Si è tenuta a Roma l’assemblea annuale dei soci di Confindustria Nautica che ha visto riunita la rappresentanza di tutta la filiera del settore e autorevoli esponenti del Governo – in testa la premier Giorgia Meloni, collegata in videoconferenza – per discutere del contesto globale, delle politiche per la blue economy e delle norme a sostegno del settore. Ne è venuto fuori un quadro in chiaroscuro (più chiaro che scuro) dal quale emerge la consapevolezza che il settore sta bene in salute e il dialogo pubblico-privato sta dando buoni risultati, ma si è consapevoli del fatto che alla chiusura dei conti 2024 si registrerà una normalizzazione della crescita del settore, con una più evidente diversificazione delle dinamiche tra prodotti di fascia alta e di fascia medio bassa (la cosiddetta piccola nautica). Insomma, le prospettive del comparto restano sostanzialmente positive, pur nel quadro di complessi scenari economici esterni (vedi la minaccia dei dazi ventilata dal neoeletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump) e nell’incertezza su quanto potrà migliorare la propensione all’acquisto di unità da diporto della cosiddetta middle class italiana.
E’ in questo scenario che nell’evento di fine anno svoltosi nella sala conferenze dell’hotel Parco dei principi di Roma, ha fatto irruzione, con un intervento apprezzatissimo dalla platea di operatori del settore, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Collegata in videoconferenza da palazzo Chigi, la premier ha esordito dicendosi in dovere di “ringraziare questo comparto in salute che sa unire al meglio storia e innovazione regalandoci la leadership mondiale nell’export di superyacht con vendite e fatturati da record, confermandosi tassello fondamentale per lo sviluppo di quell’economia del mare su cui il governo punta come risorsa imprescindibile. Siamo consapevoli – ha detto ancora Meloni - che va dato il giusto peso al mare e per questo intendiamo continuare a dialogare con la categoria per andare avanti con strategie condivise, per incrementare la cantieristica, aumentare le occasioni di crescita e la sicurezza. Nostro obiettivo è ascoltare le categorie come la vostra, che contribuisce a fare grande l’Italia”.
Parole che hanno riempito d’orgoglio il presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi, il quale ha ricordato, da parte sua, i meriti dell’intera filiera e in particolare del direttivo, sottolineando come “soltanto con il gioco di squadra si possono ottenere certi risultati”. E a proposito di gioco di squadra, Cecchi ha ricordato alla platea convenuta a Roma quanto sia necessario “applicare, come nel calcio, la marcatura stretta a uomo per tenere sotto controllo l’attività dei politici con cui è necessario lavorare in sinergia per sostenere la crescita del settore” (nell’assemblea privata, svoltasi in precedenza a porte chiuse, il numero uno di Confindustria nautica si è lamentato di “inspiegabili ostruzionismi come la presa di posizione del ministero della Salute che blocca da mesi i corsi per il conseguimento del titolo professionale semplificato, o l’Agenzia delle Entrate, da cui aspettiamo risposte da oltre un anno”).
Il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Edoardo Rixi ha comunque pronunciato parole rassicuranti, dicendo che “non si può parlare di marcatura a uomo quando si gioca nella stessa squadra e ci si batte per gli stessi obiettivi”. E ha ricordato, l’esponente di governo da sempre molto vicino al settore (lo fu anche con gli esecutivi precedenti) che “è importante adeguarsi alle nuove esigenze e non rallentare la collaborazione pubblico-privato. Certo – ha aggiunto - capita che noi politici dobbiamo essere incentivati, ma siamo disponibili ad ascoltare e procedere, stiamo facendo un bel lavoro sulla blue economy e su altri fronti, collaborando come una grande famiglia che si chiama Italia. Per quanto mi riguarda – ha aggiunto il viceministro - pubblico e privato devono collaborare e noi lo stiamo facendo semplificando molte procedure. Ciò vuol dire anche aiutare la pubblica amministrazione, ma siamo all’inizio di un percorso e ci sono punti da perfezionare. Lo faremo insieme dando priorità al mare e tenendo in conto i problemi del settore. Siamo consapevoli che deve crescere la diffusione di natanti (barche fino a 10 metri, ndr) ma dobbiamo continuare a lavorare anche sulla sicurezza e contemperare le questioni ambientali con le esigenze della nautica da diporto. Dobbiamo cercare punti di equilibrio, con la consapevolezza che prima c’erano cose che non si potevano mettere in discussione, ora non più. Si dialoga”.
