barche al porto

Canoni demaniali, Iva sul charter e controlli in mare. Torna la tensione tra Confindustria Nautica e Governo

di Sergio Troise
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GENOVA - Non c’è pace per la nautica da diporto e per tutto l’indotto che attorno ad essa gira, in testa il turismo nautico. Dopo i duri colpi inferti dal lockdown, sono tornate infatti le tensioni con il potere politico, storicamente poco sensibile alle istanze di un settore che pure produce occupazione, export di qualità e consistente contributo al Pil. Con la ripresa post-pandemia si sperava in un rilancio in grande stile e invece da Roma sono arrivate notizie raggelanti: il Governo ha deciso infatti di confermare il contestatissimo aumento retroattivo dei canoni demaniali dei porti e il raddoppio dell’IVA sui noleggi.

“Scelte incomprensibili” le definisce Confindustria Nautica, pronta a contestare duramente i provvedimenti governativi, assieme ad altre associazioni di categoria come Federturismo, Assomarinas, Assonat-Confcommercio (porti e approdi), Confarca (agenzie e scuole nautiche), Assilea (leasing). In un duro comunicato firmato dai vertici di tutte le associazioni interessate viene data per “inevitabile la chiusura di centinaia di aziende nautiche e dell’indotto, o il loro trasferimento all’estero. E - viene osservato – il primo a rimetterci sarà l’erario”.

Ma come s’è arrivati a questo? Il parere negativo della Ragioneria Generale dello Stato sull’emendamento al Decreto Rilancio volto a chiudere il contenzioso giudiziario che oppone 23 fra i principali porti turistici allo Stato è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Vale la pena ricordare che nel corso di 13 anni queste imprese si sono battute contro l’aumento retroattivo dei canoni demaniali deciso dal Governo Prodi nel 2007, e hanno vinto tutti i ricorsi, in ogni possibile grado di giudizio, fino alla Corte Costituzionale. Ciò nonostante l’Agenzia delle entrate ha continuato a pretendere i versamenti per canoni non dovuti e a spiccare provvedimenti esecutivi, bloccando conti correnti e persino revocando le concessioni. Da ultimo (sentenza recentissima, numero 382 del 6 luglio 2020) il TAR Sardegna ha nuovamente ribadito che detti aumenti non possono essere applicati retroattivamente ai rapporti allora in essere e ha condannato la parte pubblica anche al pagamento delle spese di giudizio. Ma tutto ciò, incredibilmente, a nulla è valso.

Con un veto politico è stato cancellato, nel Dl Rilancio, anche un altro intervento che faceva chiarezza sull’applicazione della disposizione relativa ai cosiddetti Marina Resort (porti o porzioni di essi attrezzati con specifiche dotazioni turistiche per i diportisti), voluta per rilanciare il turismo nautico e l’incoming di imbarcazioni dall’estero e che rimane, invece, di difficile interpretazione e applicazione.

“Ancora più grave – denunciano Confindustria nautica e le altre associazioni - è l’impatto della circolare dell’Agenzia delle entrate che, a valere dal 15 giugno scorso, detta nuove regole per il calcolo dell’imponibile IVA su noleggio e locazione di unità da diporto e che comporta, di fatto, un delta fino a più 11 punti percentuali di imposta rispetto agli altri Paesi concorrenti”.

Questo provvedimento, adottato in conformità con quanto richiesto dalla Commissione UE, segue la cancellazione del 62% dei contratti a causa del Covid-19 e giunge mentre altre nazioni hanno adottato invece provvedimenti mirati ad agevolare la ripresa: in Francia è stata sospesa l’introduzione delle nuove regole, mantenendo l’aliquota al 10%, proprio per sostenere le aziende del charter; in Croazia viene applicata l’IVA turistica (sempre al 10%), mentre la Grecia ha individuato un escamotage per sottrarvisi.

Se non bastasse, gli operatori del settore denunciano anche che si registra un’escalation della reiterazione dei controlli in mare, giudicata “incomprensibile per i già pochi clienti presenti”. L’intensificazione dei controlli è stata motivata dalle autorità con l’esigenza di tenere sotto osservazione la situazione sanitaria, ma Confindustria Nautica obietta, dati alla mano, che “tale comportamento appare quantomeno in controtendenza visto il basso rischio delle attività nautiche rilevato dall’Inail”.


 

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Venerdì 10 Luglio 2020 - Ultimo aggiornamento: 15-07-2020 09:13 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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