Dr, la casa molisana punta sul gruppo. L’azienda aggiunge altri due marchi: Sportequipe e l’inglese Tiger
Dr, la casa molisana punta sul gruppo. L’azienda aggiunge altri due marchi: Sportequipe e l’inglese Tiger
DR al Salone Auto Torino con 12 anteprime dei 5 brand: Evo, DR, Tiger, Sportequipe e ICH-X
A Macchia d’Isernia, sede della DR, ne parlano come “la citycar che rivoluziona la mobilità urbana”. E forse mai prima d’ora uno slogan tutto sommato pubblicitario ha rispecchiato integralmente la realtà: la DR 1.0 EV è infatti l’auto elettrica a emissioni zero più piccola dopo la Smart (3,20 metri contro 2,74) ma con il vantaggio non indifferente di offrire 4 posti e non due, e un vano bagagli da 110 litri, che salgono a 630 se si abbattono gli schienali dei sedili posteriori.
A dire il vero già in passato c’è stato chi ha tentato di sfidare la piccolissima citycar “inventata” nel lontano 1992 da Nicolas Hayek, il proprietario della Swatch che raggiunse un accordo con Daimler-Mercedes per avviare la produzione della piccolissima, rivoluzionaria citycar: fu la Toyota, che nel 2009 lanciò la iQ, altra piccolissima auto da città (2,98 metri) in grado di sfidare la Smart con il plus dei 4 posti (in verità 2+2) e un vano bagagli adeguato alle esigenze di una citycar (da 32 a 360 decimetri cubi). Attenzione, però: la citycar del colosso giapponese era alimentata esclusivamente da motori a benzina, mentre la neonata DR 1.0 EV è, proprio come la Smart, un’auto 100% elettrica, in grado di muoversi a emissioni zero.
Ma non è questa l’unica caratteristica comune alle due super-utilitarie. Entrambe hanno infatti in comune stretti legami con la Cina: la Daimler-Mercedes, proprietaria del marchio Smart, ha raggiunto infatti un accordo con la Geely, colosso del Made in China, e dal 2019 ha ceduto il 50% delle quote del marchio ai soci orientali. Un accordo che prevede la costruzione dell’auto a Ningbo (metropoli da 10 milioni di abitanti poco a Sud di Pechino) e la successiva importazione in Europa. La DR, da parte sua, è da sempre “imparentata” con la Chery (oltre che con JAC e BAIC) e la nuova citycar elettrica appena lanciata sul nostro mercato è in effetti la versione europea della Chery eQ1, nota anche come Small Ant (letteralmente Piccola Formica), citycar già da tempo esportata anche in Brasile, dove è conosciuta come Chery iCar, e su altri mercati emergenti, con il nome di Chery S51 EV.
Ma veniamo alla piccola citycar sino-molisana. Come tradizione per tutte le auto di DR Group, l’auto viene completata in alcuni dettagli e personalizzata nello stabilimento di Macchia d’Isernia per rispondere al meglio alle esigenze del mercato europeo. Il fatto che sia un’auto da città dalle dimensioni ultracompatte e dal prezzo contenuto (grazie a promozioni e incentivi si può scendere fino ai 19.900 euro, partendo dai 25.900 fissati dalla Casa), non significa che sia un’auto semplice e spartana. Tutt’altro. A parte lo stile, decisamente piacevole, accattivante, la DR 1.0 EV può contare infatti su un telaio in alluminio con traverse anticollisione ad alta resistenza, su una carrozzeria realizzata in materiale composito e su dotazioni complete, che non richiedono spese aggiuntive per accedere a una lista di optional (come leggete nell’altro articolo).
Cuore del progetto è la motorizzazione elettrica a emissioni zero, grazie alla quale ci si può muovere agilmente in città (ma non solo) con il vantaggio di poter accedere anche alle ZTL. L’auto è spinta dunque da un propulsore sincrono a magneti permanenti da 61 CV/150 Nm alimentato da una batteria agli ioni di litio da 31 kWh (che incide non poco sul peso di 1.050 kg. in ordine di marcia, 1.275 kg. a pieno carico) garantita per 8 anni. La DR 1.0 EV si muove con un cambio monomarcia e la guida, grazie anche al servosterzo idraulico, risulta facile, ideale per non cedere allo stress del traffico cittadino. Volendo si può utilizzare, in alternativa alla modalità Eco, anche una insospettabile modalità di guida Sport, “protetta” dal sistema elettronico di controllo della stabilità.
L’autonomia dichiarata (e omologata secondo il ciclo WLTP) è di 210 km, che salgono a 294 nel ciclo urbano. Per la ricarica c’è una presa che consente di rifornirsi di energia sia alle colonnine a corrente alternata, con potenza massima di ricarica di 6,6 kW, sia a quelle a corrente continua, con carica a 40 kW. Con le prime servono 6 ore e mezza per una ricarica completa (0-100%), che scendono a 3,9 ore per il 20-80%. Utilizzando le colonnine rapide, invece, per il 20-80% bastano 35 minuti, tempo che sale a 50 minuti nel caso dello 0-80%. La Casa dichiara anche una temperatura di funzionamento degli accumulatori tra i 30 e i 60 gradi.
Per quanto riguarda le prestazioni, l’accelerazione da 0 a 50 km/h richiede 5 secondi (17 secondi sullo 0-100), mentre la velocità massima è di 120 km/h: quanto basta per una urban car. Agilità e facilità di manovra anche in spazi stretti sono ovviamente le qualità salienti per un’auto di questo tipo, tuttavia vale la pena sottolineare che le sospensioni sono particolarmente raffinate per un’auto di segmento A, con il sistema MacPherson all’anteriore e multilink con barra stabilizzatrice al posteriore. L’impianto frenante prevede quattro freni a disco, con gli anteriori autoventilati, mentre i cerchi sono in lega leggera da 15 pollici e montano pneumatici 165/65R15. La garanzia del “power pack” è di 8 anni o 100.000 chilometri.