TRISTE - La partita ora è tutta politica, lo sbarco di Fincantieri in riva alla Loira si gioca sull’asse Roma-Parigi-Bruxelles. A Trieste si aspetta e si precisa: “Tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto”. Il portavoce di Fincantieri è chiaro: “Ora l’Antitrust della Ue dovrà rispondere ai governi. Noi abbiamo accettato la proposta di prorogare di un mese l’attesa, arrivata dal governo francese e accolta dal governo italiano”.
Sì, un altro mese. Poi l’Antitrust dovrà pronunciarsi, questa volta non ci potranno essere silenzi. È tutto lascia credere che non ci saranno. Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli insieme al suo omologo francese Bruno Le Maire hanno messo nero su bianco, l’Antitrust deve esprimersi. La lettera è indirizzata ai due Commissari Margrethe Vestager della Concorrenza e Thierry Breton per il Mercato interno. Due personaggi di peso. E proprio Breton sembra l’interlocutore giusto per parlare di regole sulla concorrenza. A gennaio scorso in una sua intervista al Sole24ore, invocava proprio la necessità di rivedere le norme che regolano la concorrenza nell’ambito dell’industria Ue.
“Abbiamo fornito tutte le informazioni richieste” confermano in Fincantieri”. Tutte quelle che potevano essere fornite, naturalmente. Altre, come conoscere quale impatto avrà il post pandemia nel settore delle crociere non può avere, evidentemente, dati certi. Giuseppe Bono, l’amministratore delegato, ha detto e ripetuto che il portafoglio ordini di Fincantieri è rimasto intatto e che tutti i siti produttivi del gruppo hanno lavoro assicurato per i prossimi dieci anni. Di più è difficile prevedere, c’è solo la volontà degli armatori di investire nella sicurezza sanitaria, di guardare al futuro con fiducia. D’altro canto è difficile non averne, se è vero com’è vero, che il 70% dei clienti che avevano prenotato una crociera poi cancellata, ha chiesto di avere un vaucher per programmarne un’altra, più che il rimborso.
Ma l’Antitrust queste informazioni le ottiene di prima mano. Insistere per dati più precisi può significare che non si vuole decidere, forse perché il colosso Fincantieri, con le mani sulle attrezzature di Saint Nazaire, potrebbe diventare troppo grande per i rivali europei a cominciare dai tedeschi. Come finirà? Per ora Fincantieri resta in attesa e sottolinea solo come il primo matrimonio con i francesi, quello in campo militare sta dando ottimi frutti. La Joint venture con Naval Group è sempre stata ritenuta da Fincantieri la prima gamba degli accordi italo-francesi. La società è pienamente operativa dal gennaio 2020, ha dei contratti e avrà un ruolo nella difesa comune europea”, ribadisce Fincantieri.