Un rendering dell'EVO V8

In arrivo EVO V8, ammiraglia di Blu Emme Yachts: 24 metri, 4 postazioni di comando, punto d’incontro tra vela e motore

di Sergio Troise
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NAPOLI - Vela e motore: mondi agli antipodi, raramente avvicinati dalla formula del motorsailer, da sempre divisi da culture, gusti e passioni diverse, difficili da conciliare. Eppure qualcosa sta cambiando. E’ in arrivo, infatti, una barca di 24 metri, un vero e proprio yacht in vtr nato da un progetto rivoluzionario, firmato dal designer napoletano Valerio Rivellini, l’”inventore” della linea EVO, quella delle barche con le murate apribili, le poppe scomponibili, la domotica dominante, costruite nel cantiere Blu Emme dei fratelli Mercurio, insospettabili imprenditori provenienti dal settore delle attrezzature ferroviarie.

La barca che metterà d’accordo vela e motore era stata battezzata inizialmente Velar 78, poi è stato deciso di chiamarla EVO V8 e di affidarle il ruolo più importante nel piano di crescita del cantiere: un piano annunciato nel febbraio scorso, che prevede grandi investimenti e un ampliamento della gamma, finora composta dagli yacht della linea R e dalle barche della linea T (super tender totalmente customizzabili). Con la linea V si apre ora un capitolo nuovo, destinato a segnare una svolta nella nautica da diporto.

Nell’annunciare i piani di sviluppo nel cuore della seconda emergenza pandemica, il direttore commerciale di Blu Emme Yachts, Maurizio Cozzani, aveva parlato di “nuove sfide” e di “soluzioni creative”, dando notizia di investimenti in infrastrutture, attrezzature e risorse umane. Nell’occasione erano state date anticipazioni sull’ampliamento della gamma ed era stato confermato che nei prossimi mesi sarebbe stata varata la prima unità della nuova ammiraglia del cantiere, descritta come “una imbarcazione di 24 metri totalmente diversa dalle unità finora prodotte”.

Era il mese di febbraio e il nome provvisorio della nuova unità era ancora Velar 78. A marzo è stato deciso di cambiarlo in EVO V8 ed è stata concessa qualche anticipazione in vista del varo, che avverrà entro l’estate. Già ordinata da un armatore fedele al marchio EVO, la barca sarà esposta, a settembre, al Salone di Cannes, dove reciterà – questo è certo - un ruolo da protagonista, per i suoi notevoli contenuti innovativi.

Intanto possiamo immaginarne fascino e contenuti attraverso i rendering diffusi dal cantiere e le prime informazioni lasciate filtrare. Una nota diffusa da Blu Emme informa che “EVO V8 parte dal desiderio di trovare il punto d’incontro tra le suggestioni provenienti da due mondi, quello della vela e quello della nautica a motore, e si propone di cogliere il meglio di entrambi i settori per rivoluzionare il modo di percepire l’esperienza della navigazione”.

Detta così, sembrerebbe una vaga idea d’improbabile concretizzazione. E invece, illustrando il progetto, Rivellini invita a riflettere sulle motivazioni che lo hanno spinto ad osare. “Chi va in motoscafo – osserva il designer - inizia la sua vacanza una volta giunto a destinazione, in rada o in porto; chi invece va in barca a vela è in vacanza da subito, non appena mette piede a bordo. Noi abbiamo lavorato per fare in modo che la nostra barca unisca la velocità del motore con il comfort e il relax della navigazione a vela”.

Ma come avviene questa sintesi apparentemente impossibile? “EVO V8 è come una matrioska che nasconde una sorpresa dentro l’altra” dicono in cantiere, sollevando i primi veli su questa inedita realtà tutta da scoprire.

