I grandi della nautica sono tutti in bella mostra allo Yachting Festival di Cannes e, come ormai tradizione consolidata, gli italiani dominano la scena, con prodotti di qualità superiore e novità di prodotto capaci di dare nuovo impulso al mercato. Tra questi, recita ancora una volta un ruolo di primo piano Azimut-Benetti, prima azienda privata della nautica mondiale, guidata da Giovanna Vitelli (presidente) e da Marco Valle (amministratore delegato) con l’ambizione di proporre al mercato internazionale soluzioni sempre nuove, soprattutto in materia di stile, di disposizione degli spazi a bordo e di riduzione dell’impatto ambientale.
Se il marchio Benetti è presente sulla Croisette con tre modelli in vetroresina delle famiglie di maggior successo del cantiere, ovvero gli Oasis di 34 e 40 metri e il Motopanfilo di 37, Azimut recita un ruolo da protagonista affiancando ai modelli Seadeck 7 e 6, S8 e Magellano 30M una new entry destinata a fare scalpore: il nuovissimo Azimut Fly 62, yacht di quasi 20 metri (19,49 fuori tutto) che potrebbe rivoluzionare il mondo dei flybridge. Come? Con una proposta del tutto inedita dedicata allo sfruttamento dello spazio di poppa, ovvero con l’introduzione del beach cockpit, il “pozzetto reinventato”.
Lo specchio di poppa si apre verso l’esterno e con un movimento sincrono il divano si abbassa, eliminando qualsiasi barriera fisica e creando un’ampia zona prendisole a poca distanza dall’acqua e una connessione con il mare unica per uno yacht di questo segmento. Ai visitatori del salone francese viene spiegato che “a bordo del Fly 62 si potrà pranzare rivolti verso il mare, si potrà vivere nella natura, in spazi disegnati per accogliere generazioni diverse e abitudini diverse, chi riposa all’ombra e chi fa il bagno, chi prende l’aperitivo e chi il sole, mantenendo il senso di condivisione di quei momenti”.
“La nuova barca – dicono in casa Azimut – rappresenta il concetto più puro del saper fare design, facendo incontrare i desideri dell’armatore e l’immaginazione di chi crea”. E in effetti qui viene appagato il desiderio di avvicinarsi sempre più al mare, per la prima volta anche su una barca con il flybridge, pensata per lunghe permanenze a bordo e tradizionalmente caratterizzata da una zona di accesso all’acqua più separata.
Il design degli esterni è di Alberto Mancini. Al quale non si deve soltanto l’”invenzione” dei nuovi spazi di poppa, ma anche la rivisitazione dei canoni della categoria, eseguita prendendo ispirazione anche dalle tendenze più recenti del mondo dell’automotive e dalla rivoluzione funzionale ed estetica dei SUV. I volumi della sovrastruttura del Fly 62, infatti, si spostano verso prua e permettono di sviluppare il pozzetto mantenendo ed evolvendo la cifra stilistica sportiva della serie Fly di Azimut: linee che si rincorrono e superfici sempre più pulite. Il nuovo hard-top si distingue, tra l’altro, per le linee ipermoderne, che si sposano con la linearità di tratto che caratterizza lo sviluppo orizzontale delle vetrature a scafo.
Per gli interni, Azimut ha rinnovato la collaborazione con l’architetto Fabio Fantolino, al suo secondo progetto per il cantiere. Grazie a lui sono stati allestiti spazi “aperti” e privi di ostacoli visivi, per una sensazione di vicinanza totale con il mare. Reinterpretati tutti gli ambienti, con un design pulito e fresco, fatto di pochi dettagli essenziali. Le cabine sono tre più una per il marinaio, due i bagni. La motorizzazione è affidata a due Volvo Penta IPS 1200 per complessivi 900 cavalli e una velocità massima di 30 nodi.
Tra le imbarcazioni del gruppo Azimut-Benetti esposte a Cannes ha attirato l’attenzione generale anche il nuovo Seadeck 7, ovvero la più recente proposta della serie Seadeck, che rappresenta l’epitome delle soluzioni oggi disponibili per abbattere consumi ed emissioni di CO2 e permettere a un armatore attento di raggiungere una riduzione delle emissioni fino al 40% in un anno di uso medio, rispetto a barche comparabili per peso e dimensioni con propulsione in linea d’asse e carena tradizionale. Il -30% è dato dall’architettura navale avanzata dello yacht, che integra uso estensivo del carbonio per alleggerire la struttura della barca con carena e propulsioni ad alta efficienza. Il restante -10% è il risultato dell’architettura ibrida e delle più innovative tecnologie nel campo dell’elettrificazione.
Il nuovo Seadeck 7 Full Hybrid rappresenta una pietra miliare sulla rotta green tracciata dal cantiere. È infatti il primo yacht al mondo ad abbinare alimentazione ibrida e propulsione IPS di Volvo Penta: un rivoluzionario pacchetto ibrido-elettrico, risultato della collaborazione tra i motoristi svedesi e il dipartimento di ricerca e sviluppo del Gruppo Azimut-Benetti, che consente di ormeggiare e navigare in modalità completamente elettrica fino a 11 nodi di velocità e – con un uso simile a quello di un’automobile – passare agevolmente dal motore elettrico a quello termico, senza generatore a bordo.
