Il salone di Genova 2020

Salone di Genova, meraviglie sul mare. Nonostante il periodo difficile, la nautica italiana ha il vento in poppa

di Sergio Troise
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GENOVA - È stata una navigazione difficile, affrontata con coraggio, ma alla fine il rischio ha pagato. Genova ha salvato il suo evento più importante, il Salone nautico che chiude i battenti oggi, dopo sei giorni vissuti pericolosamente, tra le restrizioni delle norme anti-Covid e l’imperversare d’un maltempo impietoso, accanitosi contro quell’autentico show dei sogni che è un salone nautico, protagonisti grandi yacht simili a sontuose ville sul mare o piccoli gommoni per modeste navigazioni sotto costa. Certo, resterà lontano il record del 2019, quando vennero registrati 188.404 visitatori, ma non poteva essere certo questo l’obiettivo: dopo il ponte San Giorgio, Genova voleva dare un’altra prova di efficienza, mentre l’intera filiera della nautica voleva dimostrare che il made in Italy del mare non è stato sconfitto né dal virus né dalla crisi economica. 

Il messaggio che arriva dal “salone più importante del Mediterraneo” è dunque sorprendente, come rilevato dall’ufficio studi di Confindustria Nautica e da Fondazione Edison: pur riconoscendo che gli scenari sono ancora incerti e che la pandemia rappresenta tuttora un’incognita, gli esperti sostengono infatti che «è possibile una chiusura dell’anno solare 2020 con una tenuta complessiva del settore». Dall’indagine eseguita tra le aziende emerge inoltre un quadro di maggiore fiducia per il 2021, con 8 imprese su 10 che prevedono stabilità o addirittura crescita del fatturato, in sintonia con gli ultimi anni. Anni di crescita costante, culminati nel +12% del 2019, dopo un quadriennio esaltante (+17%, +19%, +13% e +10% dal 2015 in poi). Tutto ciò ha determinato anche la tenuta dell’occupazione (180.000 addetti compreso l’indotto, con 23.510 dipendenti diretti, +5,4% sul 2018), del contributo al Pil (2,22‰, in aumento dell’11,9% rispetto all’anno precedente) e dell’export: l’Italia è il secondo esportatore globale e guarda al futuro con fiducia, come ha voluto indicare lo stand dedicato all’Expo 2020 di Dubai. Tra le voci in attivo spicca soprattutto il leasing nautico (+30% nei primi 9 mesi 2020), su cui pende però la spada di Damocle della scadenza del primo novembre, quando l’IVA agevolata all’11% tornerà al 22%.
Il futuro è dunque non solo nelle mani degli operatori, ma anche della politica. Che a Genova è stata rappresentata dalla ministra Paola De Micheli, sbilanciatasi fino a dire che “il governo sosterrà la nautica anche con il Recovery Fund”. Musica per le orecchie del presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, e di tutti gli operatori del settore, ai quali viene riconosciuto anche il merito di aver difeso la nostra reputazione all’estero.

Tra i big affermatisi nel mondo ha recitato un ruolo da star Benetti, tornato a sorpresa nel “salone di casa” con l’Oasis, superyacht di 40 metri che ha ceduto al Sanlorenzo SD126 (37,95 metri) il premio per il design più innovativo, ma ha recitato il ruolo di ammiraglia del Salone. Ordinata dall’ex campione di offshore Tim Ciasulli, non è una barca veloce, ma una comoda “villa galleggiante” con carena dislocante, per la quale il cantiere assicura navigazioni transoceaniche e una serie di chicche tra le quali l’incredibile piscina di poppa, chiamata non a caso infinity pool. Con il marchio Azimut è stato invece presentato il Magellano 25 Metri, yacht semidislocante per il cui lancio il cantiere ha ingaggiato Gabriele Muccino, autore di un corto sul “dietro le quinte” della costruzione. 
Tra le barche di nuova generazione ha recitato un ruolo da star Pardo Yacht, presentatosi per la prima volta anche con il marchio olandese Van-Dutch, appena acquisito. Ma la novità più cospicua, esposta in prima mondiale, è arrivata da Napoli, con il neonato Cetera 60, originale yacht di 19 metri progettato da Francesco Guida. «È il primo modello di una gamma che dà modo al Gruppo Fiart di entrare nel mercato delle navette performanti multispace» ha detto il neo dg Simone Lorenzano. Con il marchio Fiart hanno debuttato anche la versione open del “52” e il Seawalker 43, per il quale è prevista solo la motorizzazione entrobordo: scelta condivisa anche da Invictus per la nuova ammiraglia TT460 (premiata per il design firmato da Christian Grande) e da EVO Yacht, che mai potrebbe utilizzare i fuoribordo sul nuovo R6 Open, vista la conformazione della poppa “scomponibile” voluta, assieme alle sponde laterali XTension, da Valerio Rivellini. I fuoribordo (due Verado da 300 hp) sono invece adottati da Rio per il nuovo Daytona, open di quasi 11 metri (con 4 posti letto) al debutto con le carte in regola per offrire un’alternativa al dilagare dei gommoni cabinati.

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Domenica 11 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 16-10-2020 13:21 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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