Strappo al vertice, Fca giù in Borsa

Strappo al vertice, Fca giù in Borsa: Altavilla lascia, Manley ad interim

di Giorgio Ursicino
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Inizia con una sorpresa il nuovo corso del dopo Marchionne. Alfredo Altavilla, uno dei più importanti manager di Fca, ha rassegnato le dimissioni. Come prevedeva l'approccio dell'ex ceo, che affidava spesso alla stessa persona due incarichi, Altavilla era il numero uno dell'azienda italo-americana per la regione Emea ed aveva anche la responsabilità dello Sviluppo del Business a livello globale. La scelta di abbandonare è arrivata improvvisa, forse nel weekend, sicuramente dopo il cda di sabato pomeriggio che ha scelto Mike Manley come amministratore delegato della più grande azienda controllata da Exor. Anche per questo non c'è al momento un successore, ma le sue funzioni sono state affidate ad interim ai due top manager inglesi che erano in lizza proprio con l'italiano per succedere a Marchionne.

Si occuperà momentaneamente delle delicate attività europee Manley in prima persona, mentre in secondo incarico viene affidato a Richard Palmer, il direttore finanziario del gruppo, un altro uomo molto vicino a Marchionne ed Elkann. Altavilla resterà in azienda fino a tutto agosto proprio per dare supporto al nuovo ad in questa fase di transizione. Freddo il comunicato che annuncia l'uscita: «Alfredo Altavilla lascerà Fca per proseguire altri interessi professionali. L'azienda, nel ringraziarlo per il contributo prestato, gli formula i migliori auguri per il proseguimento della sua carriera». Come era in un calendario stabilito da tempo, al Lingotto c'è stata la periodica riunione del Gec, il comitato esecutivo. Era la prima volta al comando di Manley, era la prima volta senza Sergio Marchionne, che dell'azienda era stato l'inventore ed era il condottiero assoluto. Non c'erano da prendere decisione rilevanti, ma da fare quadrato per attuare il piano illustrato il primo giugno a Balocco. L'emozione in sala, però, sarà stata forte, per la battaglia che sta combattendo Sergio e per l'inizio della nuova era.

GLI EFFETTI
Meno emotiva è stata la reazione della Borsa che, come sempre accade in occasione di passaggi traumatici, non ha esitato a segnalare le proprie perplessità attraverso l'apprezzamento dei titoli. Va però detto che nonostante le azioni delle varie società della scuderia Exor avessero iniziato la giornata in una decisa frenata, man mano hanno recuperato per poi chiudere su un ripiegamento accettabile, sebbene cumulando tutte le perdite si è persa una capitalizzazione di oltre 2,3 miliardi. Con un indice Mib in calo di quasi l'1%, Fca ha lasciato sul campo l'1,5% e Cnh l'1,7%. Più pesante il bilancio di Exor, che ha perso il 3,2%. Per Ferrari la giornata è stata meno generosa, probabilmente a causa del mancato completamento del piano di sviluppo che Marchionne aveva avviato. Sicché il titolo ha chiuso in rosso del 4,9%. Non va tuttavia dimenticato che ad inizio anno i titoli di Maranello erano a 87 euro ed ora quotano 114 euro. In ogni caso, a rassicurare i mercati ha contribuito l'annuncio di S&P che ha lasciato il rating BB+ con outlook positivo a Fca: «Non ci aspettiamo che Manley intraprenderà alcuna deviazione dalla strategia annunciata nel piano del primo giugno». Domani sarà un'altra giornata importante per Fiat Chrysler poiché verranno illustrati i risultati finanziari dei primi sei mesi dell'anno. Sergio Marchionne non potrà annunciare uno dei risultati per cui ha lavorato di più, l'azzeramento del debito industriale.

Una notizia che aveva anticipato a Balocco come ormai certa indossando la cravatta. A rispondere per la prima volta alle domande degli analisti sarà il manager britannico con il supporto del cfo Palmer. Un passaggio sicuramente più delicato del Gec di ieri. Proprio per questo non è esclusa la presenza del presidente John Elkann che rappresenta anche l'azionista di maggioranza.

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Martedì 24 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 09:09 | © RIPRODUZIONE RISERVATA