Il nuovo motore fuoribordo di Suzuki da 100 hp

Da Suzuki Marine tre nuovi fuoribordo da 100, 115 e 140 hp: meno elettronica, ma prestazioni e rispetto ambientale al top

di Sergio Troise
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BAVENO - L’elettronica ci ha cambiato la vita, a tutti i livelli, e soprattutto nella mobilità, in strada come in mare. Tutto è gestito da magici chip e microchip capaci di ottimizzare le prestazioni, la sicurezza, il comfort, le emissioni nocive. E la meccanica? Tranquilli: è più viva che mai, rimane alla base di tutto, e resiste alla rivoluzione con sorprendente vivacità. Non solo nell’automotive, ma anche nella nautica. Merito soprattutto dei giapponesi, instancabili nel lavoro di affinamento, sempre alla ricerca di soluzioni sofisticate, in grado di farsi un baffo delle scorciatoie assicurate dalla digitalizzazione e di mettere in campo una capacità d’innovazione che sembrava perduta.

L’esempio più recente arriva da Hamamatsu, casa Suzuki. E riguarda la divisione Marine, quella che si occupa della produzione di motori fuoribordo, che ha chiuso l’esercizio fiscale 2021 (aprile 2021-marzo 2022) con un fatturato netto cresciuto di 4,1miliardi (31,3 milioni di euro). Fedeli alla storica capacità di perfezionare, con cura meticolosa, tutto ciò che costruiscono e commercializzano, gli ingegneri Suzuki si sono dunque messi al lavoro sui motori fuoribordo di potenza media (100, 115 e 140 cavalli) per aggiornarli senza ricorrere alla solita elettronica. Un lavoro tutt’altro che facile, eppure portato a compimento alla perfezione.

Ne abbiamo avuta prova nell’anteprima europea organizzata a Baveno, dove è stato possibile provare nelle acque del lago Maggiore i nuovi fuoribordo “meccanici” DF140B, DF115B e DF100B: motori – sarà bene chiarirlo – che non rinunciano all’iniezione elettronica, ma adottano una leva di comando meccanica e presentano una serie di affinamenti legati al funzionamento e alla gestione.

I tre motori di nuova generazione sono stati presentati montandoli rispettivamente sulla poppa di un gommone Focchi 640, di un Marshall M4 e di una Idea 58 (barca in vetroresina di 5,80 metri messa a disposizione da Idea Marine). Tutti e tre hanno dato prova di un impeccabile funzionamento, impreziosito da capacità prestazionali per nulla diverse da quelle dei “fratelli” dotati di comandi elettronici, e proposti sul mercato con un vantaggio supplementare: il prezzo più abbordabile.

La nuova gamma dei fuoribordo meccanici Suzuki di media potenza, adatti a imbarcazioni tra i 16 e i 20 piedi, viene commercializzata infatti con un listino che va da 12.700 a 14.700 euro. Più in dettaglio: il più potente dei tre, DF140B, costa 14.700 euro; 13.500 euro il DF115B; 12.700 il DF100C (quest’ultimo arriverà però a estate inoltrata). I prezzi sono comprensivi di IVA, ma vanno aggiunte le spese di installazione.

I tre nuovi propulsori condividono un monoblocco in alluminio con architettura 4 cilindri da 2.045 cc. Il rapporto di compressione 10,6:1 migliora l’efficienza nell’utilizzo del carburante, e quindi della combustione, con un conseguente miglioramento in termini di accelerazione, velocità e contenimento dei consumi. E ancora: è stato migliorato l’impianto di raffreddamento, sono state semplificate le operazioni per il cambio dell’olio e adottati nuovi sensori per il termostato.

Una nuova cassa di risonanza contribuisce a contenere la rumorosità e, soprattutto, è stato introdotto il micro plastic collector, una sorta di “filtro magico” adibito alla raccolta delle microplastiche: una esclusiva di Suzuki introdotta ora su tutta la gamma per contribuire alla causa ambientalista. Nelle acque del lago Maggiore non abbiamo potuto verificarne il funzionamento, ma i tecnici della Casa giapponese assicurano che funziona alla grande, limitandosi a raccomandare lo svuotamento della piccola cassa ogni 50/100 ore.

Per tutti e tre i motori è stato previsto un restyling della calandra, che presenta ora un look più moderno e tiene conto anche della penetrazione aerodinamica e delle esigenze di raffreddamento. La nuova copertura, infatti, incorpora anche un sistema di presa d’aria che ne migliora l’afflusso e la separazione dell’acqua nebulizzata. Tra le novità anche un silenziatore che, grazie a un risonatore appositamente sviluppato, permette di abbattere la rumorosità, assicurando una piacevole esperienza di navigazione a tutti i regimi.

In Suzuki si è lavorato anche per accrescere ulteriormente la durata di questi fuoribordo, rendendo più efficiente il flusso dell’olio del cambio. Si è anche pensato ad agevolare le attività di manutenzione, modificando la posizione del filtro olio e allargando il diametro dell’apertura per l’indicatore di livello: quando è necessario sostituirlo, il foro più grande permette d’inserire un tubo del cambio olio più grande. Per proteggere il motore in caso di utilizzo di carburante contaminato da acqua, Suzuki ha aggiunto inoltre un apposito filtro, anch’esso di facile accesso e ispezione.