Uno dei temi su cui si dibatte da tempo è, com’è noto, la portualità turistica, ancora insufficiente. Lo ha ricordato nel corso dell’happening romano il moderatore Roberto Neglia (responsabile delle relazioni istituzionali di Confindustria nautica) manifestando da un lato la soddisfazione del settore per aver scongiurato il pericolo che la normativa per le concessioni degli spazi destinati ai porti turistici venisse equiparata a quella degli stabilimenti balneari, dall’altro preoccupazione per il ritardo accumulato su un tema in discussione da molto tempo, ovvero quello delle aree in disuso nei porti mercantili, escluse da ogni attività e potenzialmente destinabili alla nautica da diporto.
La questione è al centro dell’attenzione da tempo anche per l’ostinazione con cui le Sovrintendenze si oppongono a interventi architettonici di modernizzazione, come ha ricordato lo stesso Rixi nel suo intervento dicendo che “per quanto riguarda la riforma portuale siamo assolutamente disposti, senza preclusioni, a toccare tutta una serie di temi sempre nell’ottica del lavoro di squadra tra ministeri, inclusa la destinazione alla nautica delle aree dismesse o sotto utilizzate, ma bisognerà risolvere la questione dei vincoli delle sovrintendenze”.
Dei problemi ancora irrisolti è consapevole anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè, collegatasi in videoconferenza da Torino, ricordando però che il suo ministero “ha lavorato molto con l’associazione nazionale di categoria e continuerà a farlo anche in futuro. La filiera della nautica da diporto – ha sottolineato Santanchè - porta ricchezza nella nostra nazione e il compito del governo è creare quelli che sono i giusti fattori di contesto e di attrattività per consentire al settore di essere sempre più competitivo. Abbiamo attuato molte iniziative di promozione e valorizzazione del turismo nautico, abbiamo realizzato la riforma del codice per i porti turistici, ci siamo occupati del pacchetto di risorse per la formazione turistica, del wi-fi per i porti turistici pubblici, della regolamentazione del turismo subacqueo, e contiamo di continuare a operare anche nel 2025 a sostegno di questo settore strategico per la nostra economia. Continueremo a fare di tutto per consentire al comparto di esprimere il meglio partendo dal presupposto che per noi la risorsa mare è fondamentale”.
Ha ricordato i risultati raggiunti e i “buoni propositi” per il 2025 anche l’ammiraglio Nicola Carlone, comandante delle Capitanerie di porto italiane, dichiarandosi a sua volta consapevole dei meriti di un settore che al di là dei successi produttivi e commerciali, si distingue per essere green, dunque rispettoso del mare e dell’ambiente in genere. Nel suo intervento, l’ammiraglio ha ricordato che nel 2024 sono state rilasciate 13.000 patenti nautiche e ha previsto che la recente decisione di rilasciare un patentino ai sedicenni per unità di potenza non superiore a 115 cavalli “rappresenterà un bello stimolo per la diffusione della nautica da diporto nel nostro mare”. Quanto alla sicurezza, sono state confermate le prime indiscrezioni trapelate sulla riduzione di sinistri. “I dati in nostro possesso – ha detto l’ammiraglio – indicano una riduzione degli incidenti in mare, delle emergenze e delle richieste di soccorso. Ciò detto contiamo di allargare le capacità di prevenzione e d’intervento con sedi operative anche nei laghi e siamo consapevoli che serva uno sforzo per migliorare la formazione degli equipaggi per migliorare la sicurezza e affrontare le emergenze. Il caso del Boyesan è stato il più clamoroso ma non è l’unico”.
