Il Destriero, la nave planante dello Yacht Club Costa Smeralda che conquistò il Nastro Azzurro 30 anni fa

Destriero, 30 anni dal record: il “mostro” marino di Fincantieri che si aggiudicò il Nastro Azzurro cambiando la storia della nautica

di Sergio Troise
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Agosto 1992-agosto 2022. Sono passati 30 anni da quando il Destriero, la nave planante dello Yacht Club Costa Smeralda conquistò il Nastro Azzurro, storico record di traversata dell’Atlantico, da New York a Bishop Rock (Isole Scilly, Inghilterra): 3106 miglia compiute senza rifornimento nel tempo di 48 ore, 34 minuti e 50 secondi navigando alla media di 53,09 nodi (98,323 km orari) con punte massime di 66 nodi (circa 125 km/h).

Il precedente record apparteneva al catamarano inglese del tipo wavepiercing Hoverspeed Great Britain, che aveva impiegato ben 21 ore e mezza in più. Se non bastasse, la miglior distanza coperta dal Destriero nell’arco di 24 ore fu di 1.402 miglia nautiche alla velocità media di 58,4 nodi. Un’impresa straordinaria, tuttora imbattuta, nonostante i diversi tentativi effettuati da imbarcazioni inglesi e americane.

Era l’alba del 9 agosto 1992 quando, alle 6,14 minuti e 50 secondi il personale di servizio al faro di Bishop Rock, ancora avvolto nella nebbia, fece un sobbalzo nel sentire alla radio la voce del capo della spedizione, Cesare Fiorio: “Buongiorno, qui è la nave Destriero, siamo partiti da New York, grazie per registrare data e ora del nostro passaggio”.

“Non vi attendevamo così presto” fu la risposta dell’addetto. In quel momento l’impresa italiana voluta dal principe Karim Aga Khan, all’epoca presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, è entrata nella storia. E non ne è più uscita. Da allora il Nastro Azzurro è tenuto in una teca, come una reliquia, ma ogni 9 agosto viene issato sul pennone della sede dello Yacht Club Costa Smeralda, a Porto Cervo.

Il Destriero è una imbarcazione interamente in alluminio lunga 67,7 metri, con baglio massimo di 13, caratterizzata da una carena originale, a V profonda, con prua dislocante e per il resto planante, spinta da 3 turbine a gas General Electric LM1600 più moduli MTU e 3 idrogetti KaMeWa 125 in grado di sviluppare 60.000 cavalli!

Progettato da Donald L. Blount and Associated, il “mostro” fu costruito in tempi record (270 giorni) dalla Fincantieri nel cantiere di Muggiano (La Spezia). Al progetto collaborò Pininfarina per il design e recitarono un ruolo importante anche Agip, General Electric e vari sponsor. Tra i sostenitori del programma ci furono alcuni tra i più significativi rappresentanti della realtà industriale italiana del tempo, come Giovanni Agnelli (Fiat), Franco Nobili (IRI), Umberto Nordio (Alitalia), Arrigo Gattai (CONI).

Con Cesare Fiorio, responsabile del “Destriero Challenge”, parteciparono all’impresa Odoardo Mancini (comandante), Aldo Benedetti (comandante in seconda), Sergio Simeone (primo ufficiale), Franco De Mei (operatore di telecomunicazioni), Giuseppe Carbonaro (direttore di macchina), Mario Gando e Nello Andreoli (macchinisti), Massimo Robino (elettricista), Silvano Federici e Cesare Quondamatteo (motoristi), Davide Maccario (tecnico dell’automazione), Giacomo Petriccione (tecnico propulsione), Michael Hurrle (tecnico turbine), oltre a Franco Liistro, responsabile della comunicazione.

E proprio a Liistro si deve il merito di aver ricordato questo trentennale del record trascurato dal mondo della grande nautica, quella che macina record su record di vendite e fatturati nel mondo, ma non fa niente per riportare a casa questo capolavoro del Made in Italy rimasto per diversi mesi ormeggiano, in stato di abbandono, lì dove era nato, nelle acque del Cantiere di Muggiano, per poi essere trasferito prima in Inghilterra e poi in Germania. Si è parlato a più riprese di un ritorno in Italia, con futuro museale, ma nulla di concreto è stato fatto.

