Joachim Frey, con i figli Walter e Markus

Il Museo Mazda di Augsburg, la collezione privata della famiglia Frey. Tutto è cominciato con il motore rotativo

di Mattia Eccheli
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AUGSBURG – Edificata alla fine del diciannovesimo secolo, la struttura era stata impiegata per anni come rimessa per i tram elettrici della città. Dal 2017 è diventata il solo museo al mondo aperto al pubblico e dedicato ai modelli di Mazda. Lo ha fortemente voluto Joachim Frey, un imprenditore ultrasettantenne che della propria vita dice che non potrebbe esere più bella. La famiglia, tipo i figli Walter e Markus, è sempre accanto a lui: al lavoro, a casa e perfino al museo. La collezione privata di modelli della casa di Hiroshima è lievitata con il tempo. In esposizione ci sono sempre almeno una cinquantina di modelli. «Sono funzionanti», sorride. In un'altra ala dello stabile ce ne sono non meno di una sessantina, ugualmente pronti per essere guidati. «E poi ne abbiamo anche un'altra cinquantina che non funzionano», precisa.

Il museo Mazda è una piccola attrazione, che la filiale europea del costruttore giapponese utilizza per qualche evento e che arricchisce saltuariamente con alcuni modelli. In occasione dei 100 anni della fondazione del marchio, il ruolo dell'esposizione assume un'importanza ancora più rilevante. La famiglia Frey minimizza circa il valore della raccolta. Il patriarca fa fatica ad immaginare che i modelli in vetrina, fra i quali anche una Cosmo Sport, una rarissima corriera, una Mazda Luce, un'ambulanza, un veicolo dei pompieri ed un Road Pacer che arriva dalla Nuova Zelanda, valgano più di un milione di euro. Secondo altre fonti, tuttavia, ci sono almeno un paio di macchine che varrebbero oltre centomila euro.

Alla domanda sul perché abbia cominciato questa insolita collezione non esita: «A scuola ci avevano detto che il motore rotativo non valeva niente», ricorda. Joachim Frey non ci credeva e così ha studiato e verificato. Ogni macchina in esposizione ha una propria storia: lui ed i due figli le conoscono tutte. Inclusa quella della R360, la prima auto fabbricata da Mazda, a partire dal 1960 (quella del museo è del 1962), acquistata dopo aver ottenuto garanzie che fosse «nelle migliori condizioni possibili». Peccato che il motore fosse al posto dei sedili, che non c'erano proprio, giusto per citare un paio di “dettagli”. Alle rimostranze, il venditore si era dimostrato sorpreso: «Ne avete forse vista una in condizioni migliori?».

Fra le altre auto c'è anche una “vecchia” Mazda6, che Audi aveva smontato e, soprattutto, riassemblato per capire come i giapponesi montassero le proprie macchine. E si potrebbe continuare. «Ho anche il passaporto australiano – racconta Joachim Frey – e potrei andarci a vivere in ogni momento. Ma i posti più belli del mondo sono qui: sono la Baviera, l'Austria e l'Alto Adige. Perché dovrei volermene andare?». «Non sono ricco – conclude – ma non mi manca niente». Fra le cose che non gli mancano c'è la passione per le auto, quelle a marchio Mazda in particolare.

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Venerdì 18 Settembre 2020 - Ultimo aggiornamento: 19-09-2020 10:02 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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