La Volkswagen ID.4 ancora in versione concept

ID.3 primo gioiello elettrico di VW. Seguiranno la citycar ID.1 e il Suv ID.4, costruite sulla stessa piattaforma modulare MEB

di Sergio Troise
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ROMA - L’arrivo della ID.3 rientra nel piano Volkswagen incentrato sullo sviluppo della mobilità elettrica e intelligente e la digitalizzazione: temi strategici, che hanno segnato un punto di svolta decisivo nelle politiche del colosso tedesco. Alla ID.3 seguiranno dunque la piccola citycar ID.1 e il Suv ID.4, costruite sulla medesima piattaforma modulare MEB, concepita esclusivamente per veicoli elettrici e progettata per creare una linea di prodotti in grado di abbattere la produzione di CO2 sin dalla gestazione in fabbrica.

La ID.3 è insomma il simbolo della nuova immagine Volkswagen “goTOzero”: un piano che prevede, entro il 2050, di mettere l’intero Gruppo in condizione di raggiungere un bilancio neutro in termini di emissioni di CO2. La holding investirà 33 miliardi di euro entro il 2024, di cui 11 miliardi solo per il brand VW. Il proposito è produrre nei prossimi dieci anni oltre dieci milioni di veicoli elettrici. Intanto, entro il 2025 dovrà essere raggiunto il traguardo di 1,5 milioni di auto elettriche vendute in un anno, mentre nel 2028 il totale del Gruppo dovrà toccare i 22 milioni.

Il discorso, come detto, non riguarda solo l’auto, ma anche il ciclo produttivo e le batterie. Per questo viene utilizzata energia rinnovabile, anche per la produzione dei componenti e nei reparti carrozzeria, verniciatura e montaggio. Tutto ciò avviene nella fabbrica pilota di Zwickau (ex Germania Est), dove già dal 2017 è stata adottata una fornitura esterna di energia pulita da centrali idroelettriche. Abbandonate le produzioni tradizionali, a Zwickau è programmata la costruzione di 330.000 vetture l’anno (1500 al giorno), tutte della famiglia ID, e dunque tutte a emissioni zero.

Ciò detto, Volkswagen fa sapere che “se fossero inevitabili emissioni di CO2 nella catena di fornitura, saranno compensate da investimenti in progetti di protezione del clima”. L’obiettivo è fare in modo che all’atto della consegna al cliente il concessionario possa affermare senza tema di smentita di aver venduto una macchina con un bilancio di CO2 in pareggio.

Per mantenere questo obiettivo anche durante l’utilizzo, il conducente della ID.3 potrà poi approfittare dell’ampia offerta della consociata Elli di Volkswagen e dei punti di ricarica presso i 4.000 concessionari e Service Partner sparsi in Europa. Se non bastasse, la joint venture Ionity, di cui fa parte anche la Casa tedesca, entro il 2020 installerà 400 stazioni di ricarica ultrarapida lungo le principali arterie di trasporto europee (20 in Italia), fornendo corrente ricavata al 100% da fonti rinnovabili. E ancora: VW sta lavorando inoltre da un lato a progetti per un secondo utilizzo delle batterie ad alta tensione nell’uso stazionario, dall’altro a un programma a ciclo chiuso per mantenere a zero le emissioni di CO2 anche al termine del ciclo di vita del veicolo.

Un piano straordinario, dunque, che tuttavia non oscura il resto della produzione, fondata su motori benzina, diesel, metano e Gpl. Secondo il Ceo di VW Group talia, Massimo Nordio, “finché le case non offriranno la produzione di massa di mezzi elettrici e le ricariche non saranno capillari, tutti i sistemi propulsivi resteranno necessari”. In questa ottica erano stati sollecitati (invano) incentivi governativi mirati ad eliminare dalla circolazione i veicoli di vecchia generazione, inquinanti e insicuri, a favore della diffusione di tutte le motorizzazioni termiche più avanzate. “Noi siamo pronti con l’elettrico - dice il numero 1 di VW Italia - e l’arrivo della ID.3, con il nostro supporto per le ricariche, ne è la prova concreta, ma per rilanciare il mercato dell’auto in Italia serve anche altro”.

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Lunedì 26 Ottobre 2020 - Ultimo aggiornamento: 27-10-2020 09:20 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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