Ascoltando registrazioni di voci e musiche a lui familiari, Alex Zanardi inizia a reagire: piccoligesti, movimenti degli occhi, insomma sono i primi segni di interazione dal drammatico incidente del 19 giugno a bordo della sua handbike vicino a Siena. Per questo il nuovo bollettino del San Raffaele di Milano, dove l'ex pilota, 54 anni il 23 ottobre, è ricoverato da due mesi, parla di «progressi significativi», a fronte dei quali «i medici ribadiscono, comunque, il permanere di un quadro clinico generale complesso, sulla cui prognosi è assolutamente prematuro sbilanciarsi».
Il percorso è ancora lungo, si misurerà probabilmente in mesi. Quanti, è presto per dirlo. Intanto è stato delineato un percorso «di cure sub-intensive», con le prime fasi della neuroriabilitazione e una serie di tappe chirurgiche per la ricostruzione cranio facciale. Non si parla più di un trasferimento in una clinica neuroriabilitativa, come a fine luglio, dopo un mese di ricovero all'ospedale di Siena: trasferito a Villa Beretta, struttura specializzata vicino Lecco, il campione paralimpico bolognese ci rimase meno di quattro giorni perché un'infezione rese le sue condizioni nuovamente instabili rendendo necessario il trasferimento al San Raffaele. La moglie Daniela si è affidata all'esperienza del professor Luigi Beretta, direttore della Neurorianimazione, che coordina l'équipe multisciplinare assieme ai colleghi Mario Bussi (Otorinolaringoiatria), Sandro Iannaccone (Neuroriabilitazione), e Pietro Mortini (Neurochirurgia). Per la ricostruzione cranio facciale è già stato eseguito alcuni giorni fa «con successo» un intervento da parte del professor Bussi, il quinto dopo l'incidente. Ed è già in programmazione per le prossime settimane, un nuovo intervento che sarà eseguito da Mortini. «Da diversi giorni», fa sapere l'ospedale, sono iniziate anche delle «sedute di riabilitazione cognitiva e motoria, con somministrazione di stimoli visivi e acustici, ai quali il paziente risponde con transitori e iniziali segni di interazione con l'ambiente».
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Sicuramente un segnale incoraggiante, ma è ancora troppo presto per prevedere quali possano essere i margini di miglioramento dell'ex pilota di Formula 1 che, dopo aver perso le gambe nel 2001, negli anni ha conquistato il mondo con le sue imprese pedalando con le braccia il suo mezzo a tre ruote. Lo stesso su cui quel pomeriggio di giugno, mentre correva una staffetta benefica lungo una strada provinciale senese, si è scontrato con un autocarro. Si indaga ancora sulle cause della sbandata: le relazioni dei tre consulenti coinvolti, depositate una decina di giorni fa, avrebbero escluso difetti del manto stradale e rotture meccaniche della handbike prima dell'urto.