Il Motopanfilo 37m di Benetti

Nel futuro di Benetti yacht ispirati ai panfili del passato. Svelati i progetti di due regine del mare di 37 e 67 metri

di Sergio Troise
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ROMA - Oggi li chiamiamo superyacht e megayacht, e quando la misura comincia ad avvicinarsi a quella di una nave da crociera diciamo gigayacht. Una volta erano i panfili. Magari non raggiungevano i 40 metri, ma tra la fine degli anni 50 e i 60 rappresentavano il meglio della cantieristica italiana: erano imbarcazioni eleganti, ricche di fascino, costruite in solido legno e impreziosite da abbondanti dosi di cromo e ottoni. Benetti ne firmò molte, e molte furono le barche passate di mano tra esponenti dell’alta società, principi come Ranieri di Monaco e Grace Kelly, grandi industriali, personaggi dello spettacolo e del jet-set.

Oggi, dopo 70 anni, lo storico cantiere toscano non ha alcuna intenzione di fermarsi, vuole anzi riannodare i fili della tradizione proponendo l’interpretazione moderna, adatta ai tempi e alle tecnologie, di quelle magnifiche regine del mare, proseguendo sulle tre linee da tempo avviate: Class (barche di serie interamente progettate e costruite dal cantiere, anche avvalendosi di consulenti esterni, ma non modificabili); Custom (barche costruite “su misura” partendo da un foglio bianco, su un progetto condiviso con progettisti di fiducia dell’armatore) e Semi-custom (barche progettate interamente dal cantiere e da suoi consulenti ma personalizzate in base alle richieste dell’armatore).

I progetti sono stati presentati da Giovanni Vitelli, vice presidente del gruppo Azimut-Benetti, nel corso di una videoconferenza tenuta dalla sede del museo Benetti di Livorno assieme a Sebastiano Fanizza, direttore commerciale, e Federico Lantero, responsabile marketing e comunicazione del gruppo presieduto da Paolo Vitelli. Nei piani già avviati c’è la consegna, entro settembre 2022, di otto imbarcazioni tra i 34 e i 40 metri, mentre vanno avanti anche i lavori su due giga yacht custom di misura superiore a 100 metri ed è stata appena avviata la lavorazione di un FB283 custom di 62 metri.

Al centro dell’incontro “a distanza” – come impone l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia - è stata la presentazione del “motopanfilo dell’era moderna”, yacht di 37 metri della categoria Class, e di un nuovo mega yacht custom di 67 metri, già battezzato Rinascimento, anche se al momento “esiste” esclusivamente sulla carta. “Elementi imprescindibili alla base di entrambi i progetti – è stato sottolineato – sono l’innovazione, l’affidabilità, la capacità costruttiva, ma anche la valorizzazione dell’heritage”. Attenzione però: non si tratta di restyling di prodotti di successo, ma di progetti “di oggi” che trovano ispirazione nel passato per proiettarsi nel futuro.

Il Motopanfilo è uno yacht dislocante in composito di 37x7,8 metri, progettato per gli esterni da Francesco Struglia, per gli interni dagli architetti dello studio Lazzarini-Pickering. Il profilo esterno è caratterizzato da tagli netti e puliti che esaltano le linee: le forme sono allungate, eleganti ed austere, proprio come lo erano quelle delle progenitrici in legno. Lo scafo è dislocante, studiato per raggiungere una velocità massima di 16 o 18 nodi a seconda della motorizzazione scelta. Il layout prevede la suite armatoriale posizionata a prua del ponte principale e quattro comode suite per gli ospiti sul ponte inferiore. Su richiesta, sempre sul ponte inferiore, sarà possibile installare anche una piccola sauna.

Lo studio volto a coniugare l’ispirazione classica con la ricerca del moderno trova il suo culmine nello specchio di poppa: qui le linee sono completamente integrate nel volume dello scafo, aderendo allo spirito delle poppe tonde degli anni 60, ma differenziandosi nella forma, che deve rispondere alle esigenze degli armatori di oggi e offrire un grande beach club. Di grande effetto la soluzione adottata per quest’area, con una grande tenda a soffietto, in stile carrozza, e una vera e propria terrazza a pelo d’acqua, ideale per godersi il mare e gli immancabili toys. Il progetto prevede che, una volta chiuso, il portellone centrale sia fortemente inclinato in avanti, per aumentarne la superficie nel momento in cui, aprendosi, diventa la piattaforma bagno, mentre tender e moto d’acqua troveranno riparo in un garage posto lateralmente per non interferire con la vita di bordo.

