Matteo Zoppas, il presidente di Confindustria Orsini, il ministro Urso, il presidente di Confindustria Nautica Formenti, il ministro Santanchè, il vice ministro Rixi, all'inaugurazione della 65ma edizione del Salone Nautico internazionale di Genova

Salone di Genova, inaugurata la 65ma edizione. Il ministro Urso: «Made in Italy all’avanguardia, settore forte come è stata la moda»

di Sergio Troise
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Si naviga a vista, con tratti di mare calmo alternati a qualche onda, che infastidisce ma non fa troppa paura. E’ questa l’immagine che emerge dalla prima giornata del 65mo Salone di Genova, tradizionale appuntamento fieristico organizzato da Confindustria Nautica, con l’ambizione di “fare il punto” sullo stato dell’arte del comparto e sull’andamento del mercato. Un mercato a due velocità, con super yacht e mega yacht più forti che mai, e “piccola nautica” in difficoltà. Ma non c’è preoccupazione. Tra stand e ormeggi prevale l’ottimismo. Anzi la fiducia.

Sono oltre mille le imbarcazioni in esposizione, 45 i Paesi rappresentati, di rilievo la presenza di 23 nuovi cantieri, 123 le novità annunciate, 96 le première, sia tra i produttori di barche che di motori (soprattutto fuoribordo). Quanto basta per autorizzare gli organizzatori di Confindustria Nautica a definire la manifestazione come “il più grande salone del Mediterraneo”. E dare spunto al presidente della Regione Liguria, Bucci, di dichiarare pubblicamente che “si deve lavorare per fare del Salone di Genova il più grande del mondo”.

Parole accolte con favore dalla sindaca Silvia Salis, la quale ha parlato di Genova come “una città proiettata sul futuro”, mostrandosi orgogliosa del salone che riporta la nautica da diporto italiana e la sua filiera al centro della scena e del dibattito istituzionale. Un dibattito più aperto che mai, visti i chiaroscuri di un mercato a due velocità, con la grande nautica di super yacht e mega yacht che naviga ancora bene, e la piccola nautica che invece arranca.

Alla presenza del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, a Genova in rappresentanza del Governo e della premier Meloni, e della ministra del Turismo Daniela Santanchè, sono stati ricordati, nel corso della cerimonia inaugurale, i dati su produzione e vendite. Ed è emersa la disparità tra la crescita del fatturato globale del +3,2% (raddoppiato in 4 anni) trainata dall’alto di gamma (super yacht), e il calo del -10% provocato dalla crisi della piccola nautica. Una crisi – è stato spiegato – che tuttavia potrebbe finire già tra il 2026 e il 2027. “I primi segnali – dice il presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti – potrebbero arrivare proprio dal Salone di Genova appena iniziato”.

Ma al di là della resilienza delle aziende produttrici e della qualità elevata dei prodotti, restano per ora irrisolti problemi legati alle tensioni internazionali e al balletto dei dazi. Questioni non secondarie, che tuttavia non possono, per ora, minacciare realtà consolidate come le commesse di super yacht “incassate” dai nostri marchi più prestigiosi: ben 572 le imbarcazioni in costruzione nei nostri cantieri, contro le 146 ordinate in Turchia, le 81 in UK, le 69 nei Paesi Bassi.

Una realtà, questa del primato mondiale nei superyacht, che ha consentito a Urso di sentirsi più che mai a proprio agio nel ruolo di ministro del Made in Italy, ovvero di quel comparto mortificato anni fa dalle indimenticate vessazioni del governo Monti, oggi ricordato come “biglietto da visita per tutta l'industria italiana, così come la moda lo è stata negli ultimi 30 anni. Nella nautica – ha tenuto a dire Urso davanti a una platea di “gente di mare” più che mai motivata - “c'è tutto il meglio dell'Italia, dal design al gusto, dall'innovazione tecnologica all'arredo. Le previsioni per i prossimi due anni – ha aggiunto il ministro - restano incoraggianti, e anche se la guerra ai confini orientali ha chiuso la direttrice di crescita continentale, il futuro passerà dal mare, dal Mediterraneo e dall’economia blu”.

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giovedì 18 settembre 2025 - Ultimo aggiornamento: 18:42 | © RIPRODUZIONE RISERVATA