A tener viva la memoria di questa straordinaria imbarcazione da record restano solo i ricordi di Cesare Fiorio, che può vantare – com’è noto – un passato glorioso ai massimi vertici dell’automobilismo, dal Mondiale Rally con la Lancia alla Formula 1 con la Ferrari, ma oggi non esita a dire che il record conquistato con Destriero ha avuto un sapore tutto particolare: “E’ stato un successo di una squadra altamente professionale, eravamo soli ad affrontare l’incognita dell’oceano Atlantico, ma è stato soprattutto il successo della cantieristica italiana e di una tecnologia nuova, sotto certi aspetti avveniristica. Il Destriero ha segnato un vero spartiacque nella nautica mondiale. C’è stato un “prima” Destriero, e un “dopo” Destriero”.

Vale la pena ricordare, in proposito, che secondo quanto accertato dalla società di classificazione DNV (Det Norske Veritas) la struttura del Destriero consentiva velocità fino a 65 nodi con condizioni di mare Forza 4 e onde alte fino a 2,5 metri, e fino a 30 nodi con condizioni del mare Forza 5-6, con onde di altezza fino 5 metri.

Esempio concreto di quanto valore abbiano avuto le sperimentazioni su design, materiali, assetti in acqua, motorizzazioni, idrogetti, tecnologie adattate al mondo del mare, è la scelta fatta dalla U.S. Navy di sfruttare il modello Destriero per la costruzione delle “Litoral Combat Ships”, imbarcazioni veloci per la sorveglianza delle coste. Per la Fincantieri tutto ciò significò un grande rilancio d’immagine e tecnologia: è risaputo che la realizzazione del Destriero aprì le porte allo sviluppo di un’ampia serie di veloci traghetti commerciali, ormai diffusi in tutto il mondo.

“A noi – sospira oggi Franco Liistro – rimane il ricordo di un momento di gloria fantastico, celebrato da tutti i media del mondo. Quella domenica 9 agosto del 1992 era la giornata di chiusura delle Olimpiadi di Barcellona, e i telegiornali dell’epoca aprirono con la notizia “All’alba prima medaglia d’oro dell’Italia con Destriero”… Ma che avessimo fatto qualcosa di straordinario lo capimmo al nostro ritorno in Sardegna. Già nelle acque di Palau fummo accolti da decine e decine di barche di ogni genere che ci accompagnarono sino a Porto Cervo, e poi l’entrata in porto fu accompagnata da tre elicotteri dell’Aeronautica Militare con fumogeni tricolore. Arrivò per prima la telefonata di Gianni Agnelli, che aveva seguito ogni fase della preparazione partecipando anche a un test, poi a sorpresa ci fu anche l’invito al Quirinale da parte del presidente Scalfaro. Avremmo voluto proseguire con un tentativo di record per il giro del mondo, ma non se ne fece niente”.

Oggi il Destriero è in stato di abbandono in Germania, presso il cantiere tedesco Lürssen. Nel dicembre del 2021 se ne interessò Alberto Scuro, che nel suo ruolo di presidente della commissione Motorismo Storico degli Stati Generali del patrimonio italiano ha rivolto un appello all’Aga Khan (il principe è ancora proprietario dell’imbarcazione) per ricevere ulteriori informazioni sullo stato del Destriero. Nell’occasione Scuro ha manifestato l’intenzione di richiedere al ministro della Cultura Dario Franceschini l’apposizione del vincolo di bene culturale, da affidare in custodia alla Fincantieri, che in quanto azienda di Stato avrebbe tutti i titoli per occuparsene, provvedendo magari anche al trasporto in Italia (impresa tutt’altro che semplice e molto costosa).

Al momento non s’intravedono spiragli, anche per il distacco manifestato dall’Aga Khan, che ha affidato gran parte dei suoi interessi alla figlia Zara, da tempo in prima linea sul fronte della difesa dell’ambiente marino e, a quanto pare, poco interessata a occuparsi della superveloce nave dei record. Ciò detto, il 3 agosto scorso si è tenuta presso il cantiere di Muggiano una cerimonia in occasione del 30° anniversario del record, organizzata dagli Stati Generali del Patrimonio Italiano e dalla Fondazione Fincantieri. L’evento ha visto la consegna degli attestati del trentennale ai componenti dell’equipaggio, in testa Cesare Fiorio, e al team di dirigenti e tecnici che partecipò all’impresa. Dalla cerimonia presieduta dal generale Claudio Graziano, attuale presidente di Fincantieri, e dal professore Ivan Drogo Inglese, presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano, non sono emerse novità sul destino di questo straordinario patrimonio del Made in Italy.

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Lunedì 8 Agosto 2022 - Ultimo aggiornamento: 23-08-2022 12:26 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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