I fuoribordo da 140 e 115 cavalli sono disponibili non solo nel classico colore nero, ma anche in bianco, con un sovrapprezzo rispettivamente di 150 e 100 euro. E’ possibile scegliere anche tra gambo lungo da 20 pollici (50 cm) e gambo extra lungo da 25 pollici (63 cm), nella variante rotante e controrotante. Anche il “piccolo” da 100 cv sarà disponibile con lunghezza del gambo a scelta del cliente, mentre il colore della calandra, in questo caso, sarà solo il nero.

Provati sul lago Maggiore, come detto, i nuovi motori Suzuki hanno dato prova di grandi capacità. I comandi meccanici non creano alcun problema di manovrabilità e, quanto alle prestazioni, c’è davvero poco da dire. Approfittando delle condizioni meteo più che favorevoli, con l’acqua del lago praticamente piatta e due persone a bordo, abbiamo toccato, con le tre imbarcazioni, velocità di punta notevoli, dell’ordine di 46 nodi per il DF140B montato sul Focchi 640; di 33 nodi per il DF115B montato sul Marshal m4, e di 31 nodi per il “piccolo” DF100C montato sull’Idea 58.

Ma al di là della capacità di erogazione della potenza e delle prestazioni più che soddisfacenti, questi nuovi motori si segnalano anche per il contenimento delle vibrazioni e la silenziosità, qualità necessarie per un piacevole uso diportistico dei mezzi sui quali vengono montati. Se a tutto ciò aggiungiamo lo sforzo compiuto per facilitare le operazioni di manutenzione e l’impegno messo nel contenimento delle emissioni nocive, si avrà chiaro il quadro di una produzione d’avanguardia, con le carte in regola per partecipare da protagonista al processo di decarbonizzazione in atto.

Suzuki, del resto, è da tempo in prima linea sul fronte della protezione ambientale, un tema di strettissima attualità in questa fase di transizione energetica, che coinvolge anche il comparto dell’auto (tutta la gamma della Casa di Hamamatsu è oggi ibrida). Nel nostro paese la crescente attenzione alle tematiche ambientali ha spinto la divisione Marine di Suzuki Italia a ideare Suzzi, una mascotte incaricata di parlare di Green rivolgendosi soprattutto ai giovani, i diportisti del futuro, con l’obiettivo di far conoscere il piano “Environmental Vision 2050”, mirato alla salvaguardia del pianeta.

Il piano a lunga scadenza è stato già concretamente avviato con iniziative come il Clean Ocean Project, e prova concreta di questo impegno è anche il rivoluzionario “lavalacqua”, progetto incentrato sull’introduzione del succitato Micro Plastic Collector, il rivoluzionario sistema di raccolta dei rifiuti plastici sparsi in mare.

A testimonianza dell’effettivo impegno messo nella difesa dell’ambiente, vale la pena ricordare che è stata lanciata già da tempo anche la “suzukicleanup”, campagna di pulizia ambientale che ha coinvolto 9200 dipendenti. Tra le tante iniziative, l’abbattimento dell’uso della plastica, sostituita da materiali riciclabili.

Sul fronte della progettazione – com’è facile immaginare – ad Hamamatsu si lavora anche alle motorizzazioni elettriche, e nel giro di uno/due anni dovrebbero arrivare i primi motori a emissioni zero, inizialmente di piccola potenza, destinati a tender e natanti di dimensioni contenute e adatti prevalentemente alla navigazione lacustre, in futuro anche di potenza maggiore. Ma su questo versante i giapponesi per ora non si sbilanciano.

L’aggiornamento della meccanica e la scelta ambientalista non impediscono tuttavia a Suzuki Marine di guardare anche da altre prospettive all’evoluzione della nautica da diporto, seguendo l’evoluzione della tecnologia più avanzata. E’ in questa prospettiva che va inquadrata la collaborazione in atto con Furuno, il colosso giapponese dell’elettronica che ha colto l’occasione del vernissage dedicato ai nuovi fuoribordo meccanici di Suzuki per ricordare lo straordinario avanzamento dei sistemi di supporto alla navigazione.

“Un campo in continua evoluzione, nel quale siamo leader nel mondo e pronti a lanciare messaggi rassicuranti alla grande platea dei diportisti” ha detto Matteo Paolucci, projet manager della filiazione italiana di Furuno, aggiungendo che “ormai da tempo la navigazione automatica ha raggiunto livelli insospettabili, più avanzati di quanto non avvenga nella guida su strada con gli ADAS utilizzati sulle auto”.

Che il pilota automatico sia disponibile sulle barche da tempo immemorabile è noto a tutti. Ma il rappresentante di Furuno Italia ha tenuto a ricordare che sono stati fatti progressi straordinari in tutti i campi legati all’uso della barca, e che già da tempo si lavora a dispositivi in continua evoluzione, che rientrano nel progetto Furuno Global Vision Navi Next 2030: un piano che rientra tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’ONU per ottenere un futuro migliore e sostenibile per tutti.

E’ in questa cornice che vanno inquadrati i più recenti progressi compiuti dall’azienda giapponese nei più diversi campi legati alla navigazione: dai sistemi satellitari al controllo automatico della rotta e della velocità, dalle manovre automatiche all’ancoraggio elettronico, dal sonar acustico ai radar e agli ecoscandagli, passando per display multifunzione, GPS, sistemi cartografici, previsioni meteo… Passi avanti sono stati compiuti anche nel campo dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) utilizzando tecnologie a ultrasuoni e onde radio. “Un insieme di valori – è stato ricordato - che testimonia lo storico impegno di Furuno: esistere per servire la società”.

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Mercoledì 15 Giugno 2022 - Ultimo aggiornamento: 16-06-2022 08:49 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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