La Ford Mustang Mach-e, uno dei pochi modelli che può aggiornarsi con la tecnologia over the air

Il futuro è nell’aria: con la tecnologia “Over the air” si aggiornano da remoto i dispositivi che gestiscono la dinamica dell’auto elettrica

di Nicola Desiderio
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ROMA - Nessun uomo entrerà mai nella stessa automobile. Se avesse vissuto i nostri tempi, probabilmente il filosofo Eraclito avrebbe usato la vettura al posto del fiume per esprimere il πάντα ῥεῖ, quel concetto di “tutto scorre” che 2.500 anni fissò in uno dei suoi famosi aforismi. Ma avrebbe potuto prendere anche uno smartphone, un pc o un tablet ovvero oggetti che, grazie agli aggiornamenti che arrivano a distanza, cambiano le proprie caratteristiche di utilizzo. In gergo si chiama “over-the-air”, o più semplicemente OTA, ed è il segno che anche un oggetto complesso come l’automobile sta entrando nel fiume della “Internet delle cose” non solo per telefonare o permettere di navigare sul web quando si è in viaggio.

Ecco perché, quando parliamo di auto aggiornabile, dobbiamo intenderci: non si tratta semplicemente delle mappe del navigatore con i nuovi sensi unici, ma dei software che gestiscono funzioni fondamentali del nostro mezzo di locomozione. L’automobile dunque, proprio come i nostri cari dispositivi elettronici, si può già correggere e migliorare quando è già nelle nostre mani e – cosa assai importante – senza passare dall’officina. E in caso di problemi, più che di guasto cominceremo a parlare di bug mentre i richiami organizzati per correggere un difetto di fabbrica si ridurranno drasticamente.

Il primo costruttore ad offrire gli aggiornamenti “over-the-air” è stata la Tesla che l’ha applicata in modo integrale a tutta la macchina: dall’interfaccia uomo-macchina all’erogazione del motore, dalla gestione della ricarica e della batteria fino ai dispositivi di sicurezza. Capita dunque che, acquistando una Tesla, qualche giorno dopo abbia una strumentazione diversa, si possa ricaricare più velocemente, che l’autonomia cresca, che vada persino più forte e abbia una funzione in più che ci permette di guidare e viaggiare più serenamente. La rivoluzione portata da Elon Musk dunque non è solo elettrica, ma coinvolge tutta l’esperienza di possesso e utilizzo di un mezzo che diventa sempre meno un “pezzo di ferro” e sempre più un ricettacolo di dati che non passano di lì soltanto per informare, bensì per cambiare aspetti sostanziali dell’auto.

Uno di questi, con l’arrivo dell’elettrico, è rappresentato sicuramente dall’autonomia. Il primo costruttore ad apprendere la lezione di Tesla è stata la Jaguar e la I-Pace è ora in grado di aggiornare tutte quelle funzioni che riguardano la batteria, il recupero dell’energia e l’erogazione dei suoi due potenti motori. Tra qualche mese dunque i clienti dell’elettrica britannica potrebbero ritrovarsi qualche km di autonomia in più, magari sfruttando l’esperienza maturata in Formula E.

Ecco perché le monoposto elettriche sono le competizioni del futuro e perché l’OTA è lo strumento ideale per rendere praticamente immediato il trasferimento tecnologico per uno degli aspetti fondamentali per lo sviluppo dell’auto a batteria. Cambia tutto, anche la comunicazione tra costruttore e cliente, con nuove chiavi per costruire la sua soddisfazione, puntando di più sull’effetto sorpresa. La prossima auto a portare il concetto di OTA sul mercato sarà la Ford Mustang Mach-E che promette di estendere tale tecnologia persino ai sistemi di assistenza alla guida, così come la Mercedes farà nel 2024, tanto che la casa americana ha promesso che la sua elettrica sarà in grado di guidare senza mani grazie agli aggiornamenti futuri. Ovviamente quando le leggi lo consentiranno. Ed è proprio l’aspetto normativo uno dei punti più delicati. Una volta le automobili venivano omologate con caratteristiche che rimanevano immutabili per tutta la loro vita.

Il futuro non è più così, anzi la prospettiva è che il cliente potrà aggiornare e personalizzare la propria vettura con pochi click, anche temporaneamente. Ad esempio, le Audi E-tron elettriche possono attivare dispositivi “dormienti” online che riguardano la sicurezza o il comfort. E farlo in modo definitivo o provvisorio secondo la formula del “pay per use”. Nel frattempo sempre più costruttori, senza arrivare a tali livelli di sofisticazione, forniscono le vetture di ultima generazione di sistemi infotelematici talmente sofisticati da essere veri e propri computer e che permettono di aggiornarsi continuamente integrando nuove funzioni e nuove app.

Tra queste, ci sono anche la nuova 500e, le Honda E e Jazz, la Nissan Leaf, la Porsche Taycan, le Ford dotate del sistema Sync3, le Volkswagen di ultima generazione, le Volvo e anche le Renault con l’EasyLink. BMW ha inserito il suo nuovo sistema operativo ID.7 su oltre 750mila nuove auto e si prepara ad effettuare il più grande aggiornamento software da remoto che un costruttore europeo abbia effettuato. Un fiume di dati e tecnologia pronto a transitare tra le nostre mani e a viaggiare. Tutto scorre, tutto si aggiorna, avrebbe detto Eraclito.

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Giovedì 15 Aprile 2021 - Ultimo aggiornamento: 19-04-2021 08:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA