Cantieri di Pisa in rampa di… rilancio. Il ceo Massabò: «Né elettrico né ibrido, puntiamo su pesi e idrodinamica»
I saloni nautici sono fatti per presentare nuove barche, ma non solo. E’ anche l’occasione giusta per illustrare idee e progetti proiettati su un futuro tutto da costruire. A questa seconda categoria appartengono i Cantieri di Pisa, nome storico del made in Italy, con 70 anni di attività alle spalle e un privilegio raro: essere l’azienda che ha prodotto l’Akhir, la barca da diporto più longeva del mondo. Conquistò la scena spingendo il cantiere toscano a produrre più di 720 barche, con il Polaris e il Saturno nella scia dell’imbattibile yacht firmato da Spadolini.
A Cannes, in uno stand a terra allestito come un palcoscenico aperto sul futuro, è stato esposto il modellino in scala di quello che sarà l’Akhir di nuova generazione: uno yacht moderno, di assoluta avanguardia, ma frutto di scelte “fuori dal coro”, in gran parte diverse da quelle dei marchi più blasonati. Scelte volute e governate da Marco Massabò, amministratore delegato che dal 2021 s’è assunto l’onore e l’onere di rilanciare questo cantiere di proprietà di Enrico Gennasio, fondatore di Alfagomma (tubi flessibili), grazie al quale è stato scongiurato il fallimento.
“Quando siamo arrivati noi – racconta Massabò – l’azienda non era fallita, ma era in seria difficoltà, con operai in cassa integrazione e una gestione poco redditizia. Io sapevo bene che rilanciare i Cantieri di Pisa non sarebbe stata impresa facile, ma sono figlio di un maestro d’ascia e grande appassionato, e lavorando sodo sugli uomini e sui progetti, in due anni abbiamo rimesso a posto i conti, sono stati investiti 6 milioni di euro per l’ampliamento delle strutture produttive, cancellate 25 casse integrazione, restituito serenità ai lavoratori e dedicato il massimo dell’impegno al refit. Riavviata la produzione, nel 2024 abbiamo anche venduto la prima barca della nuova gestione (l’explorer della Divisione Custom) e possiamo contare su un portafoglio ordini di quasi 30 milioni di euro. Insomma, siamo ripartiti, e ora – dice Massabò – siamo qui a Cannes per illustrare i nostri programmi per il futuro”.
Il piano di rilancio si fonda innanzitutto sull’accordo di collaborazione con Antonio Luxardo, responsabile del design. A lui è stato affidato il compito di progettare i nuovi yacht delle linee Solaris e Saturno, oltre che il nuovo Akhir. A giudicare dai modelli in scala esposti a Cannes, tre capolavori. Ma attenzione: al di là dello stile, la produzione dei rinnovati Cantieri di Pisa mira a distinguersi per altri valori. Su tutti il contenimento del peso.
“I grandi cantieri – osserva Massabò – puntano tutti sul green lavorando sulle motorizzazioni elettriche e ibride, su carburanti alternativi come il metanolo o l’idrogeno. Noi seguiamo un’altra strada. Riteniamo che si debba fare anche per gli yacht a motore ciò che si è fatto per la vela, ovvero lavorare sull’idrodinamica e sul contenimento del peso. Perciò abbiamo deciso di utilizzare la fibra di carbonio anche su imbarcazioni di 80 metri, oltre all’alluminio. Tutto ciò – sottolinea il ceo dei nuovi Cantieri di Pisa – contribuisce anche ad abbassare il baricentro, e quindi a migliorare il comfort”.

L’impegno sul fronte del peso riguarda anche gli interni. E infatti le nuove imbarcazioni saranno allestite senza rinunciare a parti in teak e compensato. “Ma sempre facendo attenzione allo spessore” sottolinea ancora Massabò, ricordando un esempio ben noto nel mondo dell’auto. “Siamo ultimi ma ci distinguiamo come faceva Colin Chapman con le sue Lotus. Il contenimento dei pesi prima della potenza del motore”.
A proposito di motori, per l’Akhir 44 metri full carbon del futuro si prevede l’impiego di una tripla motorizzazione MTU da 2.600 cavalli, che consentirà di raggiungere 35 nodi di velocità massima e una media di 30 nodi.
Intanto vale la pena ricordare che sono in costruzione due nuove barche: l’80 Veloce, uno yacht in carbonio da 24 metri che raggiungerà i 60 nodi di velocità e sarà varato tra sei mesi, e un tecnologico explorer di 37,50 metri in acciaio e sovrastruttura in composito realizzato dalla divisione CDP Custom, con design e ingegneria firmati da Marcelo Penna, che sarà varato entro l’estate 2026.