L’Hybrid Boost permette un’accelerazione più potente, il sistema di energy recovery di recuperare energia durante la navigazione e la modalità fast charging di ricaricare rapidamente le batterie attraverso l’utilizzo dei motori termici. Durante le soste in rada le batterie di bordo alimentano tutti i servizi di bordo fino a 12 ore, per un’esperienza a contatto con il mare intima e nel puro silenzio. Il sistema, tra l’altro, facilita anche l’accesso alle aree marine protette, nel pieno rispetto della natura.
Cariche d’orgoglio le parole pronunciate a Cannes dalla presidente del Gruppo Azimut-Benetti Giovanna Vitelli. “Quando parliamo di riduzione delle emissioni di CO2 – ha detto - il nostro approccio punta a ottenere risultati concreti, grazie anche allo sviluppo di soluzioni che stiamo già implementando in fase prototipale. Le barche sotto i 24 metri sono quelle più diffuse nei nostri mari, di conseguenza fare la differenza con imbarcazioni di questa categoria significa fare la differenza per molti armatori. Il sistema ibrido-elettrico di Volvo Penta installato su Seadeck 7 ha un utilizzo simile a quello delle auto: si passa dal motore elettrico a quello diesel in base alla velocità, offrendo una riduzione di consumi ed emissioni di CO2 e una vita a bordo più piacevole. Stiamo dimostrando di essere pronti a cambiare le regole del gioco”.
L’installazione prototipale del sistema ibrido ha richiesto oltre un anno di progettazione, è avvenuta parallelamente alla finalizzazione dello sviluppo del Seadeck 7 per garantire la totale integrazione, inclusa l’attività di validazione, certificazione ed omologazione, nonché la sicurezza necessaria per gestire e rendere affidabili batterie al litio e impianti ad alto voltaggio. Tutto ciò – vale la pena sottolinearlo - apre effettivamente nuove frontiere, consentendo per la prima volta di rendere disponibili i benefici dell’elettrificazione anche su motoryacht di medie dimensioni a gestione familiare.
Il rinnovo della gamma Azimut-Benetti e il lancio di prodotti capaci di distinguersi per personalità e innovazione sono il frutto di una sana gestione del gruppo, che ha concluso la scorsa stagione nautica confermando il trend di costante incremento, con i ricavi passati dagli 840 milioni di euro del 2020/2021 agli 1.3 miliardi di euro dell’esercizio 2023/2024. Quanto basta per registrare una crescita del 55% negli ultimi quattro anni, come sottolineato dall’amministratore delegato Marco Valle.
Più in dettaglio, è stato ricordato che l’esercizio chiuso il 31 agosto 2024 ha visto la redditività in accelerazione, con un margine operativo lordo (Ebitda) in aumento del 30% rispetto all’anno precedente, grazie alla crescita del business e alla maggiore efficienza operativa conseguita dal cantiere nell’ultimo periodo.
Il backlog acquisito dal primo gennaio 2024 ammonta a 2.6 miliardi di euro e si sviluppa fino al 2029, permettendo di delineare uno scenario positivo per il futuro e di garantire una crescita a doppia cifra anche per l’anno 2024/2025, con un target fissato a 1.5 miliardi di euro di ricavi.
“I risultati – ha tenuto a sottolineare Valle - premiano la strategia di prodotto messa in atto dal cantiere, vincente in tutti i segmenti e in tutte le principali geografie, come dimostra la distribuzione per area del backlog del Gruppo, ripartito in modo equilibrato tra Europa (40%), Americas (37%) e MEA APAC (23%)”.
Per il triennio 2025-2027, poi, è stato varato un piano d’investimenti dal valore complessivo di 160 milioni di euro, a supporto delle priorità strategiche dell’azienda. Il principale obiettivo, a cui sono destinati 99.3 milioni di euro, è l’aumento della capacità produttiva di tutti i cantieri del Gruppo, funzionale a soddisfare l’importante portafoglio ordini, insieme all’ulteriore sviluppo in ottica di automazione e implementazione di nuove tecnologie e aggiornamento degli stabilimenti produttivi, a cominciare da quello storico di Avigliana, in Piemonte.
Ulteriori 43.2 milioni di euro saranno concentrati sull’attività di ricerca e sviluppo e sul varo di nuovi prodotti, con l’obiettivo di continuare ad arricchire la flotta con yacht innovativi dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche e di design. Altri 13.9 milioni saranno infine impiegati in progetti di digitalizzazione, con la realtà virtuale sempre più coinvolta nelle attività di prototipazione e progettazione e nei rapporti con gli armatori, sia in fase di acquisto che di configurazione dello yacht. “Dopo un periodo di crescita senza precedenti, oggi assistiamo a una fisiologica contrazione del mercato, che il nostro gruppo può gestire forte dell’importante backlog acquisito – ha dichiarato infine Valle – aggiungendo che “in questo scenario le strategie del Gruppo hanno fatto e faranno ancora la differenza”.