Un Giaguaro sulle Dolomiti: show della casa inglese alla Coppa d'Oro

Un Giaguaro sulle Dolomiti: show
della casa inglese alla Coppa d'Oro

di Giampiero Bottino
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CORTINA D'AMPEZZO - Non è sempre vero che l'unione fa la forza. Lo dimostra la Coppa d'Oro delle Dolomiti, la classica di regolarità riservata alle auto d'epoca che nell'edizione della svolta (il passaggio del testimone tra organizzatori diversi) ha visto gli squadroni in campo arrendersi alla regola del «pochi ma buoni». Soprattutto se in questa categoria s'inserisce un binomio che sta alle competizioni delle vetture storiche come Eddie Mercx al ciclismo, Sergej Bubka al salto con l'asta o - tanto per restare a più attuali forme di cannibalismo sportivo - Sebastian Vettel alla Formula 1 o il suo omonimo Loeb al Mondiale Rally.

Trionfo annunciato. Il successo di Giuliano Canè e dell'inseparabile - su strada e nella vita - Lucia Galliani era scritto nel curriculum dell'invincibile coppia, che ha aggiunto l'ottava Coppa d'Oro a un'interminabile catena di trofei che comprende anche dieci Mille Miglia storiche. La Lancia Aprilia del duo bolognese ha preceduto nella classifica finale, che ha confermato il risultato della prima tappa che ha visto i 69 concorrenti spostarsi da Cortina a Merano superando per ben sei volte quota 2.000 metri (altrettanti sono stati i passi scavalcati sulla strada del ritorno verso la Regina delle Dolomiti), la Fiat 508 Balilla Sport del 1934 dei due Andrea (Vesco e Guerini) e la Triumph TR2 del 1955 guidata da Giordano Mozzi affiancato da Stefania Biacca.

Fare gruppo. Di fronte a questi specialisti si sono dovute inchinare sia le 12 Alfa Romeo, la marca più rappresentata, sia le squadre con il badge dei due brand che hanno sponsorizzato l'edizione 2013 della Coppa, e cioè le 11 Porsche e la Jaguar che ha schierato un vettura in meno. In queste manifestazioni per appassionati che richiamano tanto pubblico, però, la classifica finale non è l'unico (e forse neppure il più importante) criterio di valutazione. Per chi ama le quattro ruote, vedere la grinta e la scioltezza con cui queste vecchie signore della strada affrontano i tornanti che si susseguono - e che possono diventare un calvario per piloti privi di servosterzo - è un'autentica gioia a prescindere dalla posizione in graduatoria.

Fascino british. Nella classifica del gradimento espresso dagli spettatori disseminati lungo il percorso, le Jaguar storiche - che erano scortate dalle nuovissime e bellissime F-Type dalle prestazioni mozzafiato - si sono senza dubbio piazzate ai primissimi posti. Del resto, le inconfondibili fiancate sinuose e d'inimitabile modernità delle varie XK 120, 140 e 150 (ve n'erano in gara 6 nelle varie configurazioni di carrozzeria) costituisce un'autentica gioia per gli intenditori ma anche per gli spettatori meno esperti, dei quali abbiamo verificato di persona lungo il tracciato l'apprezzamento per le mitiche sportive di Coventry.

I vip. A far salire alle stelle l'indice di gradimento nei confronti delle storiche auto del Giaguaro ha contribuito anche il fatto che nella sua qualità di main sponsor Jaguar Land Rover Italia ha messo due esemplari della sua Scuderia di auto storiche a disposizione di altrettanti ospiti d'onore della manifestazione, particolarmente applauditi dal pubblico come Serena Autieri, elegante e raffinata madrina della manifestazione, e Lorenzo Flaherty, uno dei protagonisti più amati (soprattutto dalle signore) della fiction televisiva. Una presenza, la loro, evidenziata da un tempo splendido che ha permesso alle due XK Spyder di percorrere lunghi tratti del percorso con la capote abbassata.

Il successo. Anche sul piano del puro risultato sportivo la presenza dalla marca britannica - la cui migliore prestazione in gara è stata ottenuta dalla veterana della squadra, una superba SS100 del 1938 che ha conquistato il settimo posto - non è stata priva di soddisfazioni: due vetture inserite nella lista speciale riservata alle auto prodotte tra il 1961 e il 1963 hanno primeggiato nella classifica di questo raggruppamento, avulso dalla graduatoria collettiva. Si tratta di due indimenticabili capolavori datati 1963, due autentici miti come la E-Type 3.8, una delle spider più belle mai prodotte, e della classica ed elegantissima berlina MK II, anch'essa spinta dal motore 3.8.

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Martedì 3 Settembre 2013 - Ultimo aggiornamento: 15-09-2013 16:53 | © RIPRODUZIONE RISERVATA