Il porto di Mergellina

“Un cambio di paradigma per la nautica”: il convegno che può fare luce sul progetto del porto turistico per Napoli

di Sergio Troise
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I dibattiti e i convegni che si svolgono in occasione di manifestazioni fieristiche interessano, generalmente, solo gli addetti ai lavori. Raramente i temi discussi affrontano temi popolari, in grado di suscitare le attenzioni del pubblico. Questa volta, però, può darsi che il convegno in programma al Nauticsud, il salone nautico in svolgimento a Napoli fino a domenica 16 febbraio, susciti almeno una certa curiosità. Alle ore 15,30 di mercoledì 12 febbraio, nella sala convegni del Padiglione 10 della Mostra d’Oltremare, si discuterà infatti del problema della portualità turistica napoletana, ovvero della cronica mancanza di posti barca e delle polemiche (finora inconcludenti) sulla necessità di costruire un moderno marina a Napoli.

Un problema grave, irrisolto da anni, che costringe molti potenziali diportisti a rinunciare all’acquisto di un’imbarcazione o, in alcuni casi, ad affidarsi ad ormeggiatori abusivi, andando incontro, sistematicamente, al rischio di sequestri e denunce, con l’inevitabile corollario di polemiche su evasione fiscale e lavoro nero.

A questa questione che da anni tiene banco a Napoli, l’edizione 2024 del Nauticsud ha dedicato gli Stati Generali della Nautica. Intervennero tre ministri, Musumeci, Santanchè e Urso; fece conoscere una volta di più la posizione dell’amministrazione comunale il sindaco Manfredi (“si facciano avanti i privati”) e si prodigarono numerosi esperti nel dare numeri e valutazioni sul valore sociale ed economico di un porto turistico in una città come Napoli, al centro di un golfo di straordinaria bellezza e attrattività.

Risultato: a distanza di un anno è tutto fermo. O quasi. E infatti gli organizzatori di Afina (l’Associazione Filiera Italiana della Nautica) che ha sede proprio a Napoli e raccoglie in maggioranza aziende del territorio (ma non solo) ha organizzato l’ennesimo convegno dedicato al solito tema, nella speranza che finalmente qualcosa si muova. In programma mercoledì 12 alle ore 15,30 nella sala convegni del Padiglione 10 della Mostra d’Oltremare, il convegno sarà moderato dal direttore del Mattino, Roberto Napoletano, con il quale è stato concordato il seguente titolo: “Il cambio di paradigma per la nautica da diporto”.

Un modo per dare un segnale di svolta in presenza di due esponenti del governo quali la ministra del Turismo Daniela Santanchè e l’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo, capo di Gabinetto del ministro Musumeci. Tra i relatori dovrebbero figurare anche alcuni esponenti dell’imprenditoria napoletana e il presidente dell’Autorità Portuale Annunziata. Il dibattito sarà aperto anche al pubblico.

Può darsi che finalmente emerga qualche dettaglio sui progetti che lentamente avanzano, e di cui parlò pubblicamente lo stesso sindaco Manfredi in occasione del Nauticsud del 2024. Allora il primo cittadino ammise che c’erano sul tavolo 3 progetti: uno per Napoli Est, un altro per l’ampliamento di Mergellina e un altro ancora per l’area Bagnoli-Coroglio, davanti all’isolotto di Nisida.

Su questi temi è calata una cappa fatta di discrezione estrema, che non si sa a chi giovi. E’ probabile, comunque, che nel convegno in programma al Nauticsud 2025 venga fuori qualche novità, in particolare su cosa bolle in pentola per il nuovo waterfront di Bagnoli.

Del progetto per Bagnoli ne ha parlato per prima, sul numero in edicola ad agosto scorso, la rivista Nautica, nell’ambito di un’inchiesta intitolata “Napoli paradiso perduto”. A distanza di 6 mesi, il 10 febbraio scorso, ha ripreso l’argomento un quotidiano nazionale (nelle pagine locali) ricordando che si è fatto avanti un gruppo di privati e specificando che la struttura dovrebbe chiamarsi “Green port di Marina di Nisida”.

Quel progetto, mai presentato pubblicamente, avanza con la massima discrezione tra i meandri della burocrazia. L’operazione è stata avviata a fine 2023, con la formula del projet financing e con l’impegno di un gruppo di imprenditori collaudati, da tempo attivi in quel tratto di mare, dove operano in regime di concessione demaniale temporanea (tra maggio e settembre) con le società Onda Azzurra e Sena.

A capo dell’operazione è il signor Giovanni Ajello, amministratore della società che da anni medita di trasformarsi da concessionaria “a tempo” a titolare di un vero e proprio porto turistico, moderno, funzionale e rispettoso dell’ambiente. Riservatissimo, Ajello non ha mai voluto illustrare neanche un rendering del progetto. Pressato dalle nostre domande, l’estate scorsa si limitò a dire: “E’ dal 2008 che meditiamo di realizzare un porto nell’area che attualmente gestiamo con concessioni temporanee, da maggio a settembre. Ora speriamo che sia la volta buona, ma prima di venire allo scoperto, illustrando alla città il nostro piano, vogliamo essere sicuri che tutto sia in regola e che in città ci sia l’effettiva volontà di procedere.”

