
I gozzi Made in Naples sbarcano in Australia e Nuova Zelanda. Il Libeccio 13.5 Cabin prima unità esportata dal cantiere Mimì
Il momento magico che sta vivendo Napoli, con il boom del turismo e della “riscoperta” di valori per troppo tempo trascurati, dal centro storico patrimonio Unesco al quarto scudetto della squadra di calcio, fino all’annuncio dell’arrivo della Coppa America nel 2027, trova uno sbocco anche nella nautica da diporto. Purtroppo no nel turismo nautico, che viene assurdamente penalizzato dalla mancanza di idonee strutture ricettive, ma nell’industria del settore, che sembra resistere a tutto, anche al tempo, continuando a produrre (e a vendere nel mondo) prodotti che sembravano destinati a sopravvivere in una nicchia di mercato.
Ci riferiamo ai gozzi di nuova generazione, eredi delle barche da pesca di due secoli fa, diventati nel tempo barche da diporto di grande appeal e di grande successo, sorprendentemente capaci, oggi, di andare persino alla conquista di mercati lontanissimi, come l’Australia e la Nuova Zelanda.
E’ quanto capita in casa Mimì, storico cantiere napoletano (la sede produttiva è nella conca di Agnano) che ha appena annunciato l’accordo raggiunto con una società d’importazione con sede a Sydney per esportare in Australia e Nuova Zelanda alcuni dei suoi gioielli in legno e vetroresina.
Si parte con il Libeccio 13.5 Cabin, barca di 13,5 metri progettata con il contributo del designer Valerio Rivellini, capace di navigare in planata alla velocità di 30 nodi (con due motori Yanmar da 370 cv) ma anche di esaltare la sintesi tra comodità contemporanee ed eleganza della tradizione, offrendo spazi vivibili all’aperto e fino a 6 posti letto sottocoperta.
Ma come s’è arrivati alla decisione di esportare un gozzo dall’altra parte del mondo? La decisione – vale la pena sottolinearlo – non è frutto di ricerche di mercato né di particolari studi economici. E’ frutto di un caso. Ovvero di una gita turistica fatta dal signor Zain Moloobhoy, quarta generazione di una famiglia di imprenditori australiani con una tradizione nautica che risale al 1905, da sempre appassionato di barche e fondatore di Boatology, società d’importazione costituita pochi mesi fa.
”Circa un anno fa – ha raccontato lui stesso – ero in vacanza in Italia e ho avuto l’occasione di navigare, per una gita turistica nel mare della Costiera Amalfitana, a bordo di un gozzo del cantiere Mimì. Me ne sono letteralmente invaghito, e ho deciso di fondare Boatology, società nata pochi mesi fa con l’obiettivo di importare gozzi in Australia e Nuova Zelanda”.
Secondo il neo importatore australiano, “questi gozzi offrono una straordinaria tenuta di mare, anche in condizioni avverse, e la loro qualità costruttiva è tipica della cantieristica italiana. Del resto – aggiunge – questi cantieri hanno una lunga storia alle spalle, raccolgono un’eredità artigianale che li mette in condizione di esaltare la qualità e la cura dei dettagli. L’equilibrio tra il design, la funzionalità degli spazi a bordo e la facilità di conduzione dei gozzi Mimì li rende ideali per i nostri mari, mentre a livello estetico evocano tutto il fascino del Mediterraneo, che è fantastico da ammirare a Sydney come a Sorrento”.
Il primo modello a essere consegnato è dunque il Libeccio 13.5 Cabin, che a novembre 2025 sarà protagonista del Sydney Boat Show, cui seguirà un’imbarcazione di 11 metri. “Tutto ciò – tiene a dire da parte sua Domenico Senese, titolare del cantiere napoletano - rientra nel piano di sviluppo dell’azienda, che dopo l’espansione nel mercato asiatico, con una prima vendita ad Hong Kong lo scorso anno e una serie di contatti con i dealer della zona, guarda ora all’Australia e alla Nuova Zelanda, dove ci sono prospettive di crescita incoraggianti per la buona reputazione di cui godiamo noi produttori italiani, e noi napoletani in particolare”.