
Autopromotec Talk, i dati sono “il nuovo petrolio” della società digitale. Opportunità e rischi nel mondo automotive
I dati. Sono loro il nuovo petrolio della “società digitale” che sta trasformando il nostro modo di vivere e di lavorare: possederli o avervi accesso sarà la chiave di volta del successo in qualsiasi attività. Una regola alla quale l’automobile non può sottrarsi, visto che nella sua versione più evoluta è diventata un’inesauribile e prodiga fabbrica e collezionista di dati. Il tema è stato affrontato alla fine di febbraio dall’Autopromotec Talk che nella consueta sede dell’Automobile Club Milano ha concluso la marcia di avvicinamento alla 30a edizione della rassegna biennale che dal 21 al 24 maggio farà di Bolognafiere la capitale europea delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.
Difficile pensare a un titolo più esplicito e al tempo stesso più provocatorio: «L’auto connessa, chi possiede i tuoi dati?». A introdurre l’argomento con la consueta chiarezza è stato Fabio Orecchini, professore di Sistemi per l’Energia e l’Ambiente all’Università degli Studi Guglielmo Marconi, nonché direttore dell’Osservatorio Auto e Mobilità presso la Luiss Business School, con un intervento sul delicato passaggio dall’Automobile Sapiens all’Automobilista Sapiens, partendo da una ricerca condotta su un campione di automobilisti con età media di 34 anni e reddito pro-capite inferiore ai 30.000 euro. In oltre metà dei casi, degli intervistati si sono detti disposti ad accettare un veicolo dotato di intelligenza artificiale, mentre sale al 70% la quota di coloro che hanno dichiarato di avere buona familiarità con i sistemi di IA.
Si apre la strada – ha concluso l’oratore – verso veicoli che diventeranno dei “gemelli digitali” nei quali saranno «la raccolta, l’analisi e l’utilizzo tempestivo delle informazioni a prendere la guida delle funzioni operative, di sicurezza e di personalizzazione dei servizi».
Un altro professore, Enrico Al Mureden dell’Università di Bologna, è partito dal presupposto che i 18 milioni di veicoli connessi italiani (il 45% del parco circolante) siano portatori di una tecnologia così dirompente da richiedere una regolazione normativa organica perché il controllo sui dati, intrinsecamente legati all’auto e con essa al suo proprietario, viene spesso rivendicato dai costruttori. Situazione che può creare confusione e conflittualità.
In questo contesto, un ruolo fondamentale per garantire certezze giuridiche e trasparenza nelle transazioni spetta al Pra, il Pubblico Registro Automobilistico che dispone di dati aggiornati e affidabili relativi a oltre 72 milioni di veicoli registrati. Ne offrono un esempio concreto i circa 53 milioni di dati richiesti nel solo 2024, come ha ricordato Michele Mangano, della Direzione Gestione e Sviluppo del Pra presso l’ACI.
Il quadro tracciato nel corso dell’evento milanese disegna un mondo complesso e variegato, come confermano le circa 90.000 tipologie di veicoli circolanti (esclusi bus e camion) ai quali ogni anno si aggiungono – tenendo conto di restyling, aggiornamenti tecnologici e novità vere e proprie – tra 1.000 a 2.000 nuovi ingressi. Per ciascuno di questi bisogna mettere in conto che per garantire un assetto perfetto occorrono non meno di 47 parametri i cui dati devono essere affidabili e disponibili rapidamente.
Una situazione in divenire che coinvolge l’intera galassia automotive, costituita da tante aziende con diverse specializzazioni, alcune delle quali hanno raccontato la loro esperienza durante l’evento milanese. Fabio Boni, direttore generale della Fasep che alle porte di Firenze produce tra l’altro smontagomme, pedane di sollevamento ed equilibratrici, ha ridisegnato il flusso informativo convenzionale (Produttore-concessionario-gommista) lanciando una piattaforma innovativa che consente di aggiornare pressoché in tempo reale i dati di ciascun modello, comprese le semplici variazioni della nomenclatura per i prodotti destinati ai mercati esteri.
Andrea Cantadori, senior consultant Ricerca e Sviluppo della Mhale Aftermarket Italy con sede a Parma, ha affrontato il problema degli aggiornamenti software che spesso, venendo realizzati in modalità Ota (Over the air), rischiano di incidere sulla conformità alle normative, sulla sicurezza alla guida e sulle performance ambientali, con la difficoltà, in caso di errore, di attribuirne correttamente la responsabilità.
Altro punto di vista per la Texa di Monastir (Treviso), leader mondiale per la produzione di strumenti diagnostici multimarca. Il marketing manager Igino De Lotto ha infatti messo l’accento sulle difficoltà che possono incontrare le officine indipendenti dopo che molte case costruttrici hanno introdotto dei sistemi di protezione che limitano le possibilità di diagnosi, e quindi di riparazione. Un ostacolo che riguarda oltre 500 modelli oggi circolanti in Europa e che si contrappone alla maggior trasparenza garantita dalle normative USA.
A proposito di autoriparazione, il settore ha subito un’autentica rivoluzione legata alla sempre più diffusa presenza dei sistemi di assistenza alla guida. In questo contesto è nato a Milano di Adas Mobile Group presentato dal fondatore (e amministratore delegato) Marco Pozzatello come una piattaforma che offre supporto tecnico via app, servizi di diagnosi remota e formazione avanzata per garantire le calibrazioni dei sistemi di bordo «dove serve e quando serve», mettendo a frutto l’esperienza accumulata con oltre 40.000 interventi.
Spesso trascurato, ma fondamentale ai fini della sicurezza, è il parabrezza, settore in cui opera Nexion che vanta 18 filiali, 13 siti produttivi, 8 centri R&S e 70 anni di storia. Roberto Nicolini, responsabile Prodotto della filiale italiana che ha sede a Correggio (Reggio Emilia), sottolinea come questo componente non sia più un semplice vetro di protezione, ma un elemento essenziale ai fini della sicurezza per la capacità di “ospitare” i sensori e le telecamere su cui poggiano i sistemi Adas.
Poiché in Italia le rotture dei cristalli sfiorano i due milioni all’anno, e poiché ogni parabrezza installato deve essere ricalibrato, e una calibrazione sbagliata può penalizzare la sicurezza, si comprende quanto importante sia l’accesso ai dati, e in prospettiva anche la loro condivisione tra i veicoli e tra questi e la futura infrastruttura viabilistica “intelligente”.
Prima della chiusura dell’evento affidata all’ad di Autopromotec Renzo Servadei, ha provveduto Stefano Giorgi, responsabile Sviluppo business di Gilbarco Italia, a riportare l’incontro alle sue “radici”: i dati sono realmente il nuovo petrolio, anche laddove il petrolio attuale trova la sua manifestazione più diffusa e popolare: le 22.187 stazioni di servizio operative in Italia. Anche in questo campo la gestione dei dati permette di approfondire le reali esigenze dei clienti, aumentandone la soddisfazione e consentendo a chi gestisce gli impianti, potendo prevedere la domanda di carburante, di ottimizzare prezzi e servizi.