Al telefono quando il semaforo è rosso, la Cassazione: «La multa resta»

Al telefono in auto quando il semaforo è rosso, la Cassazione: «La multa resta»

di Michela Allegri
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Utilizzare il cellulare in macchina senza auricolare o vivavoce è sempre vietato. Non importa se l’auto è ferma a un incrocio, o a un semaforo rosso: la Cassazione ha stabilito che il conducente vada multato sempre e comunque. Di più: il comportamento dell’automobilista che armeggia con il telefono mentre è fermo al semaforo è stato giudicato dagli ermellini ancora più grave. Per un semplice motivo: l’incrocio - regolato o meno da un semaforo - è uno dei punti più pericolosi della strada ed è quindi necessario prestare più attenzione. Non importa se la marcia sia interrotta o meno: accostare il telefono all’orecchio, rispondere a un messaggio, sbirciare i social, vengono considerate violazioni della legge a tutti gli effetti. Per il conducente che utilizza lo smartphone, quindi, scatta sempre la sanzione. Secondo gli ermellini, infatti, «sarebbe irragionevole consentire l’utilizzo dei dispositivi in una tale situazione di pericolosità»: il veicolo deve liberare l’incrocio il prima possibile dopo aver concesso la precedenza.

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Con queste parole i supremi giudici hanno respinto il ricorso di un conducente multato a Torino. L’automobilista aveva fatto ricorso contro la sanzione, elevata «per avere fatto uso durante la guida del telefono cellulare senza auricolare o apparato vivavoce, e per aver proseguito la marcia mentre il semaforo era rosso». È stato accolto solo il ricorso relativo all’attraversamento dell’incrocio, mentre la multa per l’uso del cellulare è stata confermata. L’uomo si era giustificato dicendo che l’automobile era ferma e sottolineando che, comunque, non ci fosse nessuna prova che il veicolo fosse in movimento mentre lui usava il telefono. Per i giudici, però, si tratterebbe di un dettaglio del tutto «superfluo». L’automobilista ha pagato a caro prezzo la sua disattenzione: oltre alla multa ha anche dovuto saldare le spese di lite, pari a 792 euro, «con un aumento dell’80 per cento per la particolare complessità della causa», si legge nella sentenza.

La Cassazione sottolinea che, nel caso dell’uso del cellulare, il ricorso è «manifestamente infondato». E gli ermellini specificano pure che la circostanza che la macchina fosse in moto oppure ferma è ininfluente. Nei casi di «interruzione della marcia del veicolo dovuta ad esigenze della circolazione», infatti, come si legge nel documento, «permane il divieto di usare e far uso di apparecchi radiotelefonici». Una decisione che i giudici motivano in modo dettagliato: «Sarebbe del tutto irragionevole immaginare che il conducente, al momento di impegnare un incrocio in attesa del passaggio delle vetture con precedenza e con l’obbligo a sgomberare l’area il prima possibile, possa tranquillamente utilizzare un apparecchio telefonico proprio nel momento di maggiore pericolo, per il solo fatto che il veicolo si è momentaneamente arrestato».

Il divieto di utilizzare il cellulare è stato concepito proprio per impedire comportamenti che siano in grado di provocare una situazione di pericolo nella circolazione stradale. Pericolo che, in questo caso, si paleserebbe, visto che «il guidatore sarebbe indotto a distrarsi», non avrebbe «il completo controllo del veicolo» una volta ripreso il movimento e non avrebbe nemmeno sotto controllo la situazione della strada e del traffico. Alla guida una distrazione, anche se di pochi secondi, non può essere consentita.
 

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Sabato 14 Novembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 18-11-2020 12:44 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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