Di sicuro l’operazione porto per Bagnoli viene gestita con l’assistenza dello studio legale dell’avvocato Enrico Soprano, da tempo molto vicino agli operatori della nautica, il quale con discrezione, ma anche con determinazione, si è fatto avanti con un piano che – se approvato in tempi brevi – avrebbe potuto portare alla realizzazione del porto entro l’inizio della stagione nautica 2027. Ma oggi la cosa appare difficile pure per il 2028. Il via libera dipende infatti da almeno tre autorità: Comune di Napoli, Autorità Portuale e Commissione Bagnoli, e pare che per ottenere il riconoscimento di “opera di pubblico interesse” occorrano ancora diversi mesi. Insomma, tempi lunghi.

Vedremo quali saranno gli sviluppi. Intanto, però, si stanno dando da fare, sul “fronte del porto”, anche gli attuali gestori del principale molo di Mergellina (la società che fa capo alla famiglia Luise), e l’Afina (Associazione Filiera Italiana della Nautica) il cui presidente Gennaro Amato è da tempo convinto che in attesa del nuovo porto “è necessario ampliare Mergellina”. Entrambi mirano a guadagnare spazio. Ma seguono strade diverse. E, nel caso del progetto sostenuto da Afina (e condiviso dall’Unione Industriali di Napoli), provoca le proteste degli ambientalisti e dei più rigorosi custodi della inviolabilità di un territorio vincolato.

Il numero uno dell’associazione nata nel 2019 sulle ceneri della ANRC (Associazione Nautica Regionale Campana) ha annunciato qualche tempo fa la costituzione di Afina Napoli (sezione locale della sua associazione) che dovrebbe dedicarsi al problema del porto e ha commissionato a Marinedi (società leader nel mercato italiano ed europeo per lo sviluppo e la gestione di Marina, oggi il primo network nel Mediterraneo, con circa 6.000 posti barca in 14 basi operative) il progetto dell’ampliamento di Mergellina. Ma successivi accordi con la società Luise & Sons, che nell’antico porto napoletano gestisce il molo principale, hanno provocato la revisione del piano, di cui non s’è avuta più notizia. Eppure venne annunciato il reperimento dei fondi necessari, assicurati da imprenditori locali (l’associazione, tra l’altro, è iscritta all’Unione Industriali di Napoli) e la disponibilità di 10 milioni di euro garantiti dalla Banca di Credito Cooperativo di Napoli, istituto da sempre vicino alle imprese nautiche.

Pure dell’opzione Napoli Est non s’è saputo più nulla. E probabilmente è un bene che il progetto sfumi, vista la difficoltà di far convivere, su quel versante della costa di Napoli, il traffico commerciale (navi da crociera e da trasporto) e nautica da diporto.

Avanza invece con discrezione estrema un piano per la riqualificazione di tutta l’area di Mergellina, a mare e a terra, al quale sta lavorando l’Università Federico II d’intesa con l’amministrazione comunale. Il piano è nelle mani del professore Michelangelo Russo, urbanista e preside della Facoltà di Architettura, il quale sta lavorando a un’ipotesi urbanistica che dovrebbe coinvolgere tutta la zona di Mergellina, non solo il porto, attraverso l’attuazione di un Pua” (Piani Urbanistici Attuativi). Tutta l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, si dovrà trovare perciò il modo di intervenire senza violare la legge.

Non sarà facile, dunque, rendere quello che era un porto di pescatori un accogliente e moderno porto turistico. Ma gli esperti, sia pure nella massima discrezione, sono al lavoro. E il professore Russo ci ha confidato che “si procede sulla razionalizzazione degli spazi disponibili, sugli impianti, sull’impiego di nuovi materiali ecocompatibili e sulla capacità di accoglienza e di funzionalità, tenendo ben presenti anche le esigenze della moderna nautica da diporto”.

Tra le ipotesi al vaglio ci sono anche parcheggi sotterranei, che risulterebbero funzionali sia per decongestionare il traffico a terra sia per rispondere alle esigenze di chi ha la propria barca ormeggiata nel porto. Ma non è tutto. Sono allo studio anche aree pedonali e l’allestimento di bar e punti di ristoro lungo la linea di costa.

Nell’estate del 2024, quando emersero queste indiscrezioni sul progetto Mergellina affidato all’”urbanista di fiducia” del sindaco Manfredi, fu dichiarato che il progetto era “in itinere” e che si contava di poterlo definire entro fine anno 2024. Ora siamo a febbraio 2025 e nulla s’è saputo. Chissà che nel convegno in programma al Nauticsud non emerga qualche rassicurante aggiornamento…

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Martedì 11 Febbraio 2025 - Ultimo aggiornamento: 15:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA