Fca e Ferrari, le azioni rimbalzano nel secondo giorno dell'era Manley

Fca e Ferrari, le azioni rimbalzano nel secondo giorno dell'era Manley

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Nel secondo giorno dell'era Manley, in attesa dei conti del secondo trimestre di Fca, i titoli della galassia Agnelli recuperano a Piazza Affari. Dopo il difficile lunedì, prima giornata di contrattazione senza Sergio Marchionne, in cui hanno bruciato 1,5 miliardi di euro, tutti i titoli del gruppo hanno chiuso in rialzo: Fca guadagna il 2,39% a 16,55 euro, Cnh il 3,78%, Exor l'1,53% e Ferrari lo 0,4%.

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Anche a Wall Street, all'avvio delle contrattazioni, Fca presenta un segno positivo dell'1,84% a 19,33 dollari per azione, mentre è in ribasso la casa di Maranello, al momento la più penalizzata dalla rivoluzione al vertice. D'altra parte la Rossa era l'azienda in cui il manager italoamericano avrebbe dovuto rimanere fino al 2022 presentando a settembre il nuovo piano industriale. Il messaggio del gruppo Agnelli - mentre resta il silenzio sulle condizioni di Sergio Marchionne, ricoverato in terapia intensiva a Zurigo - è stato subito chiaro: la nomina di Mike Manley alla guida di Fca è all'insegna della continuità, l'azienda è in grado di andare avanti da sola e non è alla ricerca di un'alleanza.
 

Lo sbandamento iniziale sui mercati è stato comunque inevitabile, anche per il nuovo terremoto innescato dalle inattese dimissioni di Alfredo Altavilla, responsabile delle attività europee e in corsa per la successione a Marchionne: il manager non ha gradito la scelta fatta e ha abbandonato la squadra in un momento di difficoltà. Al momento le sue deleghe sono state assunte da Manley, che è anche responsabile dell'area Nafta, ma è evidente che resta un vuoto da colmare. L'atteggiamento degli investitori sembra cambiato e ora prevale la fiducia nel nuovo vertice. Una mano la potranno dare i conti del secondo trimestre 2018, che saranno comunicati domani. Si aspetta infatti l'annuncio dell'azzeramento del debito industriale, anticipato da Marchionne che il primo giugno a Balocco ha indossato la cravatta proprio per dare un segnale in questa direzione.

Ed è attesa anche la conferma degli obiettivi dell'anno: ricavi netti a 125 miliardi di euro e utile netto a 5 miliardi. Non solo: domani alle 14, dopo la diffusione dei conti, Manley risponderà alle domande degli analisti finanziari nella sua prima conference call nella nuova veste di amministratore delegato di Fca. Con lui ci sarà il responsabile finanziario Richard Palmer che, in questi anni in analoghi appuntamenti, ha sempre affiancato Marchionne. La conference call ha una sua rilevanza perché Manley potrebbe dare con le sue risposte i primi segnali attesi dal mercato sulle scelte che intende fare per la società e per l'Italia.

Per questo a Torino, al Lingotto, l'uomo Jeep ha continuato a mettere a punto le strategie operative con i manager di prima linea di Fca che fanno parte del Gec, il Group Executive Council, organismo decisionale del gruppo. A chiedere un segnale per le fabbriche italiane sono i sindacati che hanno subito posto l'accento sull'urgenza del nuovo modello per Mirafiori e Pomigliano. «Abbiamo intenzione di aprire una nuova epoca delle relazioni industriali nel gruppo, un'epoca che rimetta al centro il lavoro e i lavoratori, le loro condizioni materiali, l'occupazione e il salario», afferma la Fiom torinese che ha dato il via con le assemblee alla Maserati di Grugliasco alla discussione per il rinnovo del contratto specifico di primo livello in scadenza a fine anno.

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Martedì 24 Luglio 2018 - Ultimo aggiornamento: 21:31 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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