ROMA - Sarà varato non prima di marzo del 2022, ma il progetto è stato definito in tutti i dettagli e non c’è motivo di dubitare che il fortunato armatore che lo ha ordinato avrà tra le mani un autentico capolavoro del Made in Italy: parliamo dell’Oceanic 140 di Canados, il cantiere romano che dal 1946 ha messo in acqua più di 750 yacht fino a 36 metri di lunghezza, distinguendosi per la capacità di costruire tutto o quasi “in casa” e di valorizzare al meglio il mix tra tradizione e innovazione.
Il nuovo yacht, un Fast Expedition lungo quasi 43 metri (42,95 ft) con baglio massimo di 8,22, costruito in GRP (per la carena) e in Kevlar/Aramat (per le sovrastrutture), appartiene alla linea Oceanic, ovvero il top di gamma voluto da Michel Karsenti, l’imprenditore francese che ha avuto il merito di rilanciare lo storico marchio laziale anche attraverso le linee di produzione Gladiator e Canados Yachts: imbarcazioni di successo che hanno restituito credibilità e reputazione a quest’azienda che ha contribuito a scrivere pagine importanti nella storia della nautica di lusso italiana.
Com’è facile immaginare, il progetto del nuovo yacht prevede spazio, comfort e dotazioni degne di un hotel a 5 stelle, con in più alcune chicche insospettabili come il garage che ospiterà due auto a propulsione elettrica; ma il vero valore aggiunto – vale la pena sottolinearlo – sta nella motorizzazione e nella carena, elementi chiave di una innovazione marcata, che consentiranno di navigare sia in regime dislocante sia in planata, con velocità comprese tra 10 e 25 nodi.
Il Canados Oceanic 140 sarà infatti il primo yacht in Europa motorizzato con tre Caterpillar C32 B Series, motori triturbo di nuova generazione (diretta evoluzione dei CAT 32 Acert) di cui non è stata svelata, per ora, la potenza. In compenso in casa Canados assicurano che “saranno in grado di assicurare le migliori performance in tutte le condizioni, sia a pieno regime, sia nelle navigazioni più tranquille”. Già, perché tra le caratteristiche salienti del nuovo yacht Made in Ostia spiccherà proprio la capacità di navigare al meglio sia in planata sia in dislocamento.
Ciò lo si deve anche allo studio della carena, denominata DHC (Displaning Hull Concept) dai progettisti del dipartimento Ricerca&Sviluppo del cantiere. Elemento distintivo è la presenza di una chiglia che corre per oltre due terzi della lunghezza dello scafo in modo da accrescere la stabilità alle basse velocità e in mari formati. Non mancano due imponenti step, tre tunnel delle eliche e bulbo. “I due step – viene spiegato - giocano un doppio ruolo, riducendo la spinta di galleggiamento a poppa così da mantenere il beccheggio al minimo quando si naviga in dislocamento e compensare l’altezza della sovrastruttura molto appruata, e ventilando al contempo le eliche alle alte velocità”.
Il particolare disegno del bulbo è stato studiato nella vasca navale di Roma (Insean) e – assicura il cantiere - aumenta la superficie al galleggiamento riducendo allo stesso tempo i consumi. Secondo i calcoli, oltre i 20 nodi il bulbo uscirà parzialmente dall’acqua e contribuirà a ridurre il beccheggio. Quanto ai tre tunnel delle eliche, sono stati disegnati per ridurre il pescaggio, che raggiungerà solamente i 2,10 metri a medio carico, permettendo di navigare anche in acque poco profonde. Sempre secondo le anticipazioni scaturite dai calcoli, “durante le lunghe navigazioni sarà possibile utilizzare soltanto i due motori laterali, mantenendo quello centrale spento, senza nessun rischio per la trasmissione e gli iniettori”. In questa configurazione lo yacht potrà mantenere una velocità di 10/11 nodi, con un consumo di carburante molto ridotto, di circa 50 litri/ora. “L’autonomia potrà raggiungere le 6000 miglia” assicurano i tecnici di Canados, rammentando anche che è prevista una capacità dei serbatoi del carburante di 32.800 litri (6000 litri per l’acqua).
Detto dell’avanguardia tecnologica, sarà bene sottolineare che il progetto del nuovo gioiello di Canados promette il meglio anche in materia di “qualità della vita” a bordo. Sul ponte poppiero, di circa 110 metri quadri, troviamo Jacuzzi, prendisole, bar, zona pranzo e day-head, con accesso diretto al garage a centro nave, dove possono essere stivati un tender da 6 metri e numerosi giochi d’acqua. Al di sotto del garage sarà installato un sistema di stabilizzazione giroscopico Veem 145 SD. A poppa il garage ospiterà, come detto, due automobili elettriche che sarà possibile sbarcare con l’aiuto di un Transformer della Opac. Senza le auto, quest’area potrà essere trasformata in un beach club.
Il design degli interni è firmato dalla designer romana Michela Reverberi, che ha già collaborato con il cantiere per il Canados 888. Secondo le prime anticipazioni, gli ambienti saranno caratterizzati da un mix di pannelli in pelle cuciti a punto di sella, pannelli in cuoio goffrato color oro, inserti in bronzo, legno Tay sbiancato e pannelli in palissandro, oltre a quelli in mogano con inserti in acciaio inox spazzolato.
Tutto il ponte principale avrà una pavimentazione tatami con struttura in rovere argento e finiture in polvere d’oro. Il ponte principale accoglierà il salone e la zona pranzo con vetrate a tutta altezza, la cucina, la cabina del comandante e la timoneria a tutto baglio con plancia integrata Böning.
Il ponte inferiore si dividerà tra aree equipaggio (8 membri) a prua e quattro cabine ospiti, tra le quali due gigantesche cabine VIP con letti “regali” e salottino privato. L’upper deck sarà invece dedicato interamente alla suite armatoriale, con ponte poppiero privato e una terrazza prodiera dotata di Jacuzzi. Sul sun deck, infine, due stazioni del vento, prendisole, bar, sauna e bagno.
Di tutto questo autentico bendidio non è stato comunicato il prezzo. Ma che importa? La barca è stata già venduta a un affezionato cliente di Canados, che la porterà in Costa Azzurra, dove verrà fissata la base operativa.