La Pagani Zonda Revolucion in tutta la sua grinta

Pagani Zonda Revolucion,
una F1 a 2 posti con il tetto

di Nicola Desiderio
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ROMA - Andare sempre oltre, anche le barriere che sembravano invalicabili. È la sfida di Horacio Pagani, l’argentino arrivato nella terra dei motori per essere parte della sua tradizione in modo degno: con automobili esclusive, ai vertici mondiali per raffinatezza e prestazioni. L’ultima creatura è la Zonda Revolucion, la versione più estrema ed evoluta della sportiva che ha già un’erede nella Huayra, ma che non ha ancora finito di stupire.

Ha 800 cv e si regola tutta.
Presentata in occasione del Vanishing Point 2013, il raduno internazionale Pagani, la Zonda Revolucion va oltre persino le norme di omologazione – difatti non è targabile – e rappresenta un oggetto da collezione o un’auto per divertirsi sulla pista sfruttandone tutto l’enorme potenziale, superiore a quello della Zonda R. La base è il conosciuto telaio in carbo-titanio ulteriormente alleggerito per portare il peso complessivo della vettura a soli 1.070 kg. Il motore è il noto V12 6 litri fornito da Mercedes AMG e capace di fornire 800 cv e 730 Nm di coppia per un rapporto peso/potenza di 1,33 kg/cv e prestazioni che si possono solo immaginare. Evoluto anche il cambio sequenziale, disposto trasversalmente e con carter in magnesio, che compie i passaggi di marcia in 20 ms. Ulteriormente sviluppata anche l’elettronica, a partire dal controllo di trazione che consente 12 regolazioni differenti, così come l’ABS il cui intervento può essere regolato per andare incontro al proprio stile di guida.

Freni e aerodinamica da Formula 1.
Le modifiche che tuttavia spiccano di più sono quelle estetiche che rispondono ovviamente a un criterio funzionale. Completamente diversi il convogliatore anteriore, le appendici sul cofano e lo stabilizzatore verticale posteriore che fa il paio con l’ampio estrattore dalla forma complessa e il grande alettone dotato di sistema DRS, ovvero con incidenza variabile per massimizzare il carico aerodinamico in frenata e diminuirlo in velocità. Il cambio di inclinazione avviene se c’è un’accelerazione laterale di almeno 0,8 G e si è al di sopra dei 100 km/h. Il sistema può essere attivato ovviamente in modo manuale attraverso un pulsante e, premendo quest’ultimo per almeno 2 secondi, se ne attiva il controllo automatico secondo le leggi di funzionamento decise in sede di sviluppo dagli ingegneri della Pagani. A concorrere alle eccezionali prestazioni in frenata della Revolucion concorre anche il nuovo impianto frenante carboceramico CCMR di Brembo dell’ultima generazione, ancora più evoluto rispetto ai CCM e derivati dalla Formula 1. I dischi infatti pesano il 15% in meno, sono più rigidi, hanno una temperatura di esercizio più bassa e una durata 4 volte maggiore. Decisamente più consistente anche la sensazione al pedale e maggiore la resistenza al fading, anche nelle condizioni di utilizzo più estreme che la guida in pista impone.

Collezionista fa rima con pista.
La Zonda Revolucion insomma è per chi vuole da un’auto non solo le massime prestazioni, ma essere un tutt’uno con l’oggetto meccanico per sondarne i limiti insieme ai propri. Ma è anche un oggetto da cucire su misura, come è possibile fare con ogni esemplare costruito a San Cesario sul Panaro, dove la Pagani accoglie i suoi clienti per adattare ai suoi desideri ogni particolare ergonomico delle vetture, e non solo, per una sintesi tecnica, estetica e funzionale che ha come unico obiettivo le prestazioni e la loro fruizione. Roba da palati fini, da manici veri, ma soprattutto da persone che non hanno problemi quando devono appoggiare il libretto degli assegni sul tavolo per scrivere una cifra con 6 zeri. La Pagani Zonda Revolucion costa infatti 2,2 milioni di euro, tasse escluse e sarà costruita in pochissimi esemplari destinati ad entrare in un garage per appagare lo sguardo di chi la possiede oppure a segnare di nero l’asfalto dei circuiti.

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Martedì 18 Giugno 2013 - Ultimo aggiornamento: 23-06-2013 16:18 | © RIPRODUZIONE RISERVATA