Autovelox, veicolo prestato? La Cassazione decurta i punti all'affidatario

Autovelox, veicolo prestato? La Cassazione decurta i punti all'affidatario

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Nei casi di infrazione per eccesso di velocità rilevati con Autovelox o pistole radar e non seguiti da fermo e identificazione del conducente, se il veicolo è concesso in affidamento, chi lo utilizza abitualmente non può giustificarsi affermando che non ricorda chi fosse alla guida per evitare il taglio dei punti dalla patente. È stata la Corte di Cassazione, depositata il 23 luglio, a stabilire questo principio che pone dei paletti alla norma prevista dall'articolo 126 bis del Codice della Strada.

IL CASO
Oggetto della valutazione degli Ermellini è stato il ricorso di una signora contro la decurtazione di dieci punti, per una multa elevata all'auto della nipote, nel periodo in cui il mezzo era nella sua piena disponibilità. Nel merito del ricorso, la seconda sezione Civile ha chiarito che la macchina era «nella piena disponibilità della zia» quindi «incombeva su di essa l'onere di fornire alla Polizia stradale gli elementi per risalire all'identità dell'effettivo conducente cui era passata, al momento della commissione dell'infrazione, la momentanea disponibilità materiale del veicolo», come previsto, appunto dall'articolo 126 bis del CdS. «La decurtazione del punteggio attribuito alla patente di guida va posto a carico dell'effettivo autore dell'illecito», hanno ricordato le toghe. Il Codice della Strada fornisce al proprietario del veicolo la possibilità di «trasformare definitivamente la decurtazione del punteggio della patente in sanzione pecuniaria, proprio dichiarando di non essere l'autore dell'illecito e omettendo di indicare chi fosse l'autore materiale dell'illecito».

All'affidatario del veicolo, però, «la legge non assegna le stesse possibilità che ha assegnato al proprietario». In questo caso c'è «la possibilità di dimostrare di non essere l'autore materiale dell'illecito indicando esattamente l'autore materiale, ma non potrà dichiarare di non essere l'autore dell'illecito» e, soprattutto, di omettere di indicarlo. Nella vicenda in oggetto, quindi, ha ricordato la Corte «la proprietaria del veicolo ha provveduto a dichiarare che il veicolo sanzionato era stato posto nella disponibilità» della zia. Costei «non ha negato di trovarsi alla guida, ma ha semplicemente asserito di non ricordare chi fosse al volante», di qui la conferma della decurtazione dei punti.

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Martedì 7 Agosto 2018 - Ultimo aggiornamento: 08-08-2018 17:41 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
COMMENTA LA NOTIZIA
4 di 4 commenti presenti
2018-08-07 13:15:32
era ora che mettessero fine a questa telenovella del non ricordo.. altrimenti in italia ci saranno sempre figli e figliastri. i figli quelli che si assumono le proprie responsabilità, alias decurtazione dei punti, mentre gli altri quelli che pagano perché possono permetterselo.
2018-08-07 17:48:55
Appare quale solito lecito libero ARBITRIO del Giudice. Ma in contrasto con lo Stato di diritto del quale L'ITALIA si vanta IMPROPRIAMENTE e solitamente con simili sentenze che fanno giurisprudenza Senza invece applicare le leggi quale é la funzione e l'obbligo cui é o meglio sarebbe sottoposto il Giudice. PIÙ propriamente Stato della MAGISTRATURA.
2018-08-07 17:52:06
Si cambi la legge Ma i giudici debbono DOVREBBERO applicarla NON adattarla al momento e/o agli usi ed abusi. É compito della politica e dei parlamentari tale prerogrativa In via esclusiva.
2018-08-07 17:59:05
una volta tanto una sentenza anti imbroglioni. adesso aspettiamo la prossima sentenza che negherà questa.