Degno di nota è anche l’observation deck, una sorta di terrazza panoramica: un tempo era un’area ricavata intorno all’albero centrale, a bordo del nuovo motopanfilo sarà uno spazio ricavato sopra l’hard-top, un piccolo quarto ponte da vivere in assoluta intimità da cui si può godere di una visuale unica, comodamente distesi su una chaise longue per vivere il piacere del sole di giorno e momenti di relax la sera, sotto le stelle.

Gli spazi interni ed esterni sono stati progettati, come detto, dallo studio Lazzarini-Pickering, artefice già nel 2004 del Benetti Sai Ram, il primo superyacht a proporre interni moderni in uno stile dominato all’epoca dal classico. Fedeli alla linea dettata dal rispetto dell’heritage, i due architetti hanno proclamato che “gli ambienti interni non devono sembrare quelli di una casa, ma devono essere quelli tipici di una barca”. Apprezzabile lo sforzo, in netta controtendenza con la moda corrente che ha trasformato molti yacht in vere e proprie ville galleggianti. Ciò detto, marmi e vasi presenti qua e là sembrano smentire la scelta di fondo, così come il leit-motiv delle forme circolari per tavoli, sedie, poltrone e divani. In linea con il proposito sembra invece la scelta di legni chiari e di stoffe bianche e blu, queste sì molto marinare. Apprezzabile il gioco di luci tra vetrate e specchi, che regalano straordinaria luminosità agli ambienti interni.

E veniamo al “Rinascimento”, il mega yacht di 67 metri che Benetti conta di allestire sulla base del modello FB284: sviluppato su 6 ponti, si segnala per un aspetto imponente e autorevole, lontano da soluzioni estrose e capace davvero di sintetizzare al meglio il connubio tra classico e moderno. Giorgio Maria Cassetta ne ha presentato il concept e gli esterni, di cui è autore (gli interni vengono sviluppati “in casa” dal cantiere) spiegando che ha puntato tutto su una nuova definizione dei volumi, un’elevata vivibilità a bordo e una grande razionalizzazione degli spazi. “Tutto ciò – è stato spiegato – viene fatto con l’obiettivo di escludere estrosità nell’estetica e di puntare piuttosto all’inserimento in un contesto contemporaneo, con un orizzonte senza tempo”.

Il mega yacht non ha ancora un compratore, ma la costruzione verrà comunque avviata, essendo parte di un investimento speculativo, fondato sulla certezza di proporre al mercato un prodotto di provata qualità: base di partenza, infatti, è il lavoro fatto a suo tempo per il “Metis”, pluripremiato megayacht di 63 metri simbolo del riconosciuto standard costruttivo del cantiere (ha di recente procurato a Benetti il World Superyacht Awards 2020 di Boat International) che ha “ispirato” anche gli yacht FB270, FB274 (entrambi di 65 metri) e FB278 “Project Fenestra” (67 metri) attualmente in costruzione, come da richieste di armatori che li hanno già ordinati.

Nell’illustrare il progetto del nuovo mega yacht, Cassetta ha sottolineato quanto importante risulti la capacità di regalare una linea agile e una adeguata funzionalità degli spazi a una vera e propria nave con sei ponti. “Abbiamo ricercato un’armoniosa continuità attraverso le linee laterali, quasi mai interrotte, che si piegano per snellire la massa delle sovrastrutture” ha spiegato il designer di fiducia del cantiere, sottolineando la forte personalità dell’insieme e il connubio forma-funzione. In parole povere: lo stile del nuovo megayacht è la rivisitazione del linguaggio Benetti, fil rouge che conduce alla ricerca di un’estetica che risulti in armonia con i movimenti in acqua propri di una grande nave.

Inutile dire che gli interni - così come sono stati presentati - richiamano l’intramontabile eccellenza del made in Italy, espressa attraverso manifatture di altissimo pregio e inserite in un equilibrio di elementi che riescono a dialogare tra loro. Di pregio, eleganti e raffinati sono quindi i materiali scelti per gli arredi: i legni utilizzabili saranno l’acero frisé, con un colore morbido che si avvicina a quello della seta naturale, e l’ebano nero con venature arancioni, dall’impronta classica. Per il marmo, la scelta è già ricaduta sul bianco di Carrara, che conferisce splendore alle superfici e contrasta bene con il marmo nero Saint Laurent, particolarmente raffinato.

Sul main deck del mega yacht il pozzetto è dedicato agli ospiti, accolti da eleganti sedute. Un’ampia vetrata, con una porta centrale che scivola all’interno della sovrastruttura, divide la poppa dal salone, particolarmente lungo, con ampi divani e un tavolo da pranzo per 14 persone. Sullo stesso ponte è stata pensata la spaziosa dispensa e l’ampia cambusa a forma quadrata che precede le due cabine Vip caratterizzate da finestrature e considerevoli spazi per lo stivaggio e il guardaroba.

