Il rifornimento di un'auto a Gpl

Auto a Gpl, come svecchiare un parco auto di 9 milioni di euro 3, 4 e 5 ma servono gli incentivi

di Giampiero Bottino
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MILANO - La recente Giornata della Terra, celebrata nel pieno dell'emergenza sanitaria che tra tanti drammatici problemi ha avuto l'unico merito di ripulire l'aria delle città grazie alla forzata rarefazione del traffico, ha riacceso il dibattito sull'esigenza di una mobilità più sostenibile. Un tema nel quale l'industria dell'auto sta profondendo idee e risorse ingentissime, concentrate soprattutto sull'elettrificazione che rappresenta il traguardo finale di una corsa il cui ritmo si fa sempre più sostenuto.

Ma esistono anche alternative di propulsione che, senza bisogno di tempi lunghi e investimenti miliardari, possono già oggi contribuire ad attenuare l'inquinamento da traffico che tornerà inevitabilmente a crescere una volta attenuate le restrizioni. Tra queste un ruolo significativo può spettare al Gpl, i cui vantaggi economci ed ecologici vengono sottolineati da Assogasliquidi, l'associazione di Federchimica nella quale confluiscono le aziende che distribuiscono gas liquefatti (metano e appunto Gpl) per combistione e autotrazione.

A favore del Gpl – il gas più utilizzato in Europa e in Italia – giocano la flessibilità, la disponibilità e la valenza ecologica che non si ferma alla riduzione delle emissioni dei veicoli ma coinvolge l'intera filiera produttiva e distributiva, insereno questo carburante in un modello virtuoso di economia circolare. Facile da reperire grazie alla rete di 4.200 impianti stradali di distribuzione presenti in utte le regioni al servizio di un parco cirolante che supera i 2,4 milioni di auto, beneficia di recenti sviluppi tecnologici che ne hanno esteso l'impiego anche con i moderni motori a iniezione diretta di benzina, nei quali provoca una drastica riduzione delle polveri sottili.

Un combustibile la cui validità è stata riconosciuta dalla Commissione europea che lo ha inserito nell'elenco dei carburanti capaci di contribuire alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del comparto trasporti, mentre la banca dati di Ispra sulle emissioni nell'ultimo aggiornamento ha certificato nel funzionamento a Gpl una riduzione superiore al 96% nel caso delle emissioni di ossidi di azoto rispetto alle auto a benzina, e nell'ordine del 55/56% per quanto riguarda i motori diesel, mentre calano del 14% le emissioni di CO2 nel confronto con una vettura a benzina di categoria media.

Per evidenziare i benefici ambientali connessi con la possibilità del retrofit, cioè convertire a Gpl – settore in cui le aziende specializzate italiane sono leader a livelllo mondiale – anche le vetture a benzina da Euro 3 a Euro 5 che secondo l'Aci sono più di 9 milioni, svecchiando un parco auto universalmente ritenuto troppo «agé», Assogasliquidi ricorre a un esempio concreto.

Nell'ipotesi di un incentivo pubblico di 500 euro per il Gpl e di 700 nel caso del metano si potrebbero trasformare a gas oltre 200.000 vetture nell'arco di tre anni, riducendo di 3,2 tonnellate le immissioni nell'atmosfera di ossidi di azoio (Nox) e di oltre 45.000 tonnellate quelle di CO2. Queste conversioni determinerebbero un gettito Iva superiore agli 80 milioni, 55 in più rispetto a quelli che si avrebbero in assenza di incentivi, ai quali si dovrebbero sommare altri 8 milioni aggiuntivi a titolo di imposte relative al collaudo dei veicoli «retrofittati».

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Venerdì 24 Aprile 2020 - Ultimo aggiornamento: 28-04-2020 16:40 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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