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Piccola nautica in difficoltà, yacht e super yacht resistono. In chiaroscuro il rapporto su produzione e trend di mercato

di Sergio Troise
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È stata pubblicata la nuova edizione de “La Nautica in Cifre Monitor – Trend di mercato 2024/2025”, il rapporto statistico realizzato dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, che segnala le tendenze del settore a metà anno nautico, con indicazioni sullo stato globale dell’industria italiana del settore.

Ne viene fuori un quadro in chiaroscuro, con la conferma delle difficoltà nel settore della “piccola nautica”, da tempo costretta a fare i conti con un mercato in contrazione. La grande nautica, quella che si dedica a yacht e super yacht, per ora resiste; ma dopo i risultati ottenuti fino al 2023, dal 2024 in poi ha dovuto confrontarsi con uno scenario internazionale caratterizzato da crescenti complessità congiunturali ed economiche. Circostanze che hanno determinato non una crisi vera e propria, ma quella che gli esperti di Fondazione Edison (partner scientifico di Confindustria per la redazione del rapporto “Nautica in Cifre”) definiscono “normalizzazione della crescita del settore”.

Ciò detto, il rapporto rassicura, certificando che “le prospettive dell’industria nautica italiana restano complessivamente positive, trainate in particolare dal significativo contributo del segmento dei superyacht, che mantiene il primato globale per ordini di unità superiori ai 24 metri, con 572 yacht in costruzione su un totale di 1.138”.

Per arrivare a questa rassicurante considerazione, è stata analizzata la variazione del portafoglio ordini a dicembre 2024 rispetto a dicembre 2023 per il comparto dei superyacht. Per i comparti delle unità da diporto fino a 24 metri di lunghezza e degli accessori e motori, invece, sono state esaminate le previsioni di fatturato per il 2025 rispetto all’anno precedente.

Il portafoglio ordini del comparto superyacht a dicembre 2024 risulta in crescita o stabile per il 34% delle aziende rispetto allo stesso periodo del 2023. Per il restante 66% si registra una contrazione, anche se di entità moderata: il 33% segnala una riduzione entro il 5%, mentre un ulteriore 33% riporta una diminuzione compresa tra il 5% e il 10%.

Per il comparto delle unità fino a 24 metri di lunghezza, il 22% degli intervistati prevede un aumento del fatturato per il 2025, il 45% stima una situazione stabile e il 33% si aspetta un peggioramento. Nel comparto degli accessori e dei motori, il 16% delle aziende prevede un incremento del fatturato per il 2025 rispetto al 2024, il 63% prospetta una stabilità, mentre il 21% prevede una contrazione.

Gli imprenditori del charter nautico si dividono a metà tra chi evidenzia aspettative complessivamente positive per la stagione 2025 con una crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, mentre il 43% si aspetta una stabilità, e il 7% ipotizza una leggera contrazione (fino a -5%). Complessivamente, il 79% degli intervistati ha dichiarato che il valore medio delle settimane vendute nel 2024 è aumentato o si è mantenuto stabile.

In relazione alle attività legate al turismo nautico, l’indagine condotta da Assomarinas tra i propri associati nel settembre 2024 ha registrato prospettive positive per il 2025, con previsioni più ottimistiche rispetto all’anno precedente. Le proiezioni per l’anno solare 2025 indicano una crescita in tutte le principali componenti del fatturato dei porti turistici. In particolare, le stime mostrano un aumento che va dal +1,5% per le vendite di posti barca al +3,2% relativo agli ormeggi in transito. Dati incoraggianti, e tuttavia sorprendenti, viste le reiterate proteste che giungono da più parti, in particolare dalla Campania, per la mancanza di posti barca in rapporto al numero di diportisti e di unità da ormeggiare.

Tornando ai dati di mercato, nell’ambito della rilevazione, le aziende hanno segnalato tra i fattori esogeni dal maggiore impatto sia i tassi di interesse, considerati ancora troppo elevati, nonostante il recente taglio da parte della BCE, sia la giacenza di stock invenduti. Inoltre, la maggioranza degli intervistati ritiene le tensioni politiche e i conflitti internazionali fra i fattori con effetti significativi sulla fiducia dei consumatori.

In questo contesto, l’exploit delle esportazioni globali della produzione cantieristica nautica italiana risulta certamente l’elemento più significativo della crescita degli ultimi anni: Fondazione Edison ha registrato a settembre 2024 un massimo storico per l’export di unità da diporto prodotte in Italia, che ha raggiunto la soglia dei 4,5 miliardi di euro. L’Italia si è confermata dunque, nel 2024, primo esportatore mondiale di unità da diporto. E proprio per questo – tengono a ricordare con soddisfazione i vertici di Confindustria Nautica - nel “Libro Verde made in Italy 2030” del Ministero delle Imprese e del Made in Italy la nautica è stata inserita al fianco delle storiche 4A, tradizionali pilastri dell’industria italiana” (abbigliamento, arredamento, automotive e agroalimentare).

A livello europeo sta emergendo comunque preoccupazione per l’attuale escalation sul tema dei dazi e per le possibili conseguenze in tema di costi e approvvigionamenti. Seppure in flessione nell’ultimo anno censito, finora gli USA hanno rappresentato il più importante mercato a livello globale per i nostri cantieri, che tra l’altro si dedicano a tipologie di imbarcazioni non sovrapponibili a quelle tipiche della produzione americana. Contestualmente, l’export USA verso l’Italia è quasi raddoppiato negli ultimi 12 mesi calcolati, rispetto ai 12 mesi precedenti.

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Mercoledì 12 Marzo 2025 - Ultimo aggiornamento: 19:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA