E’ stato particolarmente movimentato l’ultimo weekend vissuto alla corte di Alberto di Monaco, nel porto del Principato popolato di super yacht, mega yacht e giga yacht protagonisti della 33ma edizione del Boat Show dedicato alla nautica di lusso, una sorta “mondo a parte” lontano anni luce dal tran tran quotidiano di noi comuni mortali e decisamente diverso dai saloni di Cannes e Genova appena conclusisi.
La kermesse fieristica di Montecarlo è infatti una sorta di mega festa in cui si ritrovano i ricconi di tutto il mondo, in molti casi arrivati a bordo di jet privati, accolti con tutti gli onori all’aeroporto Cote d’Azur di Nizza e poi trasportati a Montecarlo su limousine di lusso o in elicottero. Un via vai continuo, dal 25 al 28 settembre, con 120 superyacht di lusso ormeggiati alle banchine di Port Hercule (la lunghezza media della flotta è di 50 metri, ma ci sono anche diversi giga yacht di oltre 100 metri) e i vicini parcheggi popolati di Ferrari, Rolls, Bentley, Jaguar, Aston Martin, Lamborghini… In primo piano anche il marchio Maserati, che ha stupito tutti con un coup de théâtre: la presentazione, a sorpresa, di una barca a propulsione elettrica con il marchio del Tridente (vedi altro articolo su questo sito).
In questo scenario da sogno la nautica italiana ha recitato ancora una volta un ruolo da protagonista assoluta. Siamo i più forti nello stile, nel design, nella tecnologia, e dominiamo il mercato internazionale con prodotti di assoluta avanguardia, che continuano a portare utili alle aziende (frutto soprattutto di record nell’export) e capacità di progettazioni mirate ad aggiornare le produzioni anche nel segno della transizione energetica. Un’area, questa, che richiede visione e investimenti. Qualità emerse chiaramente tra le banchine di Port Hercule, dove noi italiani abbiamo conquistato la scena sia nel campo del motore e sia della vela.
Tra i più in vista, per capacità d’innovazione, , si è fatto apprezzare Sanlorenzo, che ha esposto a Montecarlo il rivoluzionario 50Steel, superyacht dislocante di 50 metri con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio che utilizza, primo al mondo, il sistema Reformer Fuel Cell a metanolo verde per la generazione di corrente elettrica. Il cantiere guidato da Massimo Perotti ha esposto inoltre, nella lussuosa cornice monegasca, anche l’SP110, open coupé in grado coniugare alla perfezione l’inconfondibile stile italiano con prestazioni di altissimo livello, massima attenzione alla sostenibilità e comfort unico. Premiato con il Compasso d’Oro 2024 da parte dell’ADI (l’Associazione per il Disegno Industriale), il Sanlorenzo SP110 è il primo della gamma Smart Performance (SP) in grado di garantire elevate prestazioni e massima efficienza energetica. Tra i pregi, spicca il sistema di recupero dell’energia che utilizza pannelli solari monocristallini ad alta efficienza da 6 kW affiancati da un pacchetto di batterie al litio che consentono alla barca di alimentare i servizi di hotellerie per alcune ore senza l’uso di generatori.
Ferretti Group si è schierato a Monaco con 8 imbarcazioni, delle quali due di particolare importanza: il Wallywind110, modello a vela più grande a essere stato consegnato da quando il marchio Wally è entrato a far parte della holding controllata dai cinesi di Weichai, e il Custom Line 50 Asante, prima nave da diporto completamente in alluminio prodotta dal cantiere, con la collaborazione di Filippo Salvetti per gli esterni e dello Studio ACPV di Antonio Citterio e Patricia Viel per gli interni. In occasione del boat show monegasco è stato ricordato dal Ceo del gruppo, Alberto Galassi, che la Superyachts Division di Ancona è al centro della strategia della holding, con 10 superyachts in acciaio e in alluminio attualmente in costruzione, tra cui – udite udite - il primo Riva 70 metri, ovvero il superyacht più grande della storia del brand.
Il gruppo Azimut-Benetti, altro colosso della grande nautica made in Italy, ha esposto nel super salone monegasco, con il marchio Azimut, i già noti Magellano 30M e due modelli della Serie Grande: il Grande 36M e il Grande Trideck. Troppo piccoli per meritare la vetrina del lusso monegasca, non sono stati esposti, invece, i supertecnologici nuovi yacht della serie Seadeck, apprezzati nei saloni di Cannes e Genova per le qualità legate al contenimento dell’impatto ambientale. In compenso, ha conquistato la scena, su questo fronte, il marchio Benetti, che conta 58 unità in portafoglio ordini per un totale di 30.900 GT e ha confermato, attraverso l’amministratore delegato Marco Valle, il suo impegno a supporto del concetto di sustainable lifestyle con otto unità ibride in costruzione per le linee B.Yond e B.Now.
