
Aldino Bellazzini (Sparco) nominato commendatore: «Un grande riconoscimento per il mio piccolo contributo dato al Paese»
«Voglio ringraziare il presidente Mattarella. Ho ricevuto una grande riconoscimento per il piccolissimo contributo che ho dato al Paese in oltre sessant'anni di attività". Aldino Bellazzini, toscano, classe 1948, ha ricevuto l'onorificenza di Commendatore della Repubblica dal capo dello Stato Sergio Mattarella. E' azionista di maggioranza e presidente esecutivo di Sparco, azienda che veste i campioni dello sport e produce componenti tecnici per le auto sportive, con un fatturato di 160 milioni nel 2024. Bellazzini l'ha acquisita nel 2009 nell'ambito di un processo di ristrutturazione del debito e l'ha rilanciata con successo dal punto di vista finanziario e operativo, sviluppando le vendite internazionali. Oggi ha 2.000 dipendenti.
«Ho percorso tutti i gradini della vita professionale, sono stato dipendente, poi dirigente e quindi imprenditore. Sono stato anche fortunato. Oggi condivido l'attività con i miei figli Ida e Niccolò" racconta Bellazzini che si è laureato in Economia a Pisa dove studiava lavorando. «Ho iniziato la mia attività professionale in Olivetti dove sono rimasto 27 anni, poi dodici in Petronas di cui quattro in Malesia», spiega. Ci tiene anche a ricordare la sua attività nella viticoltura, che si esprime attraverso la proprietà dell'azienda Cascina Christiana di Nizza Monferrato (Asti) con un podere di 5 ettari e un volume produttivo di 35.000 bottiglie l'anno. Bellazzini è anche un appassionato di sport: è presidente della società Brb Ivrea, squadra di bocce che milita nel massimo campionato italiano (categoria Volo) vincitrice di 10 titoli italiani e 7 europei.
«Sembra una cosa un po' singolare, è uno sport popolare che mi permette di stare in contatto con gli umili. accessibile a tutti perché poco costoso. Mi aiuta a vedere come la società si evolve» spiega. Un sogno? «Sono grande per avere sogni, ma uno ce l'ho. Spero che i miei figli continuino l'attività che ho avviato e che quello che è stato costruito rimanga dopo di me» dice Bellazzini.