Al numero 1 delle Capitanerie è stata ricordata, nel corso dell’assemblea pubblica, la necessità di incrementare le sessioni d’esame, soprattutto in vista del patentino ai sedicenni. L’ammiraglio ne ha preso atto, augurandosi che prosegua la collaborazione con il governo e manifestando quello che ha definito “un sogno”, ovvero poter contare, nel 2025, sulla “definitiva dematerializzazione dei processi”, ovvero sulla possibilità di sburocratizzare del tutto le pratiche relative a documenti, permessi, divieti e quant’altro possa incidere sul rapporto tra pubblico e privato.
Fin qui gli scenari. Ma al centro dell’attenzione degli operatori del settore ci sono ovviamente i conti. Come va il mercato? Come si chiuderanno i bilanci del 2024? Quali prospettive si profilano per il 2025? Secondo Stefano Pagani Isnardi, direttore dell’Ufficio studi di Confindustria Nautica, “la situazione che emerge è quella di una normalizzazione dei tassi di crescita del settore per il settore dei superyacht, che vedono comunque una chiusura al 2024 positiva o stabile. Il 2025 vedrà una riduzione degli ordini in corso, ma comunque una situazione sostanzialmente buona”. Secondo l’esperto “sul mercato permane inoltre il distacco tra grande nautica e piccola nautica, con una flessione del fatturato per le barche fino a 24 metri”. Barche che rappresentano l’”oggetto del desiderio” della classe media, da tempo costretta a tirare la corda, come dimostrano segnali inequivocabili, come il calo del mercato dell’auto, in parte legato all’aumento dei prezzi (così come nella nautica), in parte a una distorta distribuzione della ricchezza e in parte alla pressione fiscale.
Renato Loiero, consigliere per le politiche di bilancio della presidenza del Consiglio dei ministri, da parte sua ha ricordato che “le prime tre leggi di bilancio varate dal governo sono impostate su tre principi cardine: prudenza, selettività e merito. Con quest’ultima – ha sottolineato - viene reso strutturale il taglio delle tasse a favore della classe media. Sono misure che valgono 14 miliardi, sono rivolte quindi alle prime classi di reddito. La rotta è quindi verso la riduzione progressiva del carico fiscale sulla fascia superiore e sicuramente in prospettiva questo potrà sostenere anche il mercato interno della nautica sociale. Lo spread e l’abbassamento dei tassi frutto della politica prudente del governo – ha sottolineato il consigliere - potranno risultare fattori di competitività e anche di bilanciamento su potenziali dazi”.
Le previsioni sono ovviamente tutte da verificare, mentre occorrerà qualche mese per poter ufficializzare i dati a consuntivo del 2024. Rappresentano invece una certezza i dati relativi al 2023, ricordati una volta di più dai vertici di Confindustria nautica agli associati nel corso dell’assemblea svoltasi a Roma. Il fatturato del comparto industriale ha raggiunto, com’è noto, il massimo storico di 8,33 miliardi di euro (un miliardo in più rispetto al 2022, che aveva fatto registrare una crescita del 20% sul 2021), e il record dell’export, che ha raggiunto i 4,23 miliardi di euro.
Cosa si prevede, in dettaglio, per la chiusura dei conti 2024? Secondo Confindustria Nautica, il settore superyacht prevede, per il preconsuntivo 2024, una chiusura positiva rispetto all’anno precedente per il 75% del campione, e stabile per il restante 25%. E ancora: analizzando la produzione cantieristica fino ai 24 metri, il quadro che emerge, come previsto negli ultimi mesi, appare più complesso. “La varietà dei mercati di destinazione e della tipologia di prodotto – illustra lo studio interno al comparto - determina risultati più eterogenei. Le stime di chiusura del 2024 vedono infatti una contrazione del fatturato per il 60% del campione, con previsioni di riduzione comprese fra -5% e oltre -30%; stabilità per il 18% delle aziende che hanno risposto al quesito, e crescita per il 22%”.