Il Salone del super lusso ha offerto l’occasione per ricordare che Benetti offre la flotta ibrida più ampia del mercato, con il 90% dei modelli disponibili in versione ibrida o diesel-elettrica. Il cantiere ha introdotto infatti sistemi di elettrificazione all’avanguardia, capaci di ridurre i consumi di carburante fino al 20% e il Power Management ottimizza i carichi elettrici a bordo, i sistemi di recupero di calore e l’utilizzo dell’espansione diretta negli impianti di climatizzazione, consentendo un abbattimento dei consumi dei servizi di bordo fino al 40%. Grazie a un accordo con ENI, inoltre, viene utilizzato l’uso del biocarburante HVO per tutti gli usi del cantiere, e ciò ha permesso di ridurre le emissioni di CO2 di 1000 tonnellate/anno.
Se non bastasse, a Montecarlo è stato ricordato che l’HVO, già compatibile con tutta la gamma Benetti, quando usato come combustibile di bordo può portare a una riduzione delle emissioni fino al 90% well-to-wake, e che viene offerta sempre come proprio standard l’installazione dell’SCR (Selective Catalytic Reduction) per gli yacht sotto le 500GT, seppur non obbligatorio per legge in tale categoria. Questa scelta, secondo le stime di Benetti, determina una riduzione nell’emissione di NOx dei 2,5t per yacht/anno, oltre a rendere i propri yacht utilizzabili in aree marine protette. Nel corso della conferenza dedicata ai progetti avviati dal gruppo di Avigliana, sono stati inoltre illustrati i nuovi progetti B.Yond 40M e 57M, Motopanfilo 45M e il nuovo B.Loft: tutti yacht da sogno che andranno ad arricchire la flotta di un made in Italy sempre più apprezzato nel mondo.
Ha conquistato la scena di Monaco anche l’Arcadia A96, fresco vincitore del premio di Robb Report come miglior motoryacht della sua categoria. Lungo 30 metri, il superyacht costruito nel cantiere di Torre Annunziata affacciato sul golfo di Sorrento offre 5 cabine e spazi all’aperto straordinari, proponendo una esclusiva modalità di navigazione slow, a contatto con la natura, caratterizzata da un elevato livello di comfort e grande flessibilità. Con un’enfasi ispirata dal costante impegno nella ricerca del meglio, il Ceo di Arcadia Yacht, Ugo Pellegrino, ha confidato ai visitatori saliti a bordo del suo capolavoro che “probabilmente l’A96 è la migliore rappresentazione del concetto già tanto caro agli antichi greci di Arcadia, perché in un certo senso vuole offrire un mondo idilliaco e ideale, anche in mezzo al mare”.
Nel “regno del lusso” monegasco si sono fatti notare, e apprezzare, anche altri nomi del Made in Italy come Baglietto, che si è presentato al Monaco Yacht Show con il T52 Hybrid Akula, yacht dislocante in acciaio e alluminio firmato Francesco Paszkowski Design, di recente premiato con l’Oscar della nautica 2024 nella categoria Displacement Motor Yachts 499GT. Palumbo Superyachts ha esposto i nuovi gioielli con marchio Columbus, mentre Tankoa ha presentato il magnifico T520 Fenice, secondo modello dinamico della gamma, firmato da Enrico Gobbi di Team for Design: è uno yacht di 52 metri che si distingue per il design raffinato che combina linee aerodinamiche ispirate al mondo automobilistico e aeronautico, offrendo spazi interni ed esterni ampi e ben integrati.
Tra i tanti capolavori del Made in Italy, ha fatto girare la testa a molti anche l’Oceano Mangusta 44 di Overmarine, quarto esemplare di una serie destinata anche all’export negli USA: costruito in acciaio e alluminio, è lungo 44 metri e si distingue per il “Miami Style” firmato da Alberto Mancini, caratterizzato da un perfetto mix di classico e moderno, grandi superfici vetrate, grandi porte scorrevoli su tutti i ponti, un beach club interpetrato come centro della vita a bordo e la disponibilità di ben due piscine, entrambe a prua. Tra i pregi, anche l’autonomia di 4.500 miglia nautiche alla velocità di crociera di 11 nodi (16 la massima).