Questi sforzi hanno portato allo sviluppo di nuovi prodotti e all’uso di tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto hanno permesso di raggiungere risultati concreti in termini di sostenibilità.

Un numero sempre crescente di yacht prodotti dal Gruppo garantisce infatti una riduzione dei consumi – e quindi delle emissioni di CO2 – dal 20 al 30% rispetto a modelli comparabili con carene a spigolo e linea d’asse tradizionale. Un risultato raggiunto grazie alla combinazione di tre fattori chiave: l’abbattimento del peso attraverso l’uso esteso del carbonio; lo sviluppo di carene sempre più efficienti, progettate ad hoc in base alle principali condizioni di utilizzo dei diversi modelli, e l’impiego di propulsioni innovative, incluse l’ibrida e l’elettrica.

Sul piano commerciale, inoltre, Azimut-Benetti può contare su una rete di 80 dealer che si avvale di 138 uffici vendita e assistenza garantendo una presenza diretta in tutto il mondo. Se a tutto ciò si aggiunge la grande affidabilità finanziaria, fondamentale soprattutto quando si parla di yacht con volumi importanti, si avrà chiaro il quadro di un successo a 360 gradi.

E il futuro? Che cosa riserva il futuro a questo gigante della grande nautica italiana? Una nota dell’azienda, diffusa all’indomani della proclamazione del primato nell’Order Book, ricorda che “figlio dello spirito imprenditoriale è il talent program Sea Your Future lanciato nel 2022, un’operazione che ha raccolto l’interesse di più di 600 candidati provenienti dalle migliori università italiane ed europee attirati dalla possibilità di entrare a far parte di una grande realtà internazionale che ha registrato in termini di occupazione una crescita del 10% di nuovi assunti in tutte le divisioni”.

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Domenica 1 Gennaio 2023 - Ultimo aggiornamento: 03-01-2023 11:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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