Una colonnina di ricarica in GB

GB, peggiorano possibilità di effettuare ricarica elettrica. Costruttori, passati da 11 veicoli per punto nel 2019 ai 16 veicoli di oggi

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LONDRA - Rispetto a due anni fa in Gran Bretagna la situazione dei punti di ricarica è peggiorata anziché seguire con i necessari adeguamenti la diffusione dei Bev e dei Phev nelle grandi aree urbane e, ancora peggio, nelle zone più periferiche del Paese. L’allarme arriva da una nuova analisi della Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt) che rivela come il numero di veicoli elettrici e elettrificati ricaricabili ibridi plug-in che devono condividere un punto di ricarica pubblico standard sia salito - nel confronto tra il 2019 e il 2020 - da 11 a 16 unità, con un peggioramento del 31% delle possibilità di trovare una colonnina utilizzabile. Smmt sottolinea che anche se è probabile che la maggior parte delle persone che attualmente acquistano un veicolo elettrico sia in grado di collegarsi a casa o su un parcheggio privato, per poter raggiungere lo ‘zero nettò indispensabile che tutti gli utenti possano effettuare la ricarica, compresi quelli che parcheggio su strada.

In particolare il problema coinvolge ora i modelli plug-in che in Gran Bretagna continuano a crescere in popolarità (rappresentano circa un’ auto nuova su sei tra quelle immatricolate nel 2021). L’infrastruttura di ricarica pubblica necessaria per ottenere una reale diminuzione delle emissioni, cioè facendoli circolare il più possibile con batteria carica, deve tenere - sottolinea Smmt - il passo con l’accelerazione della diffusione, ma i numeri rivelano che i punti di ricarica pubblici è in ritardo. Il rapporto tra veicoli elettrici ed elettrificati sulle strade del Paese e quello dei punti di ricarica pubblici standard è infatti peggiorato fino a scendere la Gran Bretagna nella parte bassa della classifica dei primi 10 mercati globali di veicoli elettrici Nel 2020 è al primo posto la Corea del Sud (con un rapporto 3:1), seguita da Paesi Bassi (5: 1), Cina (9:1), Francia (10:1), Belgio e Giappone (entrambi 13:1). Sebbene il Regno Unito superi marginalmente la Germania (17:1) con la creazione di 4.109 nuovi colonnine pubbliche tra gennaio e settembre 2021, non ha assolutamente tenuto conto del trend rappresentato da r212.181 nuove immatricolazioni di auto plug-in. Smmt segnala anche che esistono anche significative disparità regionali: Londra ha il miglior rapporto tra auto e punti di ricarica (10:1) - che è comunque sceso dal valore 5:1 del 2019 - ma l’Inghilterra orientale ha la disponibilità più bassa, con un solo caricatore pubblico standard ogni 49 veicoli.

Il Galles batte la media nazionale con un rapporto di 12:1, mentre la Scozia si ferma a 17:1. Ô vero che sono in corso programmi per le ricariche pubblica con 950 milioni di sterline (1,16 miliardi di euro) per punti di ricarica rapida e ultrarapida, ma ciò non è sufficiente per tenere il passo con la domanda dei consumatori e gli obiettivi per una transizione accelerata del mercato, Di conseguenza, Smmt ha chiesto al Governo di intraprendere azioni normative per aumentare la fornitura di punti di ricarica pubblici, con obiettivi vincolanti per la consegna. «L’appetito per i veicoli elettrici non è mai stato così alto - ha commentato Mike Hawes, Ceo di Smmt - ma rendere la Gran Bretagna una nazione a zero emissioni significa convincere tutti, ovunque vivano, che un’ auto elettrica può soddisfare le loro esigenze. Coloro che non possono disporre di un proprio punto di ricarica a casa hanno bisogno della certezza di poter comunque ricaricare nel modo più comodo possibile. Un peggioramento del rapporto tra punti di ricarica pubblici e automobili elettriche farà svanire questa fiducia». 

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Martedì 7 Dicembre 2021 - Ultimo aggiornamento: 08-12-2021 19:56 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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