La prima sorpresa sta nelle postazioni di comando, che sono ben quattro: a quella sul ponte principale, a prua del salone, e alla seconda sulla parte superiore, attrezzata con una console di guida a scomparsa, si aggiungono due timoni a ruota su lato destro e sinistro della barca. Con un chiaro riferimento al mondo della vela, questi due timoni sono un invito a godere di una crociera a stretto contatto con il mare ma è facile immaginare che si riveleranno molto pratici in manovra, rendendo possibile governare la barca da un lato o dall’altro. Tra le due postazioni lo spazio è completamente libero, ma le sedute laterali e i divanetti che le circondano invitano a momenti di condivisione tra chi è al comando e i suoi ospiti, possibilità che difficilmente viene concessa a bordo degli yacht a motore.

Aspetto particolarmente innovativo del layout è la beach area di 40 metri quadri che può essere collegata direttamente con la cabina dell’armatore. E’ infatti costituita da un ambiente aperto verso il mare, a 70 cm dalla linea di galleggiamento, così voluto per godere appieno del contatto con la natura e di una vista panoramica ininterrotta a 180 gradi. Ciò grazie anche alle murate laterali apribili che eliminano ogni impedimento visivo e regalano la sensazione di divenire tutt’uno con l’ambiente circostante.

Tre gradini verso prua collegano la beach area con una zona lounge ribassata che precede la cabina armatoriale e, grazie a grandi porte-finestra scorrevoli, svolge una duplice funzione: patio all’aperto per l’uso diurno, quando, separata dagli spazi interni, offre riparo dal vento e dal sole, e salotto privato per l’armatore durante la notte, quando la porta sull’esterno è chiusa e si trasforma in una esclusiva suite open space lunga 12 metri. Inutile dire che il layout è totalmente customizzabile. Altro “valore aggiunto” sta nella collocazione del tender e della gru per movimentarlo: sono entrambi a scomparsa, in modo da assicurare sempre lo spazio libero sulla poppa.

La prima unità prevede tre cabine per sette persone e una cabina per due membri d’equipaggio. Il ponte inferiore accoglie la cabina armatoriale, due cabine ospiti, la cambusa e la cabina per l’equipaggio; sul ponte principale il grande salone con area dining è circondato da ampie vetrate che si abbassano quasi completamente per enfatizzare il contatto con l’esterno e per limitare l’uso dell’aria condizionata. Grazie alle due diverse scale che dal ponte principale portano direttamente al ponte inferiore è possibile gestire due flussi separati per equipaggio e ospiti.

La carena nasce planante, ma la barca non è predisposta per sostenere velocità eccessive. “Il mio obiettivo di fondo – spiega Rivellini – è stato evitare che salendo a bordo un ospite domandi “quando arriviamo?” Navigare a motore deve essere un piacere, così come lo è per le barche a vela. E dunque abbiamo lavorato alla ricerca del compromesso ideale tra velocità e comfort. L’obiettivo era stare bene a bordo, non solo da fermi, in rada o in porto, ma anche in navigazione, godendosi il piacere di una chiacchierata, bere un caffè in compagnia, leggere un libro, senza lo stress e le sollecitazioni delle tradizionali barche plananti. Per questo abbiamo dotato la barca di pinne stabilizzatrici e abbiamo fatto in modo da attutire al massimo rumorosità e vibrazioni, assicurando la potenza e le prestazioni necessarie per chi vuole godersi il mare nel modo migliore, a bordo di una barca di 24 metri, dal peso di 64 tonnellate”.

La motorizzazione è stata affidata dunque a due Volvo Penta IPS 1350 da 1000 cv ciascuno. Secondo i calcoli la barca (ancora in costruzione) dovrebbe planare attorno ai 14/15 nodi, attestarsi su velocità di crociera di 19/20 nodi e, in caso di necessità, raggiungere una velocità massima di 24 nodi.

Quanto costerà questo gioiello d’innovazione destinato a segnare una svolta epocale nel panorama della produzione nautica mondiale? Il cantiere per ora non ha fornito anticipazioni, ma – visti misure, contenuti e dotazioni – difficilmente potrà discostarsi dai 4 milioni di euro. Molto per la gran parte dei comuni mortali, “il giusto” per il fortunato armatore che ha già formalizzato l’ordine, conquistato dai rivoluzionari contenuti del progetto.

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Venerdì 26 Marzo 2021 - Ultimo aggiornamento: 28-03-2021 07:43 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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