Suzuki Marine al Tokyo Mobility Show con il DF60A FFV, concept di motore fuoribordo a benzina/etanolo
E’ in pieno svolgimento a Tokyo il Japan Mobility Show, evento proiettato sul futuro e sull’innovazione che mette in mostra avveniristiche concept car, taxi volanti, sedie robotiche, aprendo una finestra sul domani dell’auto e della mobilità personale. Ma non solo. In questo spazio destinato a rivalutare, in particolare, il meglio del Made in Japan, spicca anche un’area dedicata alla nautica. E in particolare ai progressi di Suzuki, colosso dell’industria nipponica che, com’è noto, produce non solo automobili e motociclette, ma anche motori fuoribordo.
Congelato, per ora, il programma destinato a lanciare sul mercato il primo fuoribordo elettrico (“non c’è fretta”, hanno spiegato i vertici di Suzuki Italia in occasione del recente Salone nautico di Genova”) la casa di Hamamatsu ha deciso di festeggiare i 60 anni di attività della divisione Marine presentando al Japan Mobility Show il primo fuoribordo alimentato con una miscela di benzina e etanolo.

Denominato DF60A FFV Concept, è parte del programma By Your Side (letteralmente Al tuo Fianco) e delle strategie “multi-pathway” (multi-percorso) che Suzuki sta portando avanti per il raggiungimento della neutralità delle emissioni di carbonio. “Il prototipo – è stato spiegato - introduce un sistema di alimentazione FFV (Flexible Fuel Vehicle), capace di funzionare con carburanti che contengono diverse percentuali di etanolo, da E10 (10%) fino a E100 (100%), rendendo l’unità compatibile con i biocarburanti di nuova generazione, sempre più diffusi nei mercati emergenti”.
L’utilizzo dell’etanolo, derivato da biomasse rinnovabili, consente una riduzione significativa delle emissioni di CO₂ lungo l’intero ciclo di vita del carburante, contribuendo anche alla diminuzione della dipendenza dai combustibili fossili. Ma in un motore 4 tempi come il DF60A FFV Concept, l’alimentazione a etanolo richiede una gestione ottimizzata della miscela aria-carburante, un sistema di iniezione elettronica calibrato ad hoc e l’impiego di materiali resistenti alla maggiore igroscopicità dell’alcol, ovvero alla sua tendenza ad assorbire umidità dall’ambiente (fenomeno tipico dei carburanti alcolici, che può alterare le proprietà chimiche del combustibile e compromettere nel tempo le parti metalliche o i componenti del circuito di alimentazione se non adeguatamente protetti).
A tutto ciò il progetto di Suzuki Marine ha dedicato massima attenzione, com’è stato ricordato sotto le luci del Japan Mobility Show, dove il costruttore giapponese ha tenuto a ricordare i meriti della divisione Marine, sviluppatasi in 60 anni di crescita. Nello stand sono stati esposti dunque, accanto al concept DF60A FFV, il primo motore della storia del marchio (il D55 a 2 tempi del 1965) e l’attuale top di gamma DF350A.
In bella mostra anche una rassegna dedicata all’evoluzione tecnologica che ha reso Suzuki un punto di riferimento mondiale nel settore marine. Il colosso di Hamamatsu – vale la pena ricordarlo – con le iniziative del Suzuki Clean Ocean Project si è schierato da tempo in prima linea nel programma ambientale per la tutela degli ecosistemi marini e la riduzione della plastica in mare. E una prova concreta dell’impegno su questo fronte è il DF140BG, motore fuoribordo (pure esposto a Tokyo) equipaggiato con #lavalacqua, l’ingegnoso sistema di filtraggio denominato Suzuki Micro Plastic Collector, che consente di raccogliere la microplastica presente nell’acqua attraverso il sistema di raffreddamento. Come? Semplicemente navigando.




