Una veduta del centro di Tokyo

I costruttori giapponesi: «Nel 2020 Tokyo
avrà la mobilità più sicura e sostenibile»

di Giorgio Ursicino
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TOKYO Tendenza confermata, i segnali di ripresa del mercato europeo dell’auto si consolidano a ottobre. Dopo il promettente +5,5% di settembre, anche nell’ultimo mese le consegne nei 27 paesi Ue e nei 3 Efta sono aumentate del 4,6%, riducendo le perdite del cumulato al 3,1% e facendo ipotizzare volumi complessivi nel 2013 molti vicini a quelli dello scorso anno.

In uno scenario ormai positivo solo l’Italia fra i grandi paesi incassa un segno meno (5,6%) ed è una delle principali cause delle performance negative di Fiat Group che nel continente perde il 7,3%, targando appena 60 mila vetture (meno del gruppo BMW e poco più di quello Daimler e di Audi). Il Lingotto è in crescita in alcuni mercati (Francia, Spagna e Regno Unito) e resta leader indiscusso nel segmento delle piccole con Panda e 500. Il buon umore dell’Europa arriva fino al lontano Pacifico, il nuovo palcoscenico planetario, che in questi giorni catalizza l’attenzione dell’intero mondo dell’auto. Manager e super manager delle quattro ruote, infatti, hanno fatto tutti rotta verso l’oceano più grande del globo dove oggi, in contemporanea, accendono i riflettori ai media i motor show di Tokyo e Los Angeles per poi passare il testimone a quello cinese di Guangzhou.

Oltre ad avere 14 costruttori che operano nell’automotive (è un record mondiale), il Giappone resta un grande mercato e, finalmente, dà segnali di apertura alle Case estere (nei primi 8 mesi le auto importate sono cresciute dell’11,5%, e nel semestre solo le europee hanno raggiunto la quota record dell’8,1%). In questo arcipelago più piccolo dell’Italia a fine ottobre erano già stati targati 4,5 milioni di veicoli (compresi quelli da lavoro), quasi la metà dell’intera Europa che nel periodo ha immatricolato poco più di 10 milioni di vetture. Ad ottobre le consegne sono cresciute del 17,3% che segue il 16,8% di settembre. «Nel 2020 a Tokyo ci saranno le Olimpiadi e vogliamo dimostrare al mondo che in quell'anno la nostra città sarà la più sicura e sostenibile dal punto di vista della mobilità», ha dichiarato il presidente di Jama e numero uno di Toyota Akio Toyoda.

Sfruttando anche la relativa debolezza dello yen che facilita le esportazioni, i giganti nipponici puntano di nuovo alla leadership anche dal punto di vista dei profitti tornando ai livelli di prima della crisi. Nissan dopo la semestrale ha confermato che nell’anno fiscale (in Oriente inizia ad aprile) in corso aumenterà fatturato e utili rispetto al 2012, mentre Toyota nei giorni scorsi ha alzato il target dei profitti del 13% e potrebbe superare il record stabilito nel 2008 (quasi 13 miliardi di euro).

Anche l’Europa (Italia esclusa), comunque, tira un sospiro di sollievo. Ad ottobre sono stati 22 i mercati con segno positivo, oltre ai paesi legati a valute diverse dall’euro che hanno confermato la propria salute (+5,3%) anche Eurolandia segna un +4,5%. La Gran Bretagna ha incassato il 20° risultato positivo di fila, la Germania ha registrato un +2,3% con contratti in crescita del 9%, Francia +2,6%, Spagna addirittura +34,4% (grazie agli incentivi) dopo il +28,5% di settembre. Il nostro paese, invece, fa i conti con il 26° calo consecutivo che diventano 41 se si esclude una breve parentesi.

A fronte di un gettito fiscale garantito dal settore in caduta libera (ormai tutti prevedono che dai soli carburanti entrerà nella casse dell’Erario oltre un miliardo in meno), le associazioni di categoria questa volta non ricordano i numeri da tragedia, ma si appellano alla Consulta voluta dal ministro Zanonato affinché «decida immediati interventi per dar respiro al settore».

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Lunedì 25 Novembre 2013 - Ultimo aggiornamento: 06-01-2014 16:15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA