La nuova Range Rover Evoque

New Evoque, la baby ammiraglia di casa Range: design unico, tecnologia e performance al top

di Giampiero Bottino
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LONDRA - Non ha ancora compiuto 10 anni, eppure si è già ritagliato una spazio significativo nella storia. Non quella con la “S” maiuscola, ma quella tutt’altro che minore dell’automobile. Al lancio del 2010, celebrato sull’onda di una straordinaria operazione di marketing che le aveva preparato il terreno facendo sapientemente lievitare l’attesa, la Range Rover Evoque dimostrò che anche un Suv poteva essere filante e originale, riscrivendo in parte le regole del gioco del settore e sdoganando i modelli compatti nei confronti della clientela premium.
Una storia di successo certificata dai quasi 800.000 clienti conquistati nel mondo e dai 217 riconoscimenti internazionali che fanno bella mostra di sé nella sala dei trofei – ammesso che ce ve sia una – della sede Jaguar Land Rover di Whitley, sobborgo di Coventry. Parafrasando il linguaggio sportivo, si può dire che se vincere è difficile, ripetersi può esserlo molto di più.
Consapevole di questo, il gruppo britannico controllato dall’indiana Tata non ha certo lesinato l’impegno, investendo un miliardo di sterline nello sviluppo della nuova generazione di Evoque, che arriverà sul mercato nella primavera del 2019 ma che è stata già oggetto di una fastosa e festosa anteprima celebrata nel cuore di Londra.
 

Poiché «formula vincente non si tocca», tanto per restare fedeli al gergo sportivo, il team di design guidato da Gerry McGovern non ha rivoluzionato l’aspetto della vettura, ma ne ha semmai segnato un’evoluzione che allinea la nuova Evoque al linguaggio stilistico introdotto con la Velar, da cui per esempio è stata tratta ispirazione per realizzare il lunotto posteriore che ora garantisce una buona visibilità, superando uno dei limiti della precedente generazione, evidente soprattutto nella versione a 3 porte che comunque non avrà un’erede nella nuova gamma.
La connotazione stilistica si inserisce nella filosofia che – con un neologismo non proprio bellissimo – viene definita «riduzionismo» e trova espressione nel connubio tra le linee esterne pulite ed essenziali e gli interni che – nel segno del lusso e delle lavorazioni artigianali – sono stati studiati per offrire agli occupanti un ambiente accogliente e rilassante. Oltre che più confortevole, visto che l’architettura interamente nuova ha permesso di aumentare lo spazio a disposizione sia dei passeggeri – soprattutto posteriori – sia dei bagagli (la capacità di carico è cresciuta del 10% a 591 litri con i cinque posti occupati, ma può arrivare fino a 1.383 litri ripiegando i sedili posteriori), pur mantenendo sostanzialmente immutata l’impronta a terra, determinata dalla lunghezza di 4,37 metri che non intacca la disinvoltura nel traffico urbano rivelatasi così importante per il successo della piccola Range Rover.
 

 

Nata per rappresentare qualcosa di inedito nella categoria di appartenenza, nel cambio di generazione la Evoque non ha perso un briciolo della voglia di innovare, sfruttando al meglio le opportunità offerte dalla nuova piattaforma Pta (Premium transverse architecture) studiata per ottimizzare le prestazioni stradali e off-road, oltre che in grado di supportare alla perfezione sia i motori termici benzina e diesel della famiglia Ingenium, sia le future motorizzazioni a basso impatto ambientale di un gruppo che ha già ufficializzato l’intenzione di proporre – a partire dal 2020 – almeno una versione elettrificata per ogni modello del portafoglio prodotti di Jaguar e di Land Rover.
Proprio la Evoque di seconda generazione è in un certo senso l’apripista del nuovo corso, visto che fin dal lancio sarà il primo Suv compatto a proporre una gamma dotata di un sistema mild-hybrid a 48 Volt che – anche se non rappresenta l’optimum in termini ecologici – è la soluzione cui quasi tutti i costruttori stanno ricorrendo per garantire un affidabile e relativamente poco costoso supporto all’efficienza – e quindi alla riduzione di consumi ed emissioni – dei motori a combustione interna. Senza contare che entro il 2019 il listino è destinato ad arricchirsi con un’Evoque ibrida plug-in basata sull’abbinamento tra il motore elettrico e un 3 cilindri Ingenium.


Per quanto riguarda i propulsori disponibili al lancio, quando la vettura sarà proposta solo a 4 ruote motrici (la versione 4x2 arriverà più tardi), la gamma comprende sei unità Ingenium 2.0 a 4 cilindri, equamente suddivise tra le due tradizionali forme di alimentazione (aiutate ovviamente dal mild hybrid): i tre turbodiesel sono offerti nella versione TD4 da 150 e 180 cv e nella SD4 da 240 cv, mentre il benzina Si4 sarà disponibile con i livelli di potenza di 200, 250 e 300 cv. Tutti i motori sono abbinati al cambio automatico a 9 rapporti, opportunamente ricalibrato per migliorare la fluidità e la rapidità nei passaggi di marcia. Pur essendo ancora abbastanza lontana dall’avvio delle consegne, la nuova Range Rover Evoque è già ordinabile con un listino che parte da 44.500 euro per la motorizzazione TD4 150 cv con trazione integrale.

 

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Giovedì 10 Gennaio 2019 - Ultimo aggiornamento: 11-01-2019 14:00 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
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2019-01-10 18:57:07
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