La Kia Niro ibrida plug in

Kia Niro e Optima ibride plug in: una coppia formidabile, emissioni abbattute

di Giampiero Bottino
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MILANO - Se la Niro, sbarcata in Italia nel 2016, ha segnato per Kia Europa l’inizio dell’era ibrida, la sua declinazione plug-in, che l’affianca circa un anno dopo, ne costituisce l’evoluzione logica, ma anche tecnologicamente più significativa. La possibilità di ricaricare le batterie ai polimeri di litio da una normale presa di corrente potrebbe infatti dare ulteriore impulso alle vendite di un modello che ha già incassato ampi consensi, portando il marchio a superare l’8% di quota nel mercato italiano delle vetture elettrificate.
 

 

Certamente il differenziale di prezzo è importante (costa 36.700 euro, 6.700 in più rispetto alla versione più ricca dell’ibrido standard), ma i vantaggi del balzo tecnologico non dovrebbero scoraggiare i consumatori più attenti all’ambiente.
Stilisticamente la Niro Phev condivide le linee con la versione standard, pur esibendo alcuni dettagli distintivi come la cornice satinata della griglia, i profili blu metallizzati che si fanno notare sul frontale e nella coda, i cerchi in lega studiati per ridurre la resistenza aerodinamica e i proiettori del tipo full-Led, oltre naturalmente al badge identificativo. Comuni – a parte alcune schermate specifiche che danno conto del funzionamento del sistema – sono anche il sistema di infomobilità e e i dispositivi di sicurezza e assistenza alla guida. Il sistema ibrido parallelo della Niro dispone di 141 cavalli complessivi grazie all’abbinamento tra il motore a benzina 1.6 Gdi da 105 cavalli, quello elettrico di nuova concezione da 58 cavalli (contro i 43 del modello standard) e il cambio Dct a doppia frizione e 6 marce sviluppato dalla Kia.
Evidente il progresso in termini di emissioni medie di CO2: 29 g/km rispetto agli 88 della «gemella» ibrida normale, mentre la percorrenza in modalità elettrica raggiunge, in condizioni ottimali, i 58 km.
Autonomia superiore
Leggermente superiore – 62 km di autonomia elettrica – la capacità di viaggiare a emissioni zero della Optima Sportswagon Phev, che segue di circa un anno la berlina. Il confronto tra i due modelli non si spinge oltre, viste le differenze in termini di posizionamento (in questo caso il listino è di 45.750 euro), dimensioni e potenze in gioco. Nel caso della Optima, infatti, il motore termico è infatti il 2.0 a benzina da 156 cavalli, e assieme al motore elettrico da 68 cavalli genera un sistema da 205 cavalli complessivi.
Amica delle flotte
Orientata soprattutto sulle flotte e sulla Pubblica Amministrazione, la Sportswagon plug-in rappresenta un prezioso completamento in una fetta di mercato nel quale le station wagon sono largamente le preferite dai clienti.
 

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Sabato 16 Giugno 2018 - Ultimo aggiornamento: 18-06-2018 09:04 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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