ROMA - L’evoluzione della specie automobile, un fenomeno che ci sembra naturale, guardando ora alle emissioni – fino al traguardo ipotetico delle emissioni zero – un tempo non era un parametro di riferimento, e di un’auto si chiedeva subito la velocità massima o se avesse un cambio sportivo e i freni a disco.
Non sono trascorsi molti anni per attuare questa metamorfosi dell’angolo di osservazione del pianeta automotive, pure i cambiamenti sono stati enormi. 50 anni fa un’auto media aveva sempre meno di 100 cavalli, e con un motore da 80 si era già orgogliosi, oggi con meno di 150/170 Cv hai in mano un’utilitaria. Le ambizioni però già allora erano di crescere.
Negli anni ’60 Alfa Romeo lanciò la Giulia di 1570 cc, 106 cavalli che sembravano adeguati ad una autentica “belva”, almeno fino a quando non fu estratta dal cilindro magico la versione Quadrifoglio, che ne erogava 129, una potenza record per l’epoca. Nelle competizioni, unico confronto diretto costante, le avversarie della Giulia Quadrifoglio erano la Ford Cortina Lotus (167 kmh, 1.558 cc e 112 CV) e la Fiat 125 S, altra 1.600 da 100 cavalli, che raggiungeva i 170 orari e costava, al momento del lancio, 1.390.000 lire (poco più di 720 euro!), contro i 2.525.000 lire della Giulia Quadrifoglio (1.310 euro). Più calma e di classe la Peugeot 404, con 66 cavalli, erogati da un 1.500 cc. Oggi la Giulia Quadrifoglio, una versione molto speciale, ha un sei cilindri 2.9 da 510 CV…..
Le utilitarie dell’epoca poi andavano dalle 465.000 lire della Fiat 500 (13CV, 479 cc, 85 kmh) ai 15 CV della Citroen 2CV da 425 cc, mentre poco più in alto entravano in gioco la Fiat 600 ( 21,5 CV, 633 cc, 96 kmh) o la 1.100 103 – sempre Fiat – con 36 CV (48 nella versione spinta TV, Turismo Veloce), 1089 cc per 116 orari di velocità massima, senza dimenticare la presenza importante della Renault R4, 850 cc per 24 Cv e ben 120 orari.
Restava un classico fuori dal tempo la Volkswagen Maggiolino, con un 1.192 cc da 34 cavalli e 115 di velocità accreditati dalla casa. Intanto non venivano forse nemmeno misurati i dati delle emissioni, ma si cominciava a guardare ai consumi, dato cui sfuggivano in parte solo le supercar dell’epoca.
Nel 1963 Ferrari aveva tra i modelli di punta la 275 GTB, un 12 cilindri di 3.286 cc e 280 Cv, e l’astronomica velocità massima di 250 orari. Percorreva mediamente 4 chilometri con un litro di benzina (che alla pompa costava 120 lire al litro). Oggi la casa di Maranello può contare sulla 812, 12 cilindri da 800 cavalli, 342 orari. Potenza quasi tripla rispetto alla GTB, ma consumi medi passati da 4 a 6,25 chilometri al litro.
Ancora più macroscopica l’evoluzione dell’ammiraglia Range Rover, il 4x4 che Land Rover realizzò per consentire ai baronetti inglesi di viaggiare in un comodo salotto, ma superando anche gli ostacoli e i disagi di un percorso offroad. Montava un V8 benzina di 3.525 cc di derivazione americana Buick con 126 cavalli, e aveva dei consumi “improbabili”, si riuscivano a percorrere al massimo 6 chilometri con un litro, ma era facile scendere a 3 se non si prestava la massima attenzione nel dosare l’acceleratore. Oggi Range Rover può contare su un V8 di 5 litri e 566 Cv, che la porta a raggiungere i 250 orari di velocità massima, ma ha un consumo medio di 7,3 km/lt, pur avendo 4 volte la potenza della prima versione.
Le emissioni sono in costante diminuzione, ma l’abilità dei progettisti permette di ottenere potenze specifiche sempre maggiori, per questo non è difficile trovare delle compatte da quasi 500 cavalli (Mercedes Classe A AMG 43), oppure una poco costosa Honda Civic Type R che ne eroga 300, rivale della Ford Focus RS, un 4 cilindri di 2.261 cc e 350 cavalli per 266 orari, ma in grado di percorrere 12 chilometri con un litro, in pratica c’è un’auto “su misura” per tutte le esigenze.