Per trovare le altre quattro cabine ospiti ci si sposta sul lower deck che, non dovendo ospitare la cucina come solitamente avviene in barche di queste dimensioni, amplia l’area dedicata alle cabine dell’equipaggio per 17 membri (19 in una configurazione alternativa). I quattro ufficiali possono quindi disporre di cabine singole, particolarità rilevante nell’ottica di un maggiore comfort dell’equipaggio e, di conseguenza, di un più soddisfacente servizio a bordo. A poppavia, lo spazioso beach club è dotato anche di portellone laterale. Un hammam, con comodo bagno con doccia, è a disposizione degli ospiti. A seconda delle esigenze armatoriali, una parte dell’area può essere adibita a palestra.

L’upper deck è il ponte dedicato all’armatore e alle sue esigenze di convivialità. Verso prua, si trova la suite armatoriale: dotata di uno studio privato e due bagni separati, uno con vasca e doccia e l’altro con vasca, entrambi con piani lavandino molto lunghi. Per la sua posizione, la cabina offre una vista mozzafiato della prua e del mare circostante.

A centro nave, grande spazio lo occupa la dispensa, scelta che interpreta la volontà di rendere prioritaria la funzionalità della barca. Su questo ponte un salone dalle dimensioni particolarmente generose si presta a lunghi momenti di relax e conversazione tra gli ospiti. All’esterno, un grande tavolo da pranzo per 14 persone precede i divani che sono posizionati per fare da cornice alla zona dining e sono perfetti per godere del momento dell’aperitivo. Adiacente alla zona pranzo c’è il bar, con comodi sgabelli orientati verso poppa.

Il bridge deck è stato pensato come party deck. A richiesta, la zona in ombra può essere chiusa in una veranda attrezzata in base alle esigenze dell’armatore. Le diverse aree lounge esterne sono servite da un bar molto grande. Sullo stesso ponte la grande cabina del comandante è adiacente agli ambienti di governo della nave. Ben nascosta, una scala esterna porta al sun deck di quasi 90 metri quadri. Dal bar si gode di una vista eccezionale. Verso prua, un podio ospita una Jacuzzi ben mascherandone il volume. La vasca è leggermente sopraelevata per azzerare il dislivello visivo durante le conversazioni tra chi si gode un bel bagno e chi sorseggia un cocktail, comodamente seduto sul divano: un chiaro esempio di come gli spazi siano stati studiati in modo da offrire sempre il massimo dell’ergonomia tra tutte le zone.

La stessa ottica di massima ottimizzazione dei volumi disponibili ha regolato la progettazione di un sesto ponte, l’under lower deck, concepito per essere perfettamente sfruttabile. Infatti, grazie a un’attenta razionalizzazione degli spazi, questo ambiente è stato studiato per regalare alla barca importanti aree aggiuntive, sia tecniche che dedicate allo storage; aree queste che, soprattutto nelle lunghe navigazioni, fanno una grande differenza nella qualità di vita a bordo.

La presentazione in anteprima dei due capolavori del mare in arrivo nel 2021 la dice lunga sullo stato di salute di Benetti, eccellenza del made in Italy da tempo ai vertici mondiali della nautica di lusso e – a quanto pare – per niente condizionata dai guasti provocati dalla pandemia. Proprio pochi giorni fa, tra l’altro, nel cantiere di Livorno si è svolta la suggestiva “cerimonia della moneta”, usanza millenaria, riconducibile all’epoca degli antichi romani, che prevede la collocazione di una moneta sotto la chiglia di una nuova nave, come buon auspicio.

La cerimonia è stata dedicata alla posa della chiglia di FB283, custom yacht di 62 metri e 5 ponti con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio per il quale c’è già un armatore (misterioso) particolarmente esigente, che ha chiesto al cantiere di soddisfare quattro desideri: velocità, silenziosità, autonomia e divertimento per la famiglia. Detto fatto, la progettazione delle linee d’acqua è stata affidata dall’armatore agli specialisti olandesi di Van Oossanen, mentre di esterni ed interni si occupa Cassetta, partner abituale di Benetti. I disegni prevedono carena dislocante, prua lunga, poppa sfilata, 5 ponti, velocità di crociera di circa 20 nodi. Oltre alle comodità delle cabine armatoriale e VIP, molte aree saranno dedicate allo storage di attrezzature per le immersioni, tender e water toys. Dall’inizio dei lavori (appena avviati) al varo, sorveglierà tutto Nicolai Yacht Consulting & Project Management, in rappresentanza dell’armatore.

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Giovedì 3 Dicembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 06-12-2020 16:29 | © RIPRODUZIONE RISERVATA