La sessione romana si è sviluppata anche con focus sui fattori di contesto che possono incidere sull’evoluzione del comparto, dalla congiuntura economica alle politiche di bilancio, dal cambiamento climatico all’intelligenza artificiale, fino alle politiche industriali e per il lavoro e ai “buoni propositi” manifestati per fare in modo che la bandiera italiana torni a sventolare sulle nostre imbarcazioni. Ne hanno dibattuto vari relatori, tra i quali ci piace ricordare, in particolare, Carlo Buontempo, direttore a Bruxelles del Copernicus Climate Change Service (C3S), struttura dell’UE sconosciuta ai più, ma di straordinaria importanza. Basti dire che raccoglie ogni anno molto più di cento milioni di informazioni sul clima, che vengono poi elaborate da un cervellone ubicato a Bologna. “Su queste osservazioni – ha spiegato Buontempo – riusciamo a rappresentare la realtà dei cambiamenti, evitando di affidarci a simulazioni, e creando le premesse per affrontare il problema del surriscaldamento del pianeta”.
L’assemblea dei soci di Confindustria nautica ha approvato il bilancio consuntivo 2024 e il preventivo 2025, dando modo alla direttrice Marina Stella di manifestare piena soddisfazione. “L’approvazione del bilancio – ha dichiarato Stella - evidenzia una solida struttura patrimoniale, è la conferma tangibile del successo dei numerosi progetti attuati e in corso. La nostra associazione ha dimostrato una grande reattività e solidità, rafforzando la propria posizione economica e finanziaria e la propria capacità di generare valore, confermata da una ulteriore performance nella crescita della base associativa e della qualità della rappresentanza. Il 2024 – ha aggiunto - è stato un anno di grandi risultati a beneficio di tutta la filiera, ottenuti anche grazie al rafforzamento di vari comparti e al completo rinnovamento del Salone di Genova, divenuto la prima piattaforma logistica espositiva al mondo espressamente progettata per la nautica”.
Tra i risultati conseguiti nel 2024 sono stati ricordati i molti progetti di internazionalizzazione, messi in campo in collaborazione con il ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale e l’agenzia ICE, la presentazione del settore alla Borsa a Milano, l’ampliamento delle attività dell’Ufficio Studi, per monitorare costantemente il settore e fornire analisi e interpretazione dei dati a sostegno della crescita.
Nell’assemblea romana sono state rinnovate anche le cariche all’interno della struttura confindustriale. Sono entrati nei consigli di presidenza del settore Fincantieri Yachts, Rossinavi e Tankoa per i superyachts, Italia Yachts per la vela, Volvo Group Italia per i motori, Italian Ship & Yacht Brokers Association per i servizi. I presidenti delle 9 assemblee di settore – Barbara Amerio, Umberto Capelli, Fabio Planamente, William Breventani, Davide Maurizio Selva, Alessandro Gianneschi, Roberto Perocchio, Oscar Bellandi e Simone Morelli – sono entrati a far parte di diritto del Consiglio generale di Confindustria Nautica per il quadriennio 2025/2028, con deleghe sulle varie categorie, dai super yacht oltre 24 metri ai piccoli natanti, fino all’emergente sezione dedicata al charter e noleggio, un comparto in crescita tumultuosa, al quale è stata dedicata giusta attenzione avendo registrato risultati inimmaginabili per qualità e fatturati.
Per il comparto del charter è stato annunciato, in particolare, un pacchetto di novità che prevede l’ampliamento a tutte le attività commerciali dell’impiego delle unità iscritte in locazione e noleggio; introduce il contratto di noleggio a viaggio concordato (all inclusive) al fianco di quello a tempo; prevede aree di accosto per sbarco e imbarco passeggeri nei porti pubblici; introduce la locazione con comandante; esclude la responsabilità dell’impresa per le sanzioni amministrative del locatario e introduce norme di contrasto al noleggio occasionale abusivo. Tra le quinte si è parlato anche del problema della comunicazione, ovvero della necessità di contenere la diffusione di notizie spesso infondate sulla serietà e professionalità delle aziende che svolgono attività di charter e noleggio, contribuendo invece in misura sensibile allo sviluppo economico di località costiere grazie